Anna Lombroso per il Simplicissimus
È stata la fervorosa Ministra Boschi in Conferenza dei capigruppo a sollecitare un rapido svolgimento dei lavori, senza le rituali 24 ore di riflessione, per iniziare la chiama subito. Era giovedì, il giorno dopo sarebbe cominciata la fiera delle vanità alla Leopolda e il governo mica poteva stare ai comodi di gufi, verdi di ritorno, disfattisti animosi e misoneisti, pronti a rottamare lo Sblocca Italia. Non aveva ragione di temere, anestetizzati dal ricorso ormai abituale alla fiducia, concentrati sull’unico tema sul quale come canarini in gabbia osano un battito d’ala, gli appartenenti alla grosse coalition, malmostosi compresi, hanno votato compatti, i voti favorevoli a Montecitorio sono stati 278, 161 i contrari e sette gli astenuti. Adesso il decreto andrà in votazione accelerata, senza sorprese e senza obiezioni, l’11 novembre.
E con questo non ci resta niente, stato sociale ridotto allo scheletro, lavoro ridotto a schiavitù, dove l’unico diritto è quello di faticare incerti e ricattati, beni comuni in svendita, democrazia e partecipazioni sospese, territorio, risorse, paesaggio messe in un pilone di cemento come fanno i gangster. Vale la pena di ricordare i pilastri su cui si regge l’oltraggio al Bel Paese, già più bucherellato del groviera: il pensiero forte, l’ideologia che ha ispirato il provvedimento, compiendo quello che Berlusconi aveva vagheggiato- e immaginate che insurrezione se quel decreto avesse avuto la sua firma – è il riconoscimento della prevalenza dell’interesse proprietario. Ai proprietari delle aree viene riconosciuto il “diritto di iniziativa e di partecipazione” nei procedimenti di pianificazione. Tanto che ai soggetti istituzionali – Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato – si raccomanda nell’esercizio delle rispettive competenze, di estendere anche ai “privati che partecipano alla pianificazione” gli stessi principi che regolano i rapporti interistituzionali (leale collaborazione, sussidiarietà, trasparenza ed altri ancora). Delegittimando esplicitamente i principi fondativi che stanno alla base del processo di pianificazione, che spetta a pieno titolo alla sola sfera pubblica, costituendo una delle attività più qualificanti delle amministrazioni pubbliche, e in particolare dei Comuni.
Pensando all’estetica di governo, fa tremare le vene dei polsi l’espressione “rinnovo urbano”, con le velleità del sindaco futuro premier: ricostruzi0ne di facciate michelangiolesche, battaglie taroccate, roof garden con vista su Santa Maria dei Miracoli, mattonelle in piazza e Tav sotto. Anche in questo contesto la volontà dichiarata è quella di riaffermare il ruol0 egemone e licenza di azione illimitata ai privati, soggetti alla pari in negoziazioni con l’amministrazione, tanto che si ipotizza addirittura la possibilità in caso di accordo tra le parti, di realizzare gli interventi anche in assenza di pianificazione operativa o in difformità da questa. E se nell’ambito di un consorzio tra proprietari interessati alle opere, qualcuno dovesse obiettare e non aderire alle scelte della maggioranza, potrà essere punito con l’espropriazione senza appello del suo alloggio.
