Possibile che il Pd, o almeno i suoi vertici non si siano accorti del clamoroso errore che stavano commettendo nel dar manforte all’Aventino ad ore messo in piedi dal Pdl come protesta verso la Cassazione e la sua decisione di evitare l’ennesima prescrizione per il tycoon? Possibile che dopo una vita di antiberlusconismo come succedaneo della politica, si siano lasciati invischiare in un’azione che è ancora più grave dell’assedio al tribunale di Milano?
Non posso credere che questo ensemble “navigato”, il quale guarda con occhio sprezzante le ingenuità e l’inesperienza dei grillini, finisca per commettere errori dei quali si accorgerebbe persino un bambino e neanche troppo sveglio. Infatti è possibile che non sia trattato di un vero e proprio errore, ma di una mossa deliberata, anche se tendenzialmente suicida, per far capire a qualcuno che dopotutto il sistema politico non è affatto interessato a un’eventuale condanna di Berlusconi. Sarà anche dietrologia, ma tutto il marchingegno delle larghe intese e della cosiddetta pacificazione, presentata come necessaria alla salvezza del Paese, pare invece più che altro funzionale a salvare Berlusconi e buona parte di quella casta che potrebbe essere trascinata in qualche discredito se il tycoon disperato aprisse i cassetti.
Fantapolitica, si sarebbe detto una volta. Ma in assenza di politica ha una sua validità anche questa. Del resto l’inciucio cercato con assoluta determinazione, alla fine si è tradotto in un governo assolutamente immobile e inetto che è in grado solo di rinviare, tassare qui e là e raccontare balle grandi come l’Europa. Bastonato ogni giorno come i personaggi dei burattini dai numeri, dai downgrade, dall’evidenza del dramma italiano, rimane come paralizzato nel sorriso azzimato di Letta e nell’abusata retorica quirinalizia. Che ci sta a fare? Perchè mai è nato? Certo per salvare alcuni affari “comuni” come gli F35, per contrastare nell’ombra i referendum, per rassicurare la Merkel, per manomettere la Costituzione e darsi così una scialuppa di salvataggio per il futuro, ma si rivela ogni giorno di più inadeguato al compito di guidare il Paese e persino a quello di fare una nuova legge elettorale. Ma come rete di salvataggio di Berlusconi pare assolutamente perfetto: al Cavaliere ha dato tutte le chiavi di accesso e non si disdegna nemmeno la protesta bipartisan contro il potere giudiziario.
Quindi si potrebbe anche metterla così’: il Pd non ha in qualche modo aderito ad un’iniziativa eversiva pur di salvare il governo Letta, straordinariamente utile al Paese, ma il governo Letta – Napolitano è lì con il principale obiettivo di salvare Berlusconi, la cui caduta viene presentata dai giornaloni come un castigo di dio. E con lui un modus vivendi, interessi, opacità, apparati e relativi clan mediatici che si sono via sedimentati e che ormai agiscono di vita propria, senza alcun aggancio se non formale o rituale all’elettorato. Il Paese può aspettare ed è assolutamente normale che dopo tanta fatica, dopo aver trasformato il nemico in amico, dopo aver escluso a priori altre soluzioni arrivando a rieleggere un presidente quasi novantenne, crei scompiglio e confusione una Cassazione che rischia di rovinare tutto l’ordito semplicemente affrettando i tempi. Se errore c’è stato è nato dalla concitazione del momento che ha mostrato per qualche istante in deshabillé politico i manovratori. E certo la cosa non sta bene, specie in un Paese che viene lasciato in mutande.
TRATTATIVA STATO-MAFIA
La reazione stizzita oltremodo di King George alla richiesta di ‘Libero’ per un’eventuale grazia al tycoon Mubarak de noantri (scadendo addirittura nel volgare -e l'”abbassiamo i toni”? -) denota una coda di paglia quirinalizia lunga quanto quella di un megasauro argentino del Triassico (qui gli armadi tracimano di ossa come catacombe protocristiane…). Che ha fatto il “povero” (mi vien da dire) house organ il cui proto trovasi in quel di Arcore se non difendere il proprio editore di riferimento richiedendone semplicemente la grazia in caso di condanna definitiva? La reazione spropositata dell’inquilino del Colle trasuda nervi a fior di “viva e vibrrrante” epidermide. Bastava una nota in cui si spiegasse placidamente (come sempre in questi casi) che l’istituto della grazia, fra i poteri concessi all’organo Costituzionale della Presidenza della Repubblica, è limitato da fattori oggettivi, il principale dei quali è che per concedere la grazia il condannato dovrebbe almeno aver trascorso qualche secondo di carcere (anche se il Nostro Napo Orso Capo ha concesso con tempestività sospetta la grazia ad alcuni imputati poi condannati per gli abusi nell’affaire Abu Omar, in pratica gli agenti della CIA americani, non ricordo onestamente se i suddetti abbiano trascorso un giorno di carcere, ma guarda un po’…); inoltre ci vogliono altre condizioni. Ma questo lo si poteva ribadire senza la sfuriata esagerata che ‘Libero’ oggettivamente avrebbe meritato in millanta altre occasioni. Cosa c’è sotto?
Ferrara diceva che “siamo tutti ricattabili” ergo ne discende che ciò garantirebbe la nostra “fruibilità” nello scacchiere dei rapporti politici e sociali (capolavoro di cinismo e machiavellismo al cubo…). Beh, è triste ammetterlo, ma anche i più alti vertici repubblicani pare non ne siano esenti.
La Repubblica del dossieraggio. Ahinoi.
‘Quel dommage’!
a me fa venire in mente De Andrè “e mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo”. Ecco, hanno talmente sbragato che gli abbiamo visto il culo. Ed era ora, altro che supremazia morale!
L’Aventino a ore è perfettamente consono agli usi e costumi di casa Barlusconi