Magari c’è qualcuno che ancora s’indigna vedendo le liste per le europee di Forza italia infarcite di condannati e inquisiti a più non posso in una benemerita e preventiva azione svuotacarceri. Qualcun altro può rimanere perplesso per l’infornata di insulsi ricicciati della politica presentati dal Pd. Ma che importa, mica si tratta di mandare persone competenti, intelligenti, combattive e tanto meno oneste: andranno tutti a Strasburgo a fare il servizio antisociale che si concreta poi nel fornire una cornice estetica all’inesistente democrazia europea.
Sono comparse dentro un palazzo vuoto che non decide un bel nulla e che al massimo dona una sorta di diritto di tribuna a qualche personaggio fuori le righe. il parlamento di Strasburgo è soltanto un luogo simbolico e magari anche mediatico, mentre tutte le decisioni passano per due filtri, il Consiglio e la Commissione che rappresentano le gli stati e assieme le lobby e gli interessi dei potentati. L’unico modo del Parlamento europeo ha per riempire il vuoto è quello di contestare se stesso e la governance europea.
Del resto inutile nascondersi che da molti anni, sono abbastanza vuoti anche i palazzi e le cerimonie del potere nazionale che ubbidisce a logiche e a comandi che vengono da altrove e che poco o niente hanno a che fare con i cittadini, con il lavoro, con la rappresentanza: il cambiamento negli anni della crisi è stato solamente estetico e funzionale passando dal tycoon sempre più a corto di viagra politico, al sobrio Monti, allo spento Letta e all’anfetaminico Renzi. Sempre più giovani, sempre più marionette. Che possono saltare e gridare senza grandi limiti perché non c’è alcuna opposizione al pensiero unico, nessuna visione complessiva di un altro modo di essere della società, ma solo la contestazione disaggregata dei problemi via via più ampi che pone il liberismo e il suo esplicito piano di ritorno al lavoro servile.
So che molti storceranno la bocca di fronte a queste parole perché la cosa più difficile è credere che stia succedendo davvero. Che il mondo conosciuto fino ad ora dalle generazioni in vita si stia disgregando: è solo un momentaccio, ci sarà la ripresa, almeno ci si è liberati delle vecchie classi dirigenti, Renzi è il nuovo, tutto tornerà come prima, in fondo ci sono le quote rosa, devo ubbidire per conservare il lavoro. Tutti questi alibi e necessità impediscono di uscire dalla gabbia. E in un certo senso anche l’indignazione per i grassatori da inviare a Strasburgo ne fa parte: a cosa mai potrebbero servire dei galantuomini o dei veri politici nello scenografico parlamentino europeo se non a dare l’impressione che si tratti di una costruzione in pietra e non un disegno su tela e acrilico?
Sig. Casiraghi, Lei per primo mi ha fatto realizzare più completamente il perche abbiamo una classe dirigente e politicante , anche in senso la to così meschina, e cioè per il fatto che si tratta nella sostanza di una pseudo classe dirigente e realmente politicante da paese colonizzato…
i brutto è che la pessima classe dirigente e politicante italiana, come qualsiasi altra classe dirigente e politica di altri Paesei, e di esempio, guida e detta le regole a tutta la Nazione o meglio, in questo caso, popolo italiano oltre che ai residenti…
Lei e gli altri che scrivono in questo blog, cosa pensano che possa uscire, per usare una metafora da una famiglia ,fosse anche numerosa , con dei genitori ipocriti cialtroni se non anhce criminali nella sostanza ?
Cosa?
E se i parenti più stretti della prole di detta famiglia fossero invece di una pesante ipocrisia e meschinità ??
Che tipo di futuro spetterebbe a detta prole, secondo Lei ??