Ma non basta: il decreto prevede una proroga sfrontata delle concessioni autostradali fino al 2038 (in cambio di 10 miliardi di investimenti che avrebbero dovuto essere già realizzati) che ha suscitato critiche perfino dall’Autorità Antitrust che da quella dei Trasporti. A scopo dimostrativo, per far sapere chi comanda, imprese poco trasparenti in odor di corruzione, di irregolarità di speculazione, enti sleali nei confronti dell’interesse generale, sono ben presenti tutte quelle semplificazioni autorizzative negli appalti che hanno spinto Bankitalia e l’Autorità Anticorruzione a denunciare un ‘probabile incremento dell’illecito e dell’illegale. Sarà il ministero delle Infrastrutture, preminente rispetto a Ambiente e Beni Culturali a prendere la decisione finale per i cantieri in aree archeologiche, come la Metro C di Roma, che tanto i i controlli ambientali e i vincoli paesaggistici come tutto il sistema di vigilanza e di autorizzazione, sono affievoliti. La cementificazione del demanio pubblico inutilizzato viene generosamente affidata ai famigerati fondi immobiliari, quelli del disastro americano e del contagio spagnolo, greco, portoghese. Trivelle e inceneritori rientrano nell’ambito delle “opere strategiche di interesse nazionale”, riconoscimento che sembra non essere dovuto alle opere di tutela e salvaguardia e nemmeno a quelle di riassetto idrogeologico.
Nel provvedimento nemmeno si citano obiettivi di contrasto al consumo di suolo. Si sa che i dati Istat contano solo se sono funzionali a scelte dall’alto, se non guidati, certamente interpretati come i sondaggi. Così a nessuno è interessato il dato disfattista che ostacola il costruttivismo di governo, quello della recente forte crescita di suolo consumato: meno di venti anni fa, l’occupazione era pari alla metà. A fronte di questa dissipazione, che significa distruzione di sistemi idrogeologici e di conseguenza dissesti, oltre che perdita di paesaggio – le politiche urbanistiche hanno promosso un’abnorme quota di volumi, spesso vuoti, edificati nella “città diffusa” italiana: gli appartamenti inutilizzati sono più di sette milioni, circa 20 milioni di stanze vuote, quasi un alloggio su quattro è disabitato e spesso nemmeno completato, come una scatola mal confezionata.
C’è poco da interrogarsi sull’ossessione costruttiva dei nostri governi: tirar su case non risponde a una domanda sociale ma ubbidisce ai nuovi comandi della rendita immobiliare convertita al gioco d’azzardo finanziario, l’edilizia ai tempi di Berlusconi, Monti, Renzi è al servizio della costruzione degli edifici virtuali dei fondi d’investimento o di risparmio gestito, oltre che degli investimenti finalizzati al riciclaggio del capitale illegale e criminale. Per non parlare dell’altra asfissiante coazione a costruire, quella delle grandi opere, che non scema nemmeno in presenza della conversione folgorante dei suoi fan, come quel vicepresidente della Commissione Trasporti di Palazzo Madama, Stefano Esposito (Pd) che ha scoperto improvvisamente che c’è del marcio in Val di Susa. In pochi anni la spesa prevista per l’Italia della Tav è passata da 2,9 miliardi a 7,7 miliardi, circa il 165 per cento in più, mentre nei documenti del governo la cifra è sempre stata inferiore ai 3 miliardi, come indicato nel progetto definitivo all’esame del Cipe. «Se le cifre sono queste io chiedo al governo di sospendere i lavori, rinunciare all’opera e pagare le penali alla Francia», dice Esposito.
Chissà se potremmo aspirare ad altre tardive ma utili rivelazioni a proposito del Mose, dell’Expo, del Ponte di Messina, delle tratte autostradali che nessuno percorrerà in un Paese sempre più immobile sotto il peso di nuove miserie, quelle delle tasche, della speranza, dei diritti seppelliti sotto una colata di cemento maledetto.
ah… LA LEGALITÀ ALL’ITAGGLIANA….
La soluzione per correggere lo scollamento tra visione politica di detti parlamentari “P…I” e quella dei “comuni cittadini ??
