YIZZ1YPJ-kfLI-U10202101504549xRD-426x240@LaStampa_itAnna Lombroso per il Simplicissimus

Certo che per essere un popolo di navigatori e di poeti, se con i secondi abbiamo una gran sfiga tra Volo, Moccia, la Mazzantini e la Tamaro, con le navi peggio mi sento: Costa crociere, scorte mercenarie in India,multipiano a San Marco, naufraghi abbandonati ai flutti e così via dicendo.

Il ministro Lupi, meritevole di fregiarsi del soprannome di un suo  predecessore della Prima Repubblica, abominevole uomo della navi, ci rassicura: non ci sono rischi per il transito tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio dei  container contenenti le armi chimiche siriane e per le operazioni di trasferimento dal cargo danese, che sta aspettando di caricarle al largo di Latakia, alla nave Usa Cape Ray che poi le distruggerà in mare aperto.  Ed è conciliante la ministra Bonino, convertitasi con entusiasmo ai war game che per qualche istante le danno l’illusione di rappresentare una nazione e non un’espressione geografica al servizio dei Grandi: rivendica con orgoglio che si tratta “della più importante operazione di disarmo degli ultimi dieci anni”. Ma a essere disarmati sono soprattutto i cittadini di Gioia Tauro, i cui legittimi timori sono interpretati dal sindaco che ha in animo di emettere   un’ordinanza per chiudere il porto, temendo addirittura per la sua vita, che «se succede qualcosa mi vengono a prendere con i forconi…».

Ma il governo non recede, per via di quella dimostrata  vocazione all’assoggettamento ai padroni nazionali ed esteri e tranquillizza:  «L’operazione sarà svolta secondo i più alti standard di sicurezza e di tutela dell’ambiente», ricordando che si tratta di «un contributo concreto e imprescindibile a garanzia della stabilità e della sicurezza nella regione mediterranea e mediorientale» , come confermato dalla presenza consolatoria del direttore generale dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, Ahmet Uzumcu, venuto di persona per «ringraziare l’Italia del generoso contributo».

Gioia Tauro è stata scelta perché è «un’eccellenza italiana», un porto «specializzato in questo tipo di attività», ha detto Lupi, ricordando che la decisione è stata decisione  ha ricevuto il concorde assenso dei  ministri di Difesa, Interni, Infrastrutture, oltre all’Istituto per la protezione dell’ambiente, la Guardia costiera e le Dogane. E intanto il Pd plaude al contributo che l’Italia fornisce alla pace, facendo la sua parte nel progetto.

Ecco., tutti contenti? Noi magari un po’ meno. Non solo perché siamo nel Paese della Terra dei Fuochi, dei signori del malaffare impegnati nei brand più velenosi, siano di accertata appartenenza alla mafia o solo alla criminalità d’impresa, apparentemente legale, non solo perché anni di disimpegno nella ricerca, nell’innovazione e nell’istruzione segnano un ritardo tecnologico e scientifico, non solo perché a fronte di questo ritardo si registra invece un’accelerazione  nella proliferazione di traffici illeciti, appalti e incarichi opachi, in quel clima di arbitrio e privilegio che premia i soliti noti a prescindere da capacità e eccellenze.

 È che questo è un episodio simbolico e dimostrativo della riduzione di uno Stato a trampolino di lancio per missili, a base logistica per missioni infami,  a acquirente coatto di armi e prodotti bellici scadenti, a fornitore di manodopera militare per le guerre degli altri, come è inevitabile che sia per un Paese a sovranità limitatissima, afflitto da governi sempre meno eletti e sempre più asserviti.

E d’altra parte è una legge del contrappasso che ci meritiamo dopo aver fatto dell’export di veleni tramite navi un business, incuranti delle conseguenze ambientali e morali, in uno sgangherato e avventato colonialismo da paese straccione ai danni di paesi più sfortunati, contribuendo a catastrofi ambientali che hanno comportato morte, fame, sete, inquinamento e costretto a esodi disperati.  E lo è anche perché chissà quanti di quei veleni tornano qui, prodotti profittevoli di un Made in Italy che non conosce crisi e che anzi dalla crisi trae, e,  c’è da temere, trarrà sempre più nutrimento.