Anna Lombroso per il Simplicissimus

Firenze: si stanno concludendo in questi giorni le trattative per la vendita  di  due strutture alberghiere della catena Hilton, il Garden Inn a Novoli e il Metropole di via del Cavallaccio, ad un non meglio identificato fondo di investimento che acquisirà sia gli immobili che la gestione degli hotel, finora affidata alla società fiorentina  Millenaria della famiglia Bagnoli e della dinastia Maestrelli, proprietaria del Grand Hotel Minerva.  

Il Mercure di Via Nazionale con il mese di aprile passa al gruppo francese Accor, nato dalla fusione di Borel e Novotel e che possiede già i due Ibis di Firenze Nord e Firenze Prato Est : anche in quel caso il pacchetto prevede la cessione delle mura e dei servizi di accoglienza  sarà a tutti gli effetti del francese Accor anche l’hotel Mercure di via Nazionale, con il definitivo passaggio di immobile e gestione dalla società Olimpo srl al gruppo internazionale nato dalla fusione tra Borel e Novotel, che in città conta già diverse strutture, in particolare i due alberghi Ibis Firenze Nord e Firenze Prato Est. Il format è lo stesso dell’acquisizione del Londra per mano del  fondo patrimoniale francese Eurazeo Patrimoine tramite la filiale Grape Hospitality.

Stessa sorte con minor grancassa toccherà a “camere con vista” della città, almeno 127 a scorrere gli annunci di Casa.it nel solo comune di Firenze, in particolare nel centro storico, da via Panzani a via Fiume, a via Ghibellina, come ha denunciato il quotidiano La Nazione.

Intanto a Venezia la Reuben Brothers ha acquistato per circa 100 milioni il Baglioni Hotel Luna di Venezia, edificio storico a pochi passi da piazza San Marco. I due fratelli David e Simon Reuben imprenditori britannici del settore immobiliare, tra le persone più ricche della Gran Bretagna con un patrimonio stimato a 16 miliardi di sterline (più o meno 18 miliardi di euro), inseguivano  da anni dopo l’acquisizione del Palazzo Experimental,  il sogno di accaparrarsi il palazzo storico del XII secolo che si racconta abbia dato ricetto prima che ai viaggiatori ottocenteschi e a corpulenti e rozzi magnati texani ai cavalieri templari in procinto di imbarcarsi per la Terrasanta, arricchendolo con tanto di spa, cabine massaggi, sauna, bagno turco, a conferma del loro interesse per il “mercato veneziano”.

Anche a Venezia sono sul mercato non solo le grandi strutture ormai chiuse da un anno, ma soprattutto hotel di media e piccola struttura, a tre e 4 stelle, almeno un centinaio i cui proprietari, che hanno tentato di sopravvivere tenendo aperta una stanza per volta a prezzi scontati, mettendo in cassa integrazione i dipendenti e indebitandosi, oggi cedono le armi davanti alle profferte di gruppi e cordate estere.

Nel caso foste interessati al business, vi basta consultare qualche sito per scoprire che da mesi languono a impolverarsi le offerte di  375  alberghi in vendita in Lombardia, che sul Lago di Garda sono 20, 51 in provincia di Grosseto, altrettanti tra la Val d’Orcia  e Val d’Asso, una ventina in Basilicata.

Per non parlare delle case vacanze e dei B&B che si erano sottratti al monopolio dell’app in regime di esclusiva che ha provveduto allo svuotamento dei centri storici, alla loro museificazione, alla sottrazione di alloggi dei residenti per offrirli a affittuari per caso, sacrificio rituale in nome del “cosmopolitismo” nuovo caposaldo della globalizzazione.  Perché, come è ormai accertato, la tendenza alle concentrazioni ai danni del “piccolo” ha affondato i proprietari di un alloggio, che si illudevano di sbarcare il lunario da locandieri e affittacamere, salvando invece i sudditi giudiziosi che  hanno accondisceso a  dare in gestione i loro immobili ad Airbnb  offrendoli per affitti lunghi, come foresterie o seconde  e terze case per il nomadismo del lusso.

Ci sta tutto nel progetto di trasformazione del Paese in parco tematico, in hotel diffuso, in relais per turisti annoiati in cerca di reincarnare i viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento o di realizzare il proposito del Terzo Reich che ipotizzava lo stesso destino per l’Italia, però con tutte le comodità, Wifi interdetto ai locali in smartworking e ai  ragazzini con la Dad, piscina, sauna, corner relax, quelle garantite dal passaggio del comparto dell’accoglienza nelle mani di multinazionali efficienti e di imprenditori dinamici, compresi emiri e sceicchi che da anni hanno occupato il settore in Sardegna come  a Milano.

Vuoi vedere che davvero ha preso forma un complotto in modo che soggetti strutturati, quotati in borsa, fondi sovrani e reucci dell’hotellerie potessero approfittare delle misure messe in atto per contrastare il Gran Morbo e infiltrare e occupare quel comparto economico?

Vuoi vedere che sono stati favoriti da ministri e amministratori, se tra i capisaldi della ricostruzione secondo Franceschini, oggi espropriato delle competenze, c’era anche la promozione in grande stile di un progetto espansivo di  Airbnb in ogni borgo, tanto che Sunia e Cgil lucane si sono ribellate perché a Matera e dintorni non esistono più case in affitto per i residenti?

Vuoi vedere che dietro ci sono i soliti noti, Cassa Depositi e Prestiti che così realizza la sua vocazione, proprio come l’Invitalia di Arcuri, di ente assistenziale per multinazionali e imprese straniere che hanno bisogno di essere incoraggiate a comprarci coi nostri stessi quattrini, impegnata   in qualità di vero e proprio istituto finanziario a vocazione immobiliare per sottrarre patrimonio pubblico ai cittadini, come nel caso della vendita della Villa Medicea di Cafaggiolo a Firenze?