NON ridurne il numero ( statisticamente nell’abbondaza è più facile trovare alcuni politici di “qualità”, soprattutto qui in Italia dove la cultura politica è quello che è…), o riducendo il numero solo minimamente chessò del 10% max… ma ridurne immediatamente gli emolumenti ed indennità, per riportarli con la testa sul pianeta terra, in Itali particolarmente, e non lasciare vagare contati “cervelli in funga”, nei meandri dello spazio infinito…
a condizioni economiche buone, ma ragionevoli (indennità ed emolumenti) ,rapportate alla effettiva levatura politica, per “””meritocrazia””” , ma direi più precisamente per produttività effettiva, sostanzialmente ,politicamente-democratica potrebbe corrispondere una forma mentis più politicamente democratica, più sensibile ai problemi dei cittadini … quando si vive nel modo viziato e strapagato politicante all’italiana, probabilmente diventa difficile essere o quanto meno rimanere RAGIONEVOLI …
@Casiraghi
puoi anche leggere qui:
http://www.repubblica.it/politica/2013/12/08/news/zagrebelsky_schiaffo_dalla_consulta_ma_lo_stato_deve_sopravvivere_e_il_parlamento_legittimo-72984828/
“In più chiedo ai giuristi che leggono questo blog quale costituzionalità possa avere una disposizione sulla fiducia che neghi alla radice tutto l’impianto costituzionale minando alle basi il principio della rappresentatività del cittadino tramite il parlamento. Infatti bypassare il parlamento significa in ultima analisi bypassare il cittadino e NON essere democratici. Come mai allora nessuno ha mai sollevato l’eccezione di costituzionalità della norma che è in essere da decine di anni? Evidentemente sono decenni che l’opportunità di fare il bello e il cattivo tempo, grazie alla fiducia, piace sia a destra che a sinistra senza differenza alcuna.”
non essendo propriamente un giurista ma non essendo nemmeno del tutto ignorante, per come la penso io, la questione non è poosta correttamente… il problema di democraticità non sta nella fiducia, ma perlopiù nelle leggi elettorali maggioritarie (“”acerbo”””), e magari senza la possibilità della scelta delle preferenze in una lista dei candidati… così si trasforma il parlamento in una congrega di compari e yess men per nulla legati alla effettiva rappresentaza popolare, ma legati a vincoli vasallatici nei confronti dei segretari-leader di partito e così si ha l’OLIGARCHIA CREMATISTICO POLITICANTE, e non più la democrazia fosse pure rappresentativa ( al giorno d’oggi, in effetti non c’è ne democrazia ne rappresentanza popolare dei cittadini…) … la questione di fiducia il governo la pone per verificare l’appoggio della maggioranza politica… ma oggi c’è solo una maggioranza politicante, che si adegua supinamente ai diktat di governo in quanto formata da gente eletta in modo quanto meno illegittimo come già sentenziato dalla Corte Costituzionale e mi sembra dalla corte di Cassazione … NON ESISTE UN OBBLIGO STRETTAMENTE LEGALE DI APPOGGIARE UN QUALSIASI GOVERNO CHE PONGA LA QUESTIONE DI FIDUCIA, QUINDI IL PORRE LA FIDUCIA È UN ATTO LEGALE E LEGITTIMO DEL GOVERNO, il problema per dirla in modo anche volgare È, che se la matrice per l’elezione del parlamento è una legge elettorale “PORCATA”, da quella matrice ne deriverà un parlamento costituito da
P…..I , o da yes men, rappresentativi solamente della loro forma mentis vassallatica … alla faccia dei principi cardine delle democrazie liberali , ma anche pluralistiche: libertà, uguaglianza e solidarietà … quanto sono in realtà liberi, anche in termini economici, in un periodo di crisi, di scegliere detti parlamentari “yes men” ??
Ho già detto di non potermi considerare un giurista, ma neanche un totale inesperto…
La democrazia cammina sulle gambe di ogni cittadino, criticamente democratico … esiste, effettivamente, senso critico con la propaganda informativa strutturata su oligopoli informativi ??
La cultura italiana, è una cultura criticamente democratica , o è una cultura perlopiù familista, retrograda, e clientelare ?
In parlamento, quanti in realtà sanno quale sia il valore della democrazia anche in termini economici ??
