Renzi è un futuro segretario da un sogno, il Pd è un partito da un sogno. Il sindaco di Firenze si veste da Fonzie con una mise da sogno ed è naturale che con questi presupposti vada a pranzo con Briatore in un ristorante da sogno ( a proposito ma chi ha pagato, Pantalone da sogno, per caso?) come un aspirante manager di Apprentice e alla fine mica si è sentito dire “Sei fuori”, ma alla fine raccoglie il plauso del milionario, iperberlusconiano, evasore, giocatore, faccendiere, appassionato di piste e immortale inventore del bilionaire.
Cosa avevano da dirsi i due durante i lauto pasto a base di pesce con la straordinaria partecipazione del manager di Roberto Benigni senza Divina Commedia per l’occasione? Forse il sindaco ha chiesto un aiutino economico? E in cambio di che? Fatto sta che alla fine del pranzo Briatore ha dato un giudizio da sogno, incisivo, griffato, intelligente: “Finalmente uno che dice cose normali: se si candidasse premier lo voterei al 100%”. Insomma il Matteo gli garba di molto.
Cosa siano le cose normali per Briatore non è dato sapere, anche se si può intuire benissimo, ma si sa che gli animi e i pensieri elementari sono fatti per incontrarsi. Però c’è da domandarsi cosa ci faccia Renzi con questo pescecane, che logica ha nel suo tentativo di accreditarsi addirittura come uomo della sinistra Pd dopo essere stato il primo a chiedere l’inciucio?
Non so davvero come rispondere, ma è proprio un vizio: il sindaco di Firenze sarà anche presente come relatore al Ft Business of Luxury Summit organizzato dal “Financial Times” nella cornice del Palais Liechtenstein di Vienna, che si tiene da domani al 4 giugno. Parlerà assieme al ceo di Hugo Boss, Dietrich Lahrs, a Markus Swarovsky dell’ omonimo gruppo austriaco, a Moet Hennessy e tra i mille griffeur presenti, anche assieme ad Alexis Babeau, braccio destro miliardario Pinault che si dice abbia generosamente finanziato la campagna di Renzi per le primarie. Davvero un mecenate da sogno: Pinault passa per chiracchiano e sarkoziano, ma è ben noto che i suoi primi contatti con la politica lo hanno visto sodale di Jean -Marie Le Chevalier, che diventerà in seguito sindaco di Tolone per il Front National di Le Pen.
Non so esprimere quanta pena mi faccia un centrosinistra che aspetta di essere salvato da un piripicchio del genere. Ma un piripicchio da sogno.
Quello che molti nella sinistra non vogliono vedere (neanch’io vorrei vederlo!) è che la sinistra di questi anni e decenni non ha nulla a che vedere con la sinistra degli anni ’60. Sono due realtà addirittura contrapposte. Siccome non ci possono essere due destre, si parla ancora di destra e di sinistra ma in realtà sono due modi di essere “destra” oppure – sempre più – lo stesso identico modo di essere “destra”. Questo modo identico di essere di destra potrebbe essere definito “destra socialista”. D’altronde non è forse vero che la maggior parte dei leader della cosiddetta destra ha un’estrazione politica di sinistra? Non sono quasi tutti ex socialisti? E il rapporto tra Renzi e Briatore non ricorda forse quello tra Craxi e Berlusconi?
Il problema, però, è che una crescente fetta di elettorato non ha alcuna idea di cosa fosse la sinistra negli anni ’60 e fino alla caduta dell’Unione Sovietica. Per evidenti ragioni anagrafiche non hanno neppure la sensazione di cosa voglia dire essere un partito di sinistra antitetico alle destre, per cui è facilissimo abbindolarli affibbiando nomi diversi a cose che, in realtà, sono del tutto identiche. L’infatuazione della base per Renzi è, alla fine, la conferma che gli esseri umani hanno bisogno di pensieri precotti perché, da soli, non ce la fanno proprio a pensare, non si accorgono delle differenze, delle incoerenze, degli stratagemmi, e quello che risulta premiante e appagante per loro è solo il fatto di far parte di un partito vincente. Per questo stesso motivo gli elettori di Grillo si stanno rapidamente allontanando dal M5S perché non è più visto come un partito “vincente”. E il fatto di condividere degli ideali e di volerli realizzare a dispetto di ogni difficoltà con pazienza, tenacia e coerenza? Evidentemente non interessa a nessuno. La politica è diventata non solo panem et circenses ma anche fast food. Se i risultati non arrivano, al massimo, nei tempi supplementari si è subito pronti a cambiare la squadra del cuore!
ribloggato..
tutta invidia
certo se uno si è potuto fare dei grandi patrimoni senza che la magistratura ci abbia trovato nulla di irregolare qui da noi non è visto molto bene, ma qui da nojos , si sa, stiamo nel mondo delle banane e molti ancora non se ne rendono conto
…piripicchio… ah, ah…
grande!