Mentre siamo in attesa dell’Italicum che ci permetterà di assaporare le delizie dell’oligarchia nazionale, quella europea già instauratasi alla faccia degli altrismi non si sa bene se frutto di illusioni, di cecità o di “intelligenza col nemico” come si diceva una volta, ha messo a segno alcuni colpi da maestro sulla strada che porta fuori dalla democrazia verso il governo improprio di multinazionali e finanza.
In primo luogo l’Eurogruppo, ovvero i 18 ministri della finanze dell’area euro hanno sparato a zero contro Varoufakis colpevole di non piegarsi all’imposizione di politiche antisociali in cambio di elemosine centellinate per tenere lo stato greco sempre sull’orlo della bancarotta. Il presidente di questo consesso, tale Jeroen Dijsselbloem, abituato a spadroneggiare, ha accusato il ministro greco delle finanze di “essere un dilettante”. Ora il fatto è che Varoufakis bene o male è un docente di economia proprio nelle ipervalutate università anglossassoni da cui pendono i liberisti al modo di certe ghiandole riproduttive, mentre il povero Dijsselbloem, boero di ultradestra è solo un laureato in agraria presso una piccola università olandese. Per di più quando divenne ministro delle finanze dei Paesi Bassi per mostrarsi degno della carica falsificò il curriculum e inventò un master in economia ottenuto presso l’università di Cork. In realtà non aveva mai ottenuto alcun titolo del genere e pare che sia rimasto nella cittadina irlandese due mesi a occuparsi di food business.
La cosa suscitò uno scandalo ( vedi qui) ma il mefitico mentitore invece di essere scaricato e magari di aprire una trattoria, ha ottenuto a due anni di distanza la presidenza dell’Eurogruppo. E ora da cialtrone assoluto dà agli altri degli incompetenti. Tanto al food ci pensa Juncker. L’alcolico presidente della commissione Ue venerdì scorso, senza nemmeno attendere il parere del parlamento decorativo di Strasburgo o quello del consiglio europeo ha autorizzato l’introduzione di 19 ogm su tutto il territorio dell’unione. Autorizzazione che vale per 10 anni e anche per gli stati che si erano opposti i quali o saranno costretti a coltivare questi prodotti sul proprio territorio o a importarli obbligatoriamente. Così adesso hanno campo libero 11 brevetti della Monsanto e altri 6 della Dupont (Usa), Basf e Bayer più altri due che riguardano però varianti di garofano e non prodotti destinati all’alimentazione. Ora io non sono un integralista anti ogm, ma sta di fatto che in un campo così delicato i cittadini del continente a torto o a ragione non hanno più alcuna voce. E mentre le multinazionali la fanno da padrone, chi si batte per le sementi tradizionali, viene zittito e multato per averle magari distribuite. Questo in violazione palese della carta dei diritti fondamentali della Ue che evidentemente serve ormai per scopi irriferibili.
E non basta, la visione del filorusso crocifisso dagli ucraini che l’Europa sostiene, sovvenziona ed arma (vedi qui) sembra aver avuto effetti psichedelici all’assemblea del Ppe tenutasi martedì scorso. Il partito reazionario che governa assieme ai socialdemocratici fingendo di essere responsabile, ha scoperto un vaso di Pandora, ossia quello dei tantissimi falchi che invocano uno stato di guerra con Mosca. E’ tutto un coro bellico, dal “rinascimento dell’occidente” che fa della presunta minaccia russa il clou delle proprie inquietanti fantasticherie probabilmente tutt’altro che gratuite ( a volte la Nato oltre che il potere finanziario si serve di droni umani), agli Usa addict delle estensioni orientali della Ue i quali fanno sapere che “Il fianco meridionale dell’Unione non potrà godere della comprensione da parte del fianco orientale dell’UE in materia di immigrazione, se continua a non capire le minacce esistenziali che abbiamo ad Oriente”. Merda allo stato puro.
Un bel panorama che colpisce direttamente proprio quelli che ancora si illudono riguardo all’esistenza e alla possibilità di un’altra europa, di una trasformazione di questa marcita liberista. Anzi da noi qualcuno si affanna pure a proporre sondaggi sull’Altra Europa quel magnifico progetto telefonato da De Benedetti e nel quale personalismi, altrismi, scissionismi e inconcludenza fanno a gara per prevalere nel nulla della politica. Come se l’unione continentale si trovasse oggi al bivio: lo era 23 anni fa quando fu firmato Maastricht, ora è troppo tardi. Tropo tardi persino per avere il coraggio di tornare sui propri passi.
