Bocca-della-verita_website-copyLa serie di balle agostane non ha probabilmente precedenti: non si tratta solo della necessità di riempire troppe pagine e troppe ore di chiacchiericcio, ma anche del fatto che ormai la menzogna, il nascondimento, l’interpretazione scorretta, l’appiattimento ad ufficialità sospette è talmente entrata nel sangue e nella carne dei media che quando manca il carburante giornali e televisioni devono fare come i ciclisti bombati, vale a dire tutti, che sono costretti a correre anche nei giorni di riposo altrimenti il sangue si coagula.

Così alla scarica di improbabili miliardi promessi e a quelli realmente derubati alla sanità, si affiancano il presunto attentato del Daesh alla regina d’Inghilterra o la notizia che il primo ministro finlandese abbia promesso la fine del lavoro nel suo Paese, news peraltro ripresa da siti liberisti i quali hanno giustificato questa mossa col fatto che la Finlandia può permetterselo grazie agli introiti del petrolio. Gli scimmiottatori della solonaggine da strapazzo degli economisti , nemmeno si sono accorti che la Finlandia non produce una goccia di petrolio.

Sono solo alcune fra le sciocchezze  riportate come fossero verosimili e credibili forse per nascondere il marcio vero e il comico di alcune cose come il nuovo Cda della Rai. Stranamente però non appena Buzzi ha cominciato a parlare dei “contributi ” e degli affari svoltesi al di là dell’amministrazione Alemanno, coinvolgendo Marino e Zingaretti, ovvero il partito della nazione nel suo complesso ecco che da bocca della verità è diventato d’un tratto inattendibile a canali unificati e accusato di voler pateticamente trascinare degli onest’uomini nel fango per salvarsi. Come se poi confessare altri affari oltre a quelli noti, sia una linea di difesa intelligente, al di là del ricatto esplicito che propone. Su quali basi, avviene questo cambiamento di registro? Lascio al lettore giudicarlo.

Queste vicende estive, agosto, verità non ti conosco, sia pure nella loro miseria informativa o miseria tout court della politica e geopolitica, sembrano quasi una lusinghiera recensione all’ ultimo saggio scritto da Noam Chomsky  e André Vltchek, concepito sotto forma di conversazione fra i due: L’Occidente terrorista. Da Hiroshima alla guerra dei droni che non so se sarà mai tradotto in italiano come è stato in francese e tedesco. A un certo punto Vltchek (credo si pronunci Veltcic) che di certo non si è fatto mancare una quarantennale esperienza intorno al mondo sostiene: “La televisione e i giornali cinesi sono più critici del sistema economico e politico del loro Paese di quanto non lo siano i nostri media. Dopo aver vissuto in tutti i continenti posso dire che gli occidentali sono il gruppo umano più indottrinato, peggio informato e meno critico del mondo, con ovviamente qualche eccezione come l’Arabia Saudita, finanziatrice dell’islamismo radicale e alleata dell’Occidente”.

Anche senza voler essere così estremi non si può non vedere la quasi completa sovrapposizione fra politica e informazione ottenuta non per imposizione diretta, ma sfruttando i meccanismi del mercato che è divenuto l’autocrate globale. Cominciare a riconoscerlo è il primo passo di libertà.