Esiste reale democrazia in un Paese che dicendosi democratico è occupato militarmente da più di 60 anni ??
È democratico un Paese che rinuncia ad uno degli strumenti anche fondamentali di politica economica, e cioè la moneta “sovrana” ??
Se si recepiscono le leggi europee in modo pressoché automatico con una legge di “recepimento-conversione” con scadenza annuale, senza valutare attentamente se dette leggi europee garantiscano la parità di trattamento effettiva fra gli stati nazione della zona euro, si sta rispettando l’articolo 11 della Costituzione ?
La Corte costituzionale tedesca ha detto che ogni legge europea deve essere conforme alle leggi tedesche e soprattuto alla costituzione tedesca ( o molto simile !!), in quanto l’organo legislativo europeo ( direi la comissione UE perlopiù, che è anche l’esecutivo UE), non è organo democraticamente rappresentativo di un popolo europeo che peraltro non esiste, come mai qui da noi si recepiscono le leggi europee presoché in automatico considerandole fonte primaria del di ritto o equiparabile ?
com’è che si ratificano trattati su trattati perlopiù penalizzanti per l’Itali tipo fiscal compact ?
Dove sta la democrazia in tutto ciò ??
Se da un parlamento illegittimo, viene eletto un presidente della Republica ( per la 2a volta…), dove sta la legittimità Costituzionale in tutto ciò ??
pricipio di continuazione degli organi dello stato o simile…
ma la Corte di Cassazione dice che tale principio a fronte della legge elettorale illegittima ( la “porcata”…), si sostanzia nel fatto che questa legislatura deve durare solo per attuare provvedimenti urgenti e per concordare eventualmente una nuova legge elettorale CONFORME alla Costituzione ( o dice cose molto simili… dovresti fare delle ricerche sul web…) … e Renzi che vuol fare ??
Addirittura riforme costituzionali, e una legge elettorale ancora maggiormente distorta in senso “”””””””MAGGIORITARIO””””””””””””” (nel senso di permettere la costituzione di maggioranze politiche, legalmente FITTIZIE…) ed autocratico ( ancora la mancanza della possibilità di esprimere le preferenze…).
Noto un paio di cose. Il voto di fiducia, che non a caso non era stato previsto dalla Costituzione originaria ma fu reintrodotto molto più in là (nel 1971), consente al capo del governo di fare letteralmente tutto quello che vuole, soprattutto in una situazione in cui il presidente della repubblica sia d’accordo con lui e non rimandi alle camere i provvedimenti. In pratica, si tratta di una dittatura mascherata perché la maggioranza dei parlamentari piuttosto che andarsene a casa o disobbedire ai propri capipartito preferisce dire di sì a qualsiasi nefandezza rinunciando al proprio dovere di rappresentare i cittadini per non dover rinunciare al proprio stipendio e ai propri privilegi. Questo mi fa pensare che se Mussolini fosse stato furbo avrebbe potuto far votare le leggi limitative dei diritti dei cittadini di origine ebraica e altri orrori con il voto di fiducia, senza neppure bisogno, dunque, di instaurare una dittatura e, anzi, passando alla storia come un autentico democratico. La riprova è che lui è considerato un dittatore mentre Prodi, Renzi, Letta, Monti, Bersani, Berlusconi, D’Alema eccetera sono dei politici democratici anche se la loro specialità è sempre stata quella di governare bypassando il parlamento. In più chiedo ai giuristi che leggono questo blog quale costituzionalità possa avere una disposizione sulla fiducia che neghi alla radice tutto l’impianto costituzionale minando alle basi il principio della rappresentatività del cittadino tramite il parlamento. Infatti bypassare il parlamento significa in ultima analisi bypassare il cittadino e NON essere democratici. Come mai allora nessuno ha mai sollevato l’eccezione di costituzionalità della norma che è in essere da decine di anni? Evidentemente sono decenni che l’opportunità di fare il bello e il cattivo tempo, grazie alla fiducia, piace sia a destra che a sinistra senza differenza alcuna.
