La lupa in Piazza del Campidoglio. Roma 03 dicembre 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

La cosa che più colpisce in questa storia della colonna infame che è Mafia capitale sono le parole di Buzzi colte in un’ intercettazione: ” Te rendi conto? Nun se vergognano de gnente”, “Sono tutti corrotti”. L’uomo al centro della rete di malaffare e di corruzione ha una sua sorta di codice d’onore che si scontra contro la voracità senza regole e remore del milieu politico. E questo lascia poche speranze sulla possibilità di combattere la corruzione devastante a Roma come altrove, semplicemente decapitando i clan del malaffare, ma senza intervenire sulla decomposizione del sistema politico. E’ la stessa cosa che disse il pentito Cancemi al giudice di Matteo: “Dottore, lo sa cosa mi ripeteva Riina? Senza i rapporti con il potere, Cosa nostra sarebbe solo una banda di sciacalli”.

A questo punto la domanda è se sarà mai possibile ricondurre la politica a un minimo sindacale di etica e di correttezza o se saremo costretti ad assistere al rallentatore alla trasformazione in palude maleodorante del Bel Paese. E questa domanda costringe però a prendere google map e ad allargare l’orizzonte fino a comprendere tutto l’emisfero occidentale. Ora le forme della corruzione, la sua intensità pervasiva, le sue modalità organizzative e distributive sono peculiari dell’Italia, ma questo non significa che non esistano altrove sotto forme meno clamorosamente criminali, ma altrettanto indegne: vedi l’affaire Fifa e vedi specularmente l’utilizzo delle tangenti negli affari e nelle manifestazioni internazionali  – divenuta pratica universale e accettata o addirittura promossa -per colpire i personaggi scomodi o che hanno infastidito la potenza imperiale. Anche la moralizzazione selettiva e interessata è una forma di corruzione, anzi è la peggiore.

In poche parole c’è da chiedersi se correttezza, moralità, verità possano essere valori del capitalismo finanziario giunto all’apice delle sue contraddizioni o se non siano solo strumenti di controllo sociale delle classi subalterne e come tali estranei alla catena di potere dove gli unici punti di riferimento sono profitto e mercato. La quale peraltro a cominciare dai poteri reali dei grandi gruppi che creano denaro e desideri per finire a una politica in stato ancillare, si comporta come soggetto di uno stato di eccezione alla Schmitt, ossia si estrania dallo stato diritto e impone una propria legittimazione al di là della legalità. La risposta è complessa e  certo non si può affrontare in un post, ma tutto ci dice che che no, quei valori non fanno parte del mondo contemporaneo, essi appartengono a un concetto di giustizia che vale solo per il mondo di sotto, mentre il vertice crea la propria legittimazione sull’egemonia del denaro, della moneta o delle armi.

Gli esempi non mancano: le bugie consapevoli che sono state spacciate alle opinioni pubbliche per iniziare guerre, la concezione sociale dello stato trafitta e uccisa dall’euro e/o dal casinò finanziario, la segretezza con cui vengono portate avanti le trattative sul trattato transatlantico, il fatto che alla Grecia in default mascherato sia stato imposto l’acquisto per centinaia di milioni di armi tedesche o francesi, il lobbismo senza confini da cui deriva buona parte della demenziale legislazione europea, sesso o tangenti utilizzati per liberarsi si personaggi scomodi, l’assoluzione de facto e de lege dei grandi inquinatori e assassini, come avviene anche nell’ultima legge italiana sui reati ambientali, la radicale menzogna che giace alla base della vicenda ucraina. Gli esempi possono essere migliaia e l’ultimo di due giorni fa è addirittura ridicolo: gli Usa minacciano la Cina per duecento metri di sabbia destinati a unire quattro scogli nel mar cinese meridionale, sbraitano per bocca del segretario alla difesa Carter che essi riempiranno il mare di navi e aerei e che continueranno e operare “ovunque le leggi internazionali glielo consentano, come facciamo in tutto il mondo”. Di certo la Cina non ha impedito a nessuno di navigare oltre le 12 miglia delle sue coste, ma non è questo il punto: il punto  è che Carter fa riferimento  alla Convenzione Onu sul diritto del mare che gli Usa si sono sempre rifiutati di sottoscrivere.

Capisco che tutto questo sembra lontanissimo da Buzzi o da er Cecato . Ma ci può dire alcune cose e disilluderci da altre. Intanto che la corruzione è in qualche modo parte consustanziale e non incidentale o funzionale del sistema di potere globale, anche se nella sua versione italiana assume caratteri di disarmante atellana. Che in questa situazione il “mondo di mezzo” può paradossalmente essere legato da un’etica interpersonale più forte di quella del mondo più in alto dove non si “vergognano di gnente”, che non ci possiamo aspettare passivamente la salvezza da un’altrove che ha recentemente suggerito e imposto di sdoganare la criminalità di ogni genere nel Pil e che si prepara a dare in mano alle multinazionali il potere legislativo attraverso il Ttip. E’ un problema che dobbiamo affrontare da soli prima di tutto ridando senso alla politica e alla vita, cominciando a rifiutarci di essere vittime consenzienti e impaurite della narrazione altrui, smettendola di assolvere chi ci prende in giro dicendo chi ruba vada in galera senza prima essersi costituito ai carabinieri.