vQFSO8KQ6Bd7ifxmioCO_qDCCfxwDbKRWDZwK0oeP29ZuvYtfeY0W3fB6uRI8ScWemM02wQ8dPXF1ZRjV7RALWMAj9k7D2obuVanBltwzikE02Y_9c5g3M7YKHanvaiyIn Italia le scuole rimarranno chiuse uno o due giorni a cause delle elezioni, ma in Ucraina sono chiuse da settimane così come pure le università per mancanza di riscaldamento e riapriranno solo col disgelo. La colpa ovviamente è del regime fantoccio di Kiev, ma soprattutto dei suoi burattinai occidentali, anzi in questo caso diciamo pure americani allo stato puro perché cercano di fare guerra alla Russia ( e molto anche all’Europa) servendosi anche dei disgraziati ucraini come scudi umani da sanzioni. Il fatto è che la Nazprom ucraina ha preso enormi quantità di gas dalla Gazprom russa senza pagarli, ma un arbitrato internazionale, ha stabiulito che la Gazprom dovrà dare due miliardi di euroi alla contendente semplicemente perché l’Ucraina versa in pessime acque.

Vorrei proprio guardali in faccia questo “arbitri” con le mani unte di hamburger, che fra l’altro hanno trovato il modo di decidere sulla questione, in campo da parecchio tempo, proprio due settimane prima del voto presidenziale russo, suscitando ancora di più le ire di Mosca e in primis della Gazprom la quale ha annunciato la risoluzione di tutti i contratti con l’Ucraina sul cui territorio passerà solo il gas destinato ai Paesi europei e alla pressione necessaria per rifornire unicamente quest’ultima: eventuali tentativi di appropriazione indebita saranno dunque considerati furto e soprattutto si riverbereranno sull’Europa che vedrà calare la quantità di gas disponibile. E del resto gli Usta stanno facendo di tutto, ufficialmente, ufficiosamente e  opacamente per impedire il raddoppio del gasdotto Nord stream che porterebbe tutto il combustibile necessario dalla Russia alla Germania senza passare per l’Ucraina.

Poroshenko non ha perso occasione per farne una battaglia nazionalistica e ha messo in piedi una grottesca campagna stampa facendo chiedere a vecchietti scelti ad hoc quanto freddo sono disposti a sopportare per sconfiggere gli invasori russi, ma la realtà è stata più forte perché il Paese è immediatamente entrato in crisi energetica, il direttore di Naftogaz si è dimesso  mentre la compagnia energetica ucraina dichiara di essere già costretta a effettuare una “selezione non autorizzata di gas”, ovvero a rubare il gas destinato ad altri paesi europei. Del resto già da anni Kiev compra il gar russo compra le eccedenze di gas russo destinato adl altri Paesi europei o prelevandolo direttamente o facendolo tornare indietro attraverso la Polonia e questo con il denaro prestato dalla Banca mondiale e dall’Fmi che ormai hanno chiuso i rubinetti. Ma non sempre bastano le briciole altrui: da due mesi i condomini sono riscaldati il minimo possibile, le scuole sono chiuse in qualche città è saltata la distribuzione di acqua potabile e ci si deve arrangiare con la neve che per fortuna non manca e anche gli ospedali sono costretti ad arrangiarsi: nella foto pubblicata all’inizio del post si vede l’ospedale di Bashtan dove il riscaldamento centralizzato è stato modificato con tubi volanti per scaldare solo alcune parti dell’edificio.

Alla fin fine siccome non si può confessare di aver creato un mostro, nè ci si può ritirare dall’Ucraina devastata dal golpe, finirà che il gas per Kiev lo pagheremo noi a dimostrazione della stupidità assoluta delle elites di comando europee che non sono riuscite a impedire e nemmeno a sottrarsi all’ennesimo disegno di isolare la Russia. Una menzione particolare merita la lungimiranza del governo della Merkel che dopo essersi fatto coinvolgere e compromettere mani e piedi nella naziamericanizzazione di fatto dell’ Ucraina si è visto mettere i bastoni fra le ruote sul gasdotto Nordstream facendo impantanare la Germania e l’Europa nella palude di Kiev e delle sue deliranti logiche.

Adesso vedremo cosa diranno i burocrati europei quando avranno terminato il loro week end e finito di compiacersi o dispiacersi, alla luce della loro grande perspicacia, per i risultati del 4 marcio italiano. Ma è evidente che ormai tutto si va sgretolando.