La seconda riflessione è questa e riguarda Beppe Grillo. La cosa che ho notato in questi anni è che Grillo non ha mai un’opinione se non quella espressa nel suo mitico programma. Quando si va a cercare cosa pensa o cosa ha detto Grillo sulla nuova drammatica deregulation edilizia di cui parla Anna Lombroso in questo articolo non si trova nulla. Grillo non ne parla, anzi nessuno ne parla. Ogni tanto ci sono sì interviste o articoli di esperti su argomenti similari ma gli intervistati non sono il movimento, non lo rappresentano e non ci dicono nulla su cosa pensi Grillo. La cosa è semplicemente incredibile tenendo presenti le notevoli implicazioni per tutta la popolazione italiana di questo vulnus costituzionale sia in termini di sicurezza (problematiche ambientali) che di certezza di non poter essere espropriati ogni volta che ad un costruttore salti il ghiribizzo di edificare alcunché proprio dove abitiamo noi. Lo sottolineo perché Grillo è l’unica opposizione numericamente consistente in parlamento e più di una volta ho notato che preferisce intervenire quando si manifestano le conseguenze negative di una legge iniqua (momento in cui è elettoralmente redditizio fare rumore) rispetto a quando è nata la legge iniqua, momento in cui si poteva ancora fare qualcosa ma che evidentemente non possiede altrettanto appeal mediatico.
Si parlava di eventuale equivalenza di criminalità organizzata e stato. Per chi pensava che si stesse un po’ esagerando questo post contribuisce a ribadire il concetto in modo tombale e ridefinisce l’Italia come un paese simil-sudamericano (o indiano) dove i costruttori fanno fare quello che vogliono ai “rappresentanti” del popolo, sono una sola cosa con loro. Ossia, l’Europa è come Portorico come titolò con preveggenza Mr. Simplicissimus in un suo post recente.
Per quanto riguarda invece la sostanza, lascio perdere il discorso del degrado del territorio perché, pur reale, si riferisce a catastrofi non immediate e per come siamo fatti noi umani ciò che non è vicino a noi nello spazio e nel tempo è considerato inesistente, se non da noi, dal nostro inconscio. Mi concentrerei invece su un fatto concreto che può riguardare tanti di noi mettendone a repentaglio perfino la casa. Uno dei sistemi classici con cui i costruttori operano quando hanno la briglia sciolta è quello di individuare quartieri anzianotti abitati dalla classe operaia o dalla classe media non benestante e fare questo ragionamento: cosa succederebbe se al posto di queste case arcivecchie, riuscissimo a convincere il comune a demolire tutto e ricostruire un quartiere modello per ricchi?
Prima di questa legge un’amministrazione locale non avrebbe mai autorizzato la demolizione di un vecchio quartiere ma grazie a Renzi, vero salvatore dell’Italia ricca e gangsteristicamente attrezzata, la cosa si potrà fare in un battibaleno. Le cateratte si sono aperte, ora è solo questione di tempo e di registrare tutto quello che succederà, dapprima a mo’ di tentativo per vedere come reagisce l’opinione pubblica e poi, una volta appurato che non ci sono reazioni, sempre più frequentemente.
Dopo questa legge, se fossi un agente immobiliare coscienzioso consiglierei chi dovesse avere proprietà periferiche o in zone degradate o in corso di degrado di cederle rapidamente per acquistare proprietà magari più piccole ma in zone che non potranno mai essere assoggettate a demolizione perché ci vivono le persone ricche, gli studi legali, i giudici, gli stimati professionisti e la gente bene insomma. L’Italia è ridiventata Ottocento, per adesso si picchia chi protesta, presto si sparerà alla rinfusa come succede classicamente in India dove la polizia locale utilizza da sempre gli stessi metodi che usavano gli inglesi colonialisti per reprimere le proteste di piazza dei colonizzati.