L’amnistia è la strada maestra, quella che non soltanto evita le conseguenze della condanna, ma cancella anche il reato, così che il Cavaliere ritornerebbe ad essere innocente per decreto. Così innocente da essere un’offesa alla giustizia. Secondo l’Espresso sarebbe questo ciò che stanno architettando i vertici del Pdl , ma temo anche quelli della Repubblica per salvare il Cavaliere. Del resto è anche l’unica soluzione possibile e praticabile, visto che potrebbe essere fatta passare come un provvedimento di clemenza generale per svuotare le galere affollate e così indurre il Pd a votarla..
Certo non è che ci caschi nessuno, ma nella ipocrisia totale delle larghe intese qualcuno può anche illudersi di salvarsi la faccia in questo modo. Soprattutto se poi attraverso le solite bugie si cerca di vendere una ripresina esistente solo nella fantasia, che giustificherebbe l’aggrapparsi disperato al governo anche a costo di fornire l’ennesima scialuppa a Berlusconi.
Non c’è modo di uscirne e del resto già da tre mesi questo discorso delle carceri piene era lì che stava lievitando in attesa che venisse buono per servirci la repugnante Torta del Cavaliere. D’altronde si escludono nuove elezioni perché – oltre ad esserci sempre il Porcellum che nessuno vuole davvero cambiare – ciò turberebbe i mercati, secondo una vulgata assai diffusa, quanto priva di sostanza. Ma nemmeno si può fare un nuovo governo perché Grillo ha proclamato la sua indisponibilità ad un’alleanza col Pd, non si sa dopo quali consultazioni e prefigurando un’occupazione abusiva di voto non meno evidente di quelle altrui.
Così sarà inevitabile mantenere come fosse un diamante prezioso l’agibilità politica dell’evasore fiscale, esaltatore di eroi mafiosi, mandante a mezzo stampa di vituperi nei confronti dei magistrati, uno che senza leggi ad personam e prescrizioni avrebbe collezionato mezzo secolo di carcere: insomma un delinquente al governo. E questo dovrebbe renderci credibili, ci dovrebbe evitare il destino di essere governati dall’esterno? Certo che no, ma ha poca importanza visto che sia il pregiudicato che l’amico premier sono così deboli che di fatto non sono altro che passivi esecutori con un po’ di autonomia solo sulle balle che ci raccontano. Berlusconi non è solo il nostro bandito e anche l’alibi degli altri.
C’è un elemento, riguardante il reato per cui è stato condannato Berlusconi, di cui nessuno parla evidentemente perché, o non conoscono i bilanci o hanno la coda di paglia. Se c’è stata evasione fiscale (solo 7 milioni dice B., ma si tratta di 14 miliardi delle vecchie lire!) ovviamente sono stati nascosti al fisco introiti che nella peggiore delle ipotesi sono almeno 20 milioni. Una vincita la Superenalotto. La domanda che sorge spontanea non è che percentuale è delle tasse pagate, come ci viene propinato con il consueto gioco delle tre carte dell’imbonitore, ma a cosa è servita questa gigantesca provvista. Le risposte stanno, almeno in parte, nei processi passati ed in corso del Cavaliere. Ma questo significa aver ammorbato la politica con una prassi corruttiva da cui è difficile che potremo uscire anche se B. fosse stato, come tutti quelli in grado di pensare si aspetterebbero, definitivamente fuori del gioco.
Non è il condannato che viene umiliato. Qualcuno parla persino di grazia.
Sono i diffamatori, quei sedicenti tutori della legalità, con la complicità del regime, che stanno umiliando la giustizia del Bel Paese, i quali ci stanno rendendo ridicoli agli occhi del mondo.
Condannare qualcuno senza prove, che sia Berlusconi o qualcun altro, è un crimine, anche se viene fatto in nome di una costituzione che ha fatto il suo tempo e dovrebbe essere rottamata.
Come al solito, la Corte di Giustizia Europea alla fine condannerà lo Stato, quindi noi, a pagarne le relative spese.
– da CocoMind.com – La voce del dissenso