Nevica un po’ dappertutto e per questo a votare ci andrò domani visto che per farlo mi attende una bella cavalcata di chilometri. Ma vi dirò, questa volta lo faccio di malavoglia, sono tentato di rimanermene a casa per mancanza di stimoli. Come forse qualcuno ha intuito voterò per Ingroia, anche se Rivoluzione civile è tutta da costruire o forse da ricostruire dopo questa nascita di emergenza per far entrare in Parlamento la rappresentanza di una sinistra che ancora non ha abiurato se stessa o non vuole limitarsi ad essere un brodo fatto col dado per insaporire le immangiabili vivande liberiste. Voterò un neonato, il germe di un pensiero alternativo che per oggi è per certi versi ancora magmatico e per altri cristallizzato in vecchie forme.
Per il resto non vedo proprio a chi dare il consenso. Di certo non al Cavaliere e alla sua banda che hanno fatto dell’Italia la loro trattoria, di certo non al premier con svista che fa il cameriere ai tavoli e difende gli interessi di altri padroni, meno chiassosi, ma non meno rapinosi, di certo non la sindone della sinistra che è il Pd e che apparecchia le tavole del locale, di certo non l’uomo del piano bar che accenna De Andrè o bandiera rossa, ma che alla fine suonerà Que reste-t-il de nos amours .
Inutile nascondere che l’unica novità dentro tutto questo è Grillo che sa parlare alle piazze e alle persone a cui la sinistra sembra ormai estranea. Sarò anche Masaniello, non dico di no, ma insomma è l’unico che sa dire qualcosa che suona come alternativo a quella realtà che viene spacciata come necessaria e immutabile. L’unico assieme a Rivoluzione Civile che non si riprometta di voler semplicemente amministrare in un modo o nell’altro un esistente corroso e fatiscente, ma parli di cambiamenti che non siano di straziante banalità. Certo l’inesperienza (ma per un anno non siamo stati ossessionati dalla ricerca di volti nuovi?), certo ambiguità che rimandano a una destra indecorosa, certo un pensiero che non è riuscito ancora ad arrivare alla rivalutazione del lavoro in sé come forza di trasformazione della società attuale. Ma anche qui siamo di fronte a un neonato, anche se iper cresciuto grazie ai silenzi e alle incapacità altrui piuttosto che secondo un progetto insito in un dna. E tuttavia è qualcosa che non può essere solo esorcizzato, diventando ciechi di fronte alle questioni che esso pone, sia sul piano della sostanza che della rappresentanza.
Infatti a me fanno molto più paura i responsabili amministratori della premiata ditta Pensiero Unico Spa che in un ventennio sono riusciti o a commettere colossali errori rinnegando se stessi o si sono dedicati alla corruzione del Paese per imporre come regola le prassi senza regola. Dentro una consociazione di fatto, un rapporto divenuto da etero ideale, omopragmatico. Per dirla tutta è non più possibile pensare che tutto questo possa essere cambiato senza un po’ di distruzione e di rivolgimento. Tutto sta a saper creare un rapporto con qualcosa che esprime sicuramente un problema profondo e un crinale col passato: a meno di non voler essere così populisti e superficiali da vedere in questi baluginii solo populismo o voto non utile o tradimento di un progetto iniziale. Il futuro va costruito pezzo a pezzo con pazienza e coraggio, con lungimiranza, senza lamentarsi che non vi siano le istruzioni per l’uso. Molti ne sentono la mancanza, senza rendersi conto che proprio questo denuncia la loro prigionia dentro il passato.
Mariaserena, oggi avevo bisogno di semplicità… credo lei sia arrivata al momento giusto. Non indugiio. Il rischio è nell’analisi. Io voglio fermarmi all’immagine.. Oggi il significante me premia di più dl significato.
Hai espresso bene ciò che penso e sento. Grazie.
Votare ciò che è piccolo, nascente, privo delle istruzioni per l’uso è una sfida che richiede ora un po’ di coraggio e presa di distanza dai soloni del voto utile (che ti guardano con un non so che di commiserazione ) e da lunedì in poi senso di responsabilità e partecipazione .
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condivido pienamente. In questo momento aspettiamo un bambino, la metafora, o meglio la storia, non è nuova, ma che nasca in piazza invece che in una grotta, che nasca da un pensoso gruppo invece che da due umili chiamati a una vita faticosa non cambia poi molto. Penso che il cambiamento non possa nascere dall’esperienza, ma dal coraggio e dall’impegno. E i piccoli di solito hanno sete di avventura e coraggio qb
Povero cavallo.
Hai illustrato esattamente quello che mi sento dentro. Grazie.