Parliamoci chiaro: in qualsiasi Paese con il maggior numero di morti presunte per Covid e allo stesso tempo con le più severe misure di contenimento della pandemia narrata e la conseguente distruzione di ampie fette di economia reale, il governo sarebbe stato alla mercé di qualunque crisi. Ed è questo che deve aver pensato Renzi quando ha deciso dare battaglia pensando di avere incastrato Conte, ma non avena tenuto conto di due cose: la completa atonia intellettuale e morale degli italiani ormai rassegnati a sopportare qualunque cosa nella speranza di salvare il proprio orticello mentre passa Attila, tuttora preda di paure raggelanti, illusi dei miliardi europei che in realtà sono poco più di un’elemosina, semmai arriveranno e che dunque non sono in grado di giudicare Conte e il governo nella loro reale e disastrosa dimensione. Oddio non è che Renzi sia la manna caduta dal cielo, anzi è un cancro, ma è stupefacente la credulità popolare che considera Conte un sorta di salvatore, mentre non è che l’azzimato necroforo del Paese. Tuttavia il motivo vero del fallimento renziano non risiede in un’opinione pubblica che ormai conta come il due di coppe quando briscola è a bastoni, ma sta altrove, negli assetti del potere e precisamente nell’appoggio che il Vaticano e più ancora l’entourage del Papa sta dando a Conte.
Il capo del governo, praticamente sconosciuto fino a due anni fa è stato praticamente allevato in Vaticano: accolto negli anni ’80 a villa Nazareth, un collegio universitario che fornisce vitto e alloggio per studenti con problemi economici, ma con buoni voti al liceo diventa intimo del cardinal Silvestrini, fondatore del collegio, che dopo la laurea gli affida parte della gestione della struttura e lo fa entrare nel giro di conoscenze e amicizie che contano dentro il mondo vaticano. Dunque è un uomo estremamente affidabile per l’Oltretevere, anzi uno dei loro. Forse Renzi ha sottovalutato questo aspetto e non si è accorto di cosa è accaduto dopo il Dpcm di fine aprile quando furono vietate anche le funzioni religiose: la Cei, la conferenza dei vescovi italiani cominciò a rumoreggiare accusando il governo di attaccare la libertà di culto. Se il Vaticano come ci si sarebbe potuti aspettare visto che le chiese non sono di certo affollate e c’è tutto lo spazio per i distanziamenti sociali, avesse appoggiato questa rivolta, Conte sarebbe affondato, ma invece il Pontefice ha sconfessato la linea dei vescovi, ansioso di compiacere le nuove oligarchie globali, dando il suo appoggio alla linea di governo e così tutto si è ridotto a nulla. C’è chi parla di una telefonata tra Palazzo Chigi e Santa Marta, residenza del Papa, ma a parte questi particolari romanzati, ancorché estremamente plausibili se non scontati, c’è il fatto che Conte ha chiesto aiuto alla massima autorità vaticana, probabilmente attraverso il segretario di Stato Pietro Parolin, anche lui per quattro anni direttore di Villa Nazareth. E fin troppo chiaro che Renzi non fatto attenzione a queste mosse e non ha messo in conto il forte appoggio vaticano a Conte che avrebbe potuto far fallire la sua manovra, resa già parecchio perigliosa dai naufraghi del titanic a Cinque stelle desiderosi solo di arrivare a fine legislatura e dunque timorosi di ogni cambiamento che possa mettere a rischio il proprio vitalizio.
O forse invece ha capito benissimo ciò che stava maturando e ha giocato il tutto per tutto per evitare che Conte avesse il tempo di fondare il suo partito che certamente sarà una formazione cattolica moderata e di centro, per quel che vale ormai questa toponomastica politica, il quale fatalmente finirà per risucchiare il partitino renziano, estremo spezzone della vecchia Margherita, oltre alle varie scorie catto – qualcosa che esistono in Parlamento, i berlusconiani ormai stanchi della mummia e che hanno già intrapreso la marcia di allontanamento da Forza Italia e truppaglia varia pentastellata. Con il potente appoggio del papa globalista qualcosa che sulla carta sarebbe stato quasi impossibile si può invece realizzare e così gli italiani non solo moriranno democristiani, ma democristianini.
Quella tra Conte e Renzi è stata una battaglia interessante non tanto dal punto di vista interno quanto da quello geopolitico.
Il Presidente del Consiglio italiano esce dal collegio universitario Villa Nazareth i cui maggiori responsabili tessono da anni relazioni e accordi con la Cina.
Il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Claudio Maria Celli, eredi di Silvestrini e Casaroli, hanno spinto il governo italiano nel 2019 a concludere il trattato sulle Vie della Seta, facendo imbufalire gli americani e, recentemente, hanno definito l’accordo sulla nomina dei vescovi cinesi.
Renzi che tenta di accreditarsi presso la nuova amministrazione democratica come maggiordomo di fiducia dell’impero americano e punta alla carica di segretario generale della NATO, ha cercato di portare a Biden lo scalpo di Conte provocando la reazione vaticana.
https://it.sputniknews.com/intervista/2021012310036598-renzi-offre-agli-usa-la-testa-di-conte-per-la-segreteria-nato-ma-con-la-crisi-nessun-vincitore/
Si può vedere :