In Italia si può affrontare qualsiasi discorso, ma se il problema di fondo rimane alla fonte, a valle non si potrà mai vedere l’acqua limpida che tutti a parole, classe dirigente e politicante che ha portato il paese allo sfascio, in primis, dicono di agognare… prima di cianciare sulla volontà di fondare un paese nuovo, si dovranno raccogliere le numerose e pesanti macerie sulle quali è crollato quello vecchio con il contributo pricipale dell’attuale pessima classe dirigente e politicante, dei loro figli e famigli…
Per la serie problemi all’itaGliana e legalità all’itaGGliana,leggete:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/manicomi-criminali-una-vergogna-senza-fine/
leggete:
http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=3787
Sig. Casiraghi, sono il solito anonimo… penso che la gente sappia già abbastanza dei “casini” itaGliani… almeno un 30% però da questi casi ci guadagna anche molto bene, ed è in malafede ( proprio questo 30% è quello che va a eleggere le maggioranze fittizie che escono da leggi elettorali sostanzilamente anti democratiche ma sicuramente pessimamente rappresentative…)… le informazioni certo non mancano… ma oltre a quel 30% di italiani più o meno esplicitamente complici del “malaffare”, ce n’è un’altro 20% di parecchio ipocrita che è propnto a puntare il dito sempre ed in ogni caso sugli altri e mai ha provato a guardarsi allo psecchio… poi c’è ca. un 50% ( di italiani maggiorenni…) che sta in vario modo e misura soffrendo questi casini e che poco hanno contribuito a crearli… e questi pur sapendo parecchie cose dei casini e dei responsabili di detti casini rimangono o inermi o indifferenti…
Le potri fare un esempio di una persona illustr e sembrerebbe anche in buona fede, perlopiù una brava persona, personaggio pubblico , che egli stesso ad un’attenta analisi delle sue lodevoli parole ed analisi giuridiche e politiche, in fine dei conti risulta , ahinoi ipocrita, quasi in mala fede direi… Le potri fare l’esempio concreto con il nome di questo personaggio pubblico che sembra proprio rispettabile ed autorevole di primo acchito ed ascoltandolo normalmente…ma se ascoltano più attentamente i suoi ragionamenti e le sue parole emerge una sostanziale ambiguità ipocrita, un’incoerenza, alla prova dei fatti e laddove in un certo discorso si evideziava palesemente il mal funzionamento dello Stato, del parlamento in particolare lui tirava fuori un pricipio giuridico secondo il quale lo Stato doveva comunque esistere anche se palesemente “mal funzionante”, tutto ciò era detto a suo avviso in buona fede… a mio avviso non tanto…
per dire, che in fin dei conti manco le persone, almeno apparentemente più stimabili, sono per forza assolutamente affidabili…
E l’informazione buona quindi , che ormai molti italiani hanno o posso avere, a cosa serve o a cosa potrà servire ??
La lombroso dice, che in fondo ogni italiano ha delle responsabilità seppure minime per lo sfascio del Paese… penso che in parte questo ragionamento possa essere vero, ma ciò comporterebbe una certa malafede, o simile, in buona parte degli italiani…alla faccia della buona informazione, che ha comunque una sua utilità.
Sagge parole le Sue, gentile anonimo. Ma io personalmente sono stanco di pseudo rivoluzioni che consistono nel tirare il popolo da una parte anziché dall’altra. Il popolo deve essere, come un normale individuo, padrone delle proprie scelte e non subirle a seconda del vento che tira. Se si dà l’informazione giusta, la gente per lo meno sa dove si dovrebbe andare e quando la si imbroglia se ne accorge. Non è ancora rivoluzione, ma è già tantissimo. Del resto, se ogni tipo di regime come prima cosa mette le mani sull’informazione facendo di tutto per controllare capillarmente i media più diffusi, una ragione ci sarà. Ed è che l’informazione è l’arma totale. Loro lo sanno. E noi “rivoluzionari” no?
“Ma se non siamo noi, che abbiamo capito, ad informare e convincere gli altri, chi lo farà?”
Sig. Casiraghi , vorrei farLe notare che informazione non significa affatto rivoluzione…
L’ha ribloggato su Per la Sinistra Unita.
Rifletto su questa frase scritta da Mr. Simplicissimus: “Che possono saltare e gridare senza grandi limiti perché non c’è alcuna opposizione al pensiero unico, nessuna visione complessiva di un altro modo di essere della società, ma solo la contestazione disaggregata dei problemi via via più ampi che pone il liberismo e il suo esplicito piano di ritorno al lavoro servile.”
La mia reazione immediata è: verissimo, ma se non c’è una visione complessiva, creiamola noi! Più facile dirlo che farlo?
No, è esattamente il contrario: è più facile crearla, questa visione complessiva, che dirla. Crearla è una cosa “simplicissima”, è già latente negli articoli di questo sito e nelle nostre reazioni e commenti. La vera difficoltà sta invece nel dirla, nel comunicarla agli altri, a tanti nostri connazionali che, spesso, non hanno ancora capito neppure la lettera A dell’alfabeto di questa crisi e ci prenderebbero per esagerati, per allarmisti, per pazzi o non so più che.
Certo, a volte siamo trattenuti da ragioni anagrafiche, alcuni o molti di noi non sono più giovanissimi. Ma se non siamo noi, che abbiamo capito, ad informare e convincere gli altri, chi lo farà?