C’è qualcosa in cui l’occidente ha conservato un’indiscussa supremazia ed è purtroppo la straordinaria capacità di menzogna, resa possibile grazie a quegli strumenti di libertà e di comunicazione che successivamente sono stati asserviti al mercato e al potere. Così è impressionante la quantità di bugie e invenzioni che si sviluppano sulla Grecia, dalla voluta impostura dei falsi reportage (vedi qui), alle inconsapevoli chiacchiere sulla Grexit che attingono alle mammelle della narrazione liberista.
Del resto, come dice Craig Roberts ex assistente segretario del Tesoro USA ed editorialista del Wall Street Journal, dopo la delocalizzazione dell’industria, del software enginering e dell’ IT all’occidente non rimangono che tre cose: le scommesse sui derivati, la capacità di ricatto degli apparati militari e i saccheggi, come appunto quello greco e quelli meno drammatici delle privatizzazioni nel sud Europa come in altri continenti. Tre cose che richiedono per potersi sostenere e alimentare, l’abbandono della democrazia (vedi qui). E’ ciò che stiamo vedendo in questi giorni con la demonizzazione del referendum: Tsipras non è tanto accusato di aver fatto resistenze alle richieste imperiose della troika, quanto di essere ricorso come unica via d’uscita, a una consultazione popolare che gli strozzini europei vedono come fumo negli occhi a prescindere dal risultato. Il leader greco che aveva accettato quasi tutte le imposizioni europee, era stato messo all’angolo e ha reagito in questo modo al chiaro tentativo di Bruxelles di far fuori il governo di Syriza, negando ogni minimo spiraglio per un debito che Atene non potrà comunque mai ripagare, come dicono del resto i più autorevoli portavoce a stampa e via etere del pensiero unico. L’Europa non vuole fare sconti a un governo di sinistra, riservandosi di cancellare il debito solo con un governo di destra che si pieghi ai dettami reazionari della troika come ha detto esplicitamente il “socialdemocratico” Schultz, un vero Scheißhaufen come si direbbe nella sua lingua.
Probabilmente né Tsipras né Bruxelles e la sua corte dei miracoli si sono resi conto della potenza dell’arma che mossa dopo mossa stavano scatenando. Ma oggi abbiamo almeno le idee più chiare: l’altra Europa non esiste è quella che c’è è solo un ingranaggio dell’impero che per la prima volta riserva a un suo membro lo stesso trattamento una volta utilizzato per il cosiddetto terzo mondo. La perdita di credibilità e di immagine è incommensurabile e irrimediabile: è come gridare ai quattro venti che l’Ue e l’occidente intero non credono più in quella democrazia di cui si sono affannati a conservare le reliquie rituali, che i cittadini non possono decidere nulla e i tecnocrati tutto, anche se nel caso specifico sono degli imbecilli avvinazzati e corrotti come il presidente della Commissione Ue.
Ed è chiaro a questo punto che ciò che accadrà in Grecia è cruciale per il futuro di tutti perché la resistenza di un solo Paese, per quanto piccolo, significa l’inizio della fine per un assetto Europa – Nato che fatalmente non ha altra prospettiva che la guerra per superare la distopia monetaria e finanziaria in cui è caduto. Mi piacerebbe poter aggiungere che sorprendentemente questo effetto è forse voluto proprio dalle elites del Paese che viene considerato il maggiore responsabile della situazione attuale, deciso a creare le condizioni per fare da punto di equilibrio in Eurasia e non da prima linea di Washington in uno scontro mortale. Ma questo è un tema da dopo referendum: per ora buon Oxi a tutti.
Pienamente d’accordo sulla dittatura dei centri finanziari che determinano le decisioni degli organismi europei.
Ma non si tratta della dittatura della Germania, a cui è stata affidata la gestione proconsolare dell’Europa.
Anche la Germania, alla fine, è solo un burattino che riceve ordini dall’esterno.
Lo dimostra il fatto che il principale azionista di Deutsche Bank con il 6,6% delle quote è Black Rock, punta di diamante della finanza americana.
Secondo la rivista Limes è stata proprio questa società che, dalla cabina di comando della banca centrale tedesca, ha ordinato la vendita dei titoli del debito italiano nel 2011, che ha provocato la caduta del governo Berlusconi.
Motivo? Il Berlusca si era avvicinato troppo a Putin e aveva favorito il coinvolgimento di Gazprom nello sfruttamento di giacimenti libici di gas e petrolio con ENI.
https://liberodifareilfuturo.wordpress.com/2015/06/16/grexit-sempre-piu-vicino-per-lue-sarebbe-un-fallimento/
Tutto ciò che sta succedendo in Grecia, ha il pregio di aver strappato il velo della menzogna che avvolgeva questa Europa. Un’Europa retta da una dittatura finanziaria spacciata per democrazia. Una dittatura esercitata da una Germania nel cuore dell’Europa che ha preserva solo la sua economia e la propria crescita a discapito degli altri paesi membri, che hanno il ruolo di satrapie. Evidente quindi, che questo perverso sistema non conceda spazio ai leader degli altri Paesi e la Merkel non avrebbe mai creduto che ci fosse stato qualcuno in grado di dissentire. Abituata com’è a trattare con i fantocci ,era sicura che ciò che chiama riforme, sarebbero state effettuate . Riforme del tipo di quelle, che il fantoccio ha fatto partire da noi, penalizzando lo stato sociale e premiando finanzieri e grossi gruppi industriali. La merkel ha come priorità l’abolizione delle pensioni, il licenziamento degli impiegati pubblici, e le privatizzazioni selvagge. In pratica gli stati devono trasformarsi in centrali di smistamento di soldi, da dare alla Troika, stati che cessano di essere tali, e diventano un’appendice delle banche. Non è un caso che il grande Renzi voglia abolire il senato, e tenere in vita solo una camera per ratificare le decisioni calate dall’alto. Per la Merkel non serve votare. Infatti si guardino i nostri governi: sono sempre calati dall’alto non espressione dei cittadini. Nel momento in cui Tsipras ha detto no,si sono scatenati fuochi e fulmini. E nel momento in cui è partito il referendum si è messa in moto la macchina della destabilizzazione. Si è presentato il referendum come rimanere o uscire dall’euro, quando i greci non intendono minimamente farlo; ma ciò che è peggio, grazie ad una stampa di regime, si sta creando confusione e la Merkel ha già detto che non vuole Tsipras al tavolo delle trattative. Si sta adoperando a concentrare le forze dell’opposizione della passata legislatura, in quanto quella gente pur di rimanere sulla poltrona, non ha fatto altro che ratificare ogni genere d’accordo. E’ lo stesso discorso vale per Renzi. Pur di non indietreggiare, essendo espressione dei poteri forti, spara su Tsipras facendo il cagnolino da salotto alla corte di Frau Merkel. Si sta rimestando nel torbido. Farlo conviene . Ma quest’europa a trazione tedesca non serve più. E’ tempo che diritti e democrazia siano i presupposti per costruire accordi, buttando quelli esistenti ,che servono soltanto ad affamare la gente.