…. a proposito di ipervalutate università anglossassoni, l’ “ipervalutazione” e’ sia tangibile che intangibile. Tangibile, perchè con rette minime di 50 mila dollari all’anno, non si può dire che le università siano sotto-valutate. Quanto all’intangibile, chi vuole farsi qualche risata può leggersi “Higher Learning in America”. E’ scritto in un inglese forbito al fine di essere elegantemente sarcastico. L’autore e’ Veblen e il libro fu scritto nelle decade del 1920. Ma è come se fosse stato stampato ieri. Veblen è noto per la sua feroce satira della classe della gente bene (oggi si direbbe la classe dell’ 1%), “The Theory of the Leisure Class.” Tanto da dare origine all’aggettivo “veblenesque”. Anche se, parlando con vari mammasantissima delle “ipervalutate università anglossassoni” non ho trovato nessuno che perlomeno sapesse chi Veblen fosse . Peraltro, come noto, le università anglossassoni sono la sentina da cui vengono estratti i figuri che l’impero invia a comandare nelle colonie. E, a mio avviso, la caratterizzazione di Varoufakis del Sig. Casiraghi e’ precisa e confacente. Chi vuole sorridere un po’ amaramente può anche consultare il seguente articolo “Shakespeare and Syriza” http://yourdailyshakespeare.com/shakespeare-syriza/equalities
Il TTIP è un fenomeno nuovo ma non è così nuovo nella sua essenza. Fa paura perché si pensa che quando verrà firmato gli stati gradualmente moriranno e verranno sostituiti dalle aziende per la prima volta nella storia. Ma un paese immenso come l’India, vasto territorialmente quanto l’Europa e segmentato internamente in una miriade di lingue e di etnie, fu governato per diversi secoli dalla Compagnia delle Indie, ossia da un’azienda! Chissà se le migliaia di soldati inglesi che morirono per conquistare e mantenere soggiogata l’India sapevano che tutto stava avvenendo nell’esclusivo interesse di una società per azioni di allora.
Se avessimo una reale coscienza storica sapremmo riconoscere l’uguale nel diverso e sollevare il velo dell’ideologia per riconoscere i meccanismi motori della storia: le forze economiche. Le forze economiche non costruiscono solo ferrovie o nanotecnologie, sono spessissimo anche costruttrici di valori nel senso che se inventare un valore permette di far passare meglio un progetto non lesinano sforzi e risorse appoggiando le idee anche più audaci e progressiste. Per esempio, la libertà sessuale diffusasi come standard dopo il sessantotto in Europa aveva dietro a sé le forze economiche dei produttori di pornografia e delle industrie farmaceutiche della pillola e del viagra nonché un’economia tutta protesa, nella sua globalità, a trasformare il cittadino in consumatore isolandolo dagli influssi tradizionali della religione e della famiglia. Su un altro piano, la sublime libertà di internet ha dietro a sé le forze economiche che stanno realizzando dei monopoli globali e un programma totalitario di controllo politico. Non ci vuole molto a capire che Internet e TTIP sono strettamente collegati perché quel controllo delle aziende sugli stati che diciamo di paventare lo stiamo in realtà subendo dal 1990 su internet dove cercare semplicemente di far rispettare la legge a Google, Apple, Amazon, Facebook, Twitter e simili è del tutto impossibile, non c’è legge che tenga, fanno invariabilmente quello che vogliono. E il bello è che il cittadino medio sembra pure contento! Il TTIP, poi, non è veramente indispensabile per gli scopi del neoliberismo perché, come abbiamo visto, gli OGM imposti a forza sono già una realtà prima dell’entrata in vigore del trattato, le tutele crescenti sono una realtà prima dell’entrata in vigore del trattato, le penali per lo stato che cambia idea sulla costruzione del ponte sullo stretto sono già con noi. Insomma, il TTIP è un optional ma, ovviamente, per le grandi aziende è meglio averlo che non averlo, fornisce un quadro “legale” al farwest attuale, ossia impedisce per sempre che il farwest smetta di essere tale! Per le aziende è il paradiso in terra.
Un’ultima parola su Varoufakis. L’uomo è un pupillo di Papandreu, è stato scelto da Tsipras a sorpresa come ministro, dice mille cose in un senso e mille in un altro, è un grande eclettico e un grande attore. La sua parte è, a seconda del paese, o quella del buffone destinato a prendersi torte in faccia, come in Germania, o dello strenuo difensore dei deboli come lo considerano erroneamente in Grecia. Ma dopo mille delusioni i politici che stanno dalla parte del popolo andrebbero considerati fino a prova contraria come una creazione del nemico. Varoufakis, tra l’altro, ruba la scena a Tsipras. Perché chi ha tradito il popolo greco è in realtà Tsipras, e questo spiega perché si preferisca dare a Varoufakis la luce della ribalta, così la gente dimentica le promesse non mantenute di Tsipras! Il buon Varoufakis, invece, non ha tradito nulla, è rimasto pienamente coerente alla sua fede che non definirei neoliberista quanto elitista. È parte di coloro che staranno sempre in alto, qualunque cosa dica, pensa o faccia.
Merda allo stato puro.
😀 🙂 🙂 🙁 🙁 :C