Anna Lombroso per il Simplicissimus

Credo che mai nella storia dell’informazione, convertita in propaganda bellica e in culto della personalità, si fossero raggiunti vertici così vergognosi.

Il Corriere della Sera riprende quasi per intero un articolo del Financial Times per rivelare e celebrare quella che definisce la magia di Draghi.  «Era il terzo giorno della guerra in Ucraina,  si legge,  e al 13° piano della sede della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva incontrato un ostacolo”.

Comincia con l’effetto suspense che si riserva all’evolversi di situazioni ricche di drammaticità e dall’esito incerto, il racconto di quel tranquillo week end di paura durante il quale la  presidente della Commissione aveva lavorato al telefono per ottenere il consenso dei partner  sulla più ampia e punitiva serie di sanzioni finanziarie ed economiche mai applicate a un avversario.

Le resistenze, pensate un po’, venivano da Washington dove la segretaria al Tesoro Janet Yellen condizionava l’accordo unanime all’adozione della misura più drammatica e sensibile per il mercato: sanzionare la stessa banca centrale russa.  Non c’era tempo, ansima il Financial Times, il nemico con al sua potenza diabolica poteva intralciare il piano messo a punto dalle forze del Bene, quando Ursula prese una delle sue tante decisioni storiche, come quando accettò in nome della tenuta dell’allenza di far sedere il suo culo secco sullo scomodo strapuntino del dittatore sanguinario. Detto fatto, chiama Mario e in quattro e quattr’otto si ha la risposta positiva: in nome di antiche contiguità  in momenti altrettanto drammatici dal crollo finanziario del 2008-09 alla crisi dell’euro i due compagni di banco mettono a punto il piano per congelare gran parte dei 643 miliardi di dollari di riserve in valuta estera di Mosca, dichiarando la loro guerra finanziaria alla Russia spingendo il rublo alla «caduta libera» e avviando una fase speciale di economia bellica contrassegnata dalla    «militarizzazione delle finanze», una scelta che i leader europei, adesso cito il Corriere, hanno affidato “al generale e alla generalessa più capaci”.

Gli ingredienti ci sono tutti:  la cortigiana intrigante che se la fa con l’ambizioso pretendente al trono, gli spioni in agguato, le feluche impennacchiate, i generali burbanzosi e codardi, per ricreare il clima delle operette e delle pochade della Belle Époque che si svolgevano in luoghi di fantasia, ma il timore fondato è che si replichi l’epilogo di quella stagione.

Intanto si capisce subito che le cautele di Washington da subito erano suggerite dalla opportunità di sondare il livello di soggezione dei partner europei per valutare se erano abbastanza ricattati o corrotti da andare in guerra per conto terzi, esponendo i loro popoli e i loro beni. Per comprenderlo era opportuno contare su un utile idiota, un servo sciocco che per vanità e per loschi interessi si assumesse il ruolo di avanguardia, pronto a trascinare la sua nazione alla rovina, a farsi paladino di una crociata suicida intesa a penalizzare e distruggere l’Europa in vista di un Grande Reset bipolare.  Ecco, l’hanno trovato, tanto servo e tanto sciocco da incarnare la loro primitiva e rozza miopia che non li ha illuminati di una serie di fattori di rischio, la potenza del nemico, la sua autosufficienza e la sua collocazione di possibile testa d’ariete perfino militare dell’Oriente, della sua forza commerciale e produttiva.

Anche per Ursula von der Leyen è arrivato il momento magico, quando ha abbandonato l’etichetta per assumere i panni dell’indomita guerriera imitando l’indomito coraggio della presidentessa dell’Europarlamento per recarsi a rendere omaggio al leader martire ucraino, ben ravviata e truccata alla perfezione e senza il kaki di prammatica ma in civettuole tonalità pastello, anche se lo spirito era quanto mai bellicoso.

Chi l’avrebbe detto che quella casalinga sciocchina tirata via dalle cure di sette figli e di un marito faccendiere nel business medico dalla Merkel che aveva bisogno di una figurina del presepe governativo che si occupasse della famiglia, si sarebbe poi rivelata come la sacerdotessa delle guerre interne ed esterne alle quali sacrificare beni, indipendenza regionale e popoli, salvo i suoi rampolli che come da tradizione potranno goderne in qualità di imboscati eccellenti.

Di lei sappiamo che dopo almeno quattro infruttuosi tentativi di accaparrarsi una laurea in svariate materia affini alla tradizione familiare, approda agli studi di medicina dove sia laurea con una tesi che le costa l’accusa di plagio, poi perduta nei corridoi del gossip insieme a quelle recenti riguardanti scambi di messaggini non sorprendenti con   l’amministratore delegato di Pfizer, sfuggiti ai controlli di routine.

E d’altra parte è comprensibile che Albert Bourla appartenesse alla sua cerchia di relazioni domestiche: il marito di Ursula, è non a caso Heiko von der Leyen,  dal 2020 direttore medico della società biofarmaceutica americana Orgenesis Inc., specializzata nello sviluppo di terapie cellulari e geniche, che l’avrà ben consigliata sull’acquisto azzardato di milioni su milioni di dosi di sieri sperimentali, un approvvigionamento che se non la scalziamo dalla poltrona non omaggiata a dovere da Erdogan, proseguirà indefinitamente grazie alla profezia lanciata urbi et orbi che “siamo entrati nel secolo delle pandemie”.

Ma non è l’unico settore di interessa della baronessa, scelta anche dai nostri 5 stelle perché impersonava l’ochetta inoffensiva- è un male senza frontiere sottovalutare i cretini. La lobby estrattiva e nucleare conta sulle sue azioni arruffone  e scriteriate e sull’obbedienza di paesi sottomessi come il nostro che si propone di costruire sulle coste sarde tre nuovi rigassificatori pronti a servire altro approvvigionamento quello del gas liquefatto da scisti bituminosi (ambientalmente insostenibile) proveniente dagli USA, il cui costo è passato dai 15 a oltre 100 euro, o sfruttando centrali a carbone, in realtà mai chiuse come nel caso dell’Italia dove ne  sono già in funzione 7 su 8, a fronte delle incaute affermazioni di Draghi che conta sul fatto che non esistano giornalisti che fanno domande e esigono risposte.

E d’altra parte mai come in questo caso una élite sciagurata ha voluto una guerra delle materia prime, così è già avanzato  il  progetto della Snam che propone di fare arrivare una super metaniera lunga 290 metri e larga 46, con un rigassificatore a bordo, da tenere ormeggiata per 25 anni alla banchina della zona industriale del porto di Portovesme pronta a ricevere gas liquido da altre navi, uno dei tanti avviati da mesi, se pensiamo che è da  ottobre che  i prezzi del gas sono aumentati vertiginosamente arrivando alla soglia di due dollari per metro cubo, per poi scendere e aumentare a intermittenza in modo che  la von der Leyen e i governi potessero mettere la basi di un conflitto economico accusando  la Russia di non aumentare la propria produzione, quando invece la Gazprom pompava a livelli record e mentre si agiva per chiudere il Nord Stream.

In amore e in guerra tutte le armi sono buone, e l’amore per i soldi della Von der Leyen non conosce gerarchie, anche se mostra una certa predilezione per quelle tradizionali, anche in considerazione del suo incarico di ministra della difesa della Merkel. “Senza sicurezza non possono esserci prosperità e sviluppo sostenibile” l’abbiamo sentita proclamare in tempi apparentemente non sospetti, mentre invece promuoveva la redenzione della lobby degli  armamenti, sempre più aggressiva a Bruxelles dopo anni di costrizione alla clandestinità e al sottobanco per via di una pretesa incompatibilità con obiettivi sociali più educati.Ormai autorizzati e legittimati per via del contributo morale offerto in difesa dei valori della pace e della sicurezza, hanno ottenuto dall’aspirante dama di ferro l’incremento della dotazione del Fondo Europeo per la Pace, un ossimoro che vale già 500 milioni di euro, versati dall’UE agli Stati che ne fanno richiesta, per rimborsare parte delle consegne di armi effettuate in Ucraina.

Se proprio vogliono farci credere che dobbiamo aderire a una lotta del Bene contro il Male, allora cominciamo togliendo di torno questa coppia di furfanti  diabolici come sanno esserlo i mediocri con i loro interessi miserabili e le loro ambizioni indegne.