210857219-b1bf9abe-4717-44e6-bcf8-91e0e58bb1c0In anni che sembrano ormai lontani, quando il sindaco di Firenze, battezzato da Blair e da J.P. Morgan si arrampicava verso Roma, spendeva e spandeva in cene, viaggi, in assurdi tentativi di rintracciare la Battaglia di Anghiari oltre che nello scasso speculativo della città e del contado, dissi nella incredulità di alcuni amici piddini che Renzi avrebbe distrutto il partito. E infatti ora è accaduto. Tanto accaduto che il partitone di Repubblica cerca di prevenire possibili uscite ostili a sinistra dal partito, rispolverando il crossdresser politico Pisapia, con infatuazione renziana incorporata,  come possibile leader di un sedicente Campo progressista che faccia tornare al voto “istituzionale” quel terzo abbondante di elettori dem passati al No, per poi allearsi grottescamente al Pd di Renzi che anche nel momento della sconfitta rivendica il Job act, la buona scuola, le spese militari, le trivelle, il massacro delle pensioni. Insomma una sorta di Sel 2 che ripercorra sotto forma di farsa la storia già triste della dissoluzione della sinistra in Italia.

Non viene lasciato nulla di intentato pur di evitare che il potere possa passare in mani non fidate, non disponibili a qualunque massacro sociale, svendita del Paese, umiliazione del lavoro, rifiuto di un bellicismo servile nei confronti della Nato o che pensi di mettere bocca nelle decisioni di Bruxelles sulle vicende italiane. Già in questi giorni viviamo il dramma di Mattarella che aveva firmato un contratto da comparsa e che ora si trova a recitare la parte principale, tirato per la giacchetta da Napolitano e dai potentati della Ue  in via diretta. Del resto si tratta di operazioni elitarie che sembrano facili in un contesto di politica azzerata dove i parlamentari sono semplici pedine il cui unico pensiero è mantenere il posto sulla scacchiera, i partiti delle scatole vuote disposte a a consegnarsi al primo leader che passa, mentre qualsiasi verità può venire assemblata a piacere: peccato che il referendum abbia sancito un profondo distacco, un abisso tra Paese reale e ceto dirigente nonostante  uno tsunami mediatico di appoggio al Sì, milioni di soldi pubblici spesi illegalmente dalla propaganda renziana e a quanto sembra anche frequenti tentativi di ricatto aziendale sul voto: questi giochetti hanno palesato i loro limiti, prima che la loro infamia, anzi sono in totale contrapposizione col risultato del referendum e lo spirito dal quale è nata la vittoria senza appello del No. Che è anche e finalmente la confutazione del meno peggio, di quello naturalmente fabbricato ad arte dai media e che si rivela infallibilmente essere il peggio in assoluto.

Quindi, sebbene si stia lavorando giorno e notte, non sarà facile trovare il bandolo, l’ennesimo personaggio di palazzo per sostituire Renzi e neanche salvare il Pd srl, con le manovrine alla Pisapia o chi per lui per imbastire l’ennesima falsa sinistra. Intanto perché siamo già entrati in una fase nuova e in gran parte inesplorata e poi perché nei prossimi mesi tutti i nodi lasciati intatti da Renzi e dal suo premierato su twitter verranno al pettine a cominciare dalla questione bancaria che per essere affrontata ha bisogno di una ventina di miliardi che non ci sono e in presenza di una legge di stabilità che già contiene sforamenti su cui Bruxelles mugugna e chiede conto. L’unica strada è chiedere un prestito al Mes, l’istituto di strozzinaggio  politico il quale per intervenire chiederà garanzie all’altezza della sua sinistra fama e consistenti in un programma di tagli alla greca o forse ancora peggiori, controllati dalla troika. Probabilmente Renzi pensa che standosene nascosto dentro la segreteria del Pd, mentre il suo successore che si narra potrebbe essere Grasso, sodale di Mattarella  subisce tutti i contraccolpi,  spera di scampare agli effetti nefandi del proprio stesso governo e magari tornare alla ribalta come salvatore della patria, anche questa volta contando frottole, ma sempre nella parte di utile burattino dell’ordo liberismo. Chissà magari fondando un proprio partito se il Pd risulyerà irrecuperabile.

Ma prima bisogna passare per le elezioni ed evitare anche grazie ad operazioni Pisapia che l’area piddina perda troppo, diventi insicuro come ufficio di collocamento parlamentare e dia origine a qualche fuoriuscita reale non costruita e controllata dai padroni del vapore. Poi verrà calerà la mannaia, anche se a Bruxelles fremono per il ritardo con cui si deve procedere al massacro finale, questi italiani mai puntuali, nemmeno quando devono essