Con la decapitazione del reporter (?) americano da parte di un inglese accorso sotto le bandiere del Califfato, l’emotività ha raggiunto il diapason e dunque l’accumulo di potenziale psicologico sufficiente per far accettare un nuovo stato di guerra e il l’export umanitario di armi. Ma con esso anche la disattenzione necessaria a coprire cosa si nasconda dietro l’Isis, anche se è inevitabile constatare che i suoi seguaci siano stati armati fino all’altro ieri proprio dagli Usa in funzione anti Assad. Ma se guardiamo la foto in alto vedremo il senatore John McCain, – noto avversario di Obama nelle elezioni del 2008, ma da dal 1993 presidente dell’International Republican Institute, una Ong fondata da Reagan per estendere le attività dei servizi segreti anglosassoni- che parla con Ibrahim al-Badri (il primo a sinistra) oggi conosciuto come Abu Bakr al-Baghdadi, vale a dire come capo del califfato.
La foto scattata nel novembre 2013 non la vedrete sui giornali: si riferisce a un viaggio, peraltro illegale, di McCain in Siria in una località vicina al confine turco per incontrare lo stato maggiore dell’Esercito siriano libero una delle maggiori organizzazioni anti Assad. Non fu possibile mantenere del tutto segreta la natura dell’incontro per via delle proteste di Beirut dal momento che McCain aveva visto anche l’organizzatore del rapimento di 11 pellegrini libanesi sciiti, Mohammad Nour, (al centro della porta nella foto a destra) e così il senatore dovette dire qualcosa sul viaggio e soprattutto sul fatto che l’Esercito siriano libero era formato ” da moderati dei quali ci si può fidare”. Eppure il futuro califfo compariva già da due anni nella lista dei cinque terroristi più ricercati negli Usa, con una taglia da 10 milioni di dollari e nell’elenco del Comitato per le sanzioni dell’Onu come membro di Al Qaeda. Per di più al momento dell’incontro al-Baghdadi, aveva già fondato il califfato pur facendo ancora parte dell’Esercito siriano libero. Strana vicenda quella in cui uno degli elementi di spicco dell’opposizione ha contatti diretti con chi viene considerato un pericoloso terrorista dall’amministrazione in carica, anche se questa è una delle coperture più efficaci.
Fatto sta che nel gennaio di quest’anno il Congresso Usa, probabilmente su consiglio dell’emissario McCain ha votato segretamente il finanziamento al Fronte Al-Nusra (vivino ad Al-Qaeda) e all’Emirato Islamico in Iraq e nel Levante fino al settembre 2014. La notizia data dalla Reuter, non è stata ripresa da nessuno. Senza dire che già precedentemente, come risulta da comunicazioni interne del ministero degli Esteri del Qatar (qui) 5000 jahidisti furono addestrati nella Libia ancora controllata dalla Nato e che 2,5 milioni di dollari furono consegnati al futuro califfo in persona. Tutto questo ci spinge verso una sola conclusione e che cioè che l’Isis è l’ennesimo asset della geopolitica occidentale, in questo caso volto a spaccare definitivamente l’Iraq. Poco importa che poi i mostri di volta in volta creati e combattuti sfuggano al controllo e intere popolazioni siano travolte perché il bilancio è sempre profittevole, anche se non soprattutto sul piano interno: si pensi solo come il feticcio del terrorismo sia servito a ridurre le libertà democratiche, come le paure iniettate nelle società occidentali facilitino lo smantellamento dei diritti, come la creazione di un nemico serva a distrarre dal progetto oligarchico in atto. Non a caso il potere, anche quello del tutto marginale, reagisca violentemente e incoerentemente quando solo si osa proporre una trattativa con l’avversario: si potrebbe scoprire che il Califfato siamo noi.
In risposta al Signor Casiraghi sono completamente d’accordo. In parziale ammenda a (sia pure) velata critica, volevo dire che molti di noi queste cose le hanno gia’ capite e assorbite, tramite lettura e osservazioni. E’ certamente auspicabile che la gente si informi. Anni fa, alla Malpensa, ero seduto vicino a un tale dalla fisionomia familiare. Viaggiava con un amico (accademico storico venduto anche lui al sistema) a cui ho chiesto chi era quell’altro. Si trattava di Robert McNamara, l’architetto e il falco del Vietnam. Il quale – dopo 3 milioni di vietnamiti napalmizzati – ha avuto il fegato di pubblicare un libro in cui spiega che la guerra del Vietnam era “sbagliata”.
Attribuisco a questo non-voluto incontro una certa avversione pre-condizionata alle esternazioni degli assassini-di-massa in passerella. Sia che giustifichino le loro posizioni o che se ne pentano.
Ciao Voltaire1964, in realtà, se leggi bene il mio commento, quello che suggerisco è che per battere chi pensa ingenuamente che “sono solo teorie del complotto” oppure che “gli americani ci hanno salvato dal fascismo” il sistema più efficace è quello di far vedere non che noi, critici del sistema, diciamo certe cose ma che sono gli americani stessi a dirle e, addirittura, gli americani cui è demandato il compito di formulare le politiche da applicare al resto del mondo come appunto Brzezinski o Kissinger. I loro libri dicono esplicitamente quello che da noi è sempre stato taciuto e non leggerli significa privarsi di prove documentali di inestimabile importanza perché ci permettono di passare dal “io la penso così” a “io ti dimostro che è così”. E non è cosa da poco.
Qui da noi c’è una sinistra che ritiene ancora che gli americani ci abbiano liberato dal fascismo, anziché pensare, più correttamente, che hanno sostituito ad un regime apertamente autocratico un regime nascostamente autocratico e, in realtà, ancora più aberrante nel suo servilismo verso una potenza straniera. Leggendo il libro di Brzezinski intitolato “The Grand Chessboard” si dice chiaro e tondo che l’Europa è un vassallo degli Stati Uniti e si spiegano per filo e per segno le strategie americane consistenti nel far credere agli “alleati” di avere una qualche influenza nelle decisioni collettive che, in realtà, sono prese solo dagli USA e negli interessi esclusivi degli USA. Tutto è scritto nero su bianco e dimostra quello che ho sempre sostenuto ossia che i cosiddetti complotti non esistono perché tutto è documentato fino alla nausea, siamo solo noi a non volerne prendere atto e a guardare dall’altra parte. Certo, sia Brzezinski che anche Patrick Buchanan, un altro signore di destra che vale la pena di leggere per scoprire in controluce come stiano veramente le cose, ragioneranno sempre da “geopolitici” e non ti diranno mai che la geopolitica è la copertura ideologica che serve a nascondere una verità banale e ovvia, ossia che sono le entità economiche che hanno tutto da guadagnare dalla guerra a creare le ideologie che servono a coltivare focolai di guerra in tutte le parti del mondo: fabbriche d’armi, imprese dedite alla ricostruzione di ciò che è stato distrutto, banche che vivono dei prestiti fatti alle nazioni belligeranti, grandi speculatori di borsa eccetera. Il fatturato di tutte queste aziende messe assieme rappresenta una forza d’urto capace di comperare senza fatica le coscienze di qualche migliaio di politici che, nelle varie parti del mondo, entrano ormai in politica apposta per essere comperati o cooptati.
Il nemico da battere non sono gli Stati Uniti. Il nemico da battere è questo fatturato, questa congerie di aziende potentissime, che hanno sempre più denaro per comprare sempre più politici e che, per vendere sempre di più, creano sempre nuove ideologie per poter portare la guerra e la distruzione anche nel cuore delle nostre città attraverso la militarizzazione della polizia, cosa già ben avviata negli Stati Uniti e che arriverà presto anche da noi complice la nuova metodologia del calcolo del PIL che permette di scomputare le spese militari. Ma il nemico da battere è anche l’ingenuità della gente che appoggiando con grande fiducia ed entusiasmo i propri massacratori finisce per conferire a un blocco di potere già micidiale il crisma dell’invincibilità. Chiunque si trovi a discutere di queste cose con la persona della strada si troverà dinnanzi a un muro di cieca fiducia che non è facile scalfire. Da questo punto di vista anche gli ideologhi del potere americani, per quanto condannabili, hanno un ruolo da svolgere, un’autorevolezza nel fornire prove dirette che a noi manca. Se lo diciamo noi, si potrebbe dubitare ma se lo dicono loro c’è da crederci.
Per quanto la lettura vada sempre incoraggiata, non e’ necessario leggere i libri di Brzezinski per valutarne sia i programmi che il carattere. Brzezinski e’ un diabolico cripto-sionista, autore e succube della cabala del terrore usa. L’idea, che solo il cieco mentale non vuol vedere, e’ di trattare il mondo come una congerie di province americane, a cui dettare comandi che vanno eseguiti pena la distruzione. I comandi possono essere diretti o tramite altre cabale come la cosiddetta Unione Europea. Che di unione ha il titolo e di europeo non ha altro che quisquilie, pinzillacchere e specchi per le allodole per mascherarne il vero intento – la medievalizzazione del continente tramite i vari burattini comandati locali, le cui le malefatte e iniquità sono esposte da questo giornale.
Purtroppo la coscienza collettiva, addormentata o drogata dagli asserviti media di regime, non si rende conto che il primo passo verso un progresso di civiltà sarà il liberarsi dalle catene (e basi militari) USA. Mentre negli angolini della sinistra storica si discutono arcane e tomistiche interpretazioni di questo o quel passaggio di Marx. E si ipotizzano assurde ed impossibili insurrezioni internazionali di lavoratori, come se la storia si fosse fermata al 1917.
Lo scenario piu’ probabile è quello di un cosmico esercito di pecore, beate e felici di essere “libere” di sacrificare vello e vita sull’altare dell’imperialismo neo-liberista, predicato ad nauseam dai Brzezinski di turno.
Come gia’ ammoniva Orazio, “…nam tua res agitur, paries cum proximus ardet” (…anche tu sei in pericolo quando brucia la casa del vicino). Ennesimo ammonimento inutile, visto che il padrone ha anche comandato di mettere l’umanesimo nel cesso e i rispettosi burattini si adeguano.
http://www.yourdailyshakespeare.com
Segnalo il seguente contributo sul sito Megachip-Globalist che ritengo straordinariamente istruttivo: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=108439&typeb=0&Il-chiarimento-del-caos-Perche-gli-USA-usano-l-ISIS-per-conquistare-l-Eurasia
Ne approfitto anche per fare della “pubblicità” al sito http://www.scribd.com che ha varato da poco la possibilità di leggere centinaia di migliaia di libri inglesi e americani al prezzo di 8,99 dollari al mese. Io ne sto approfittando per leggere tutti i libri di Zbigniew Brzezinski, che è l’ideologo USA più importante e influente ed è diretto responsabile dei progetti di “conquista” dell’Eurasia che poi si estrisecano con le primavere arabe, i califfati e quant’altro. Contro ai negazionisti dei complotti (che sono in realtà tutt’altro che complotti ma, anzi, dei programmi operativi strutturati in modo estremamente complesso e dotati di grande fluidità interna in modo da potersi adattare anche a scenari contradditori) non vi è nulla di meglio che un libro di Brzezinski, che li mette tutti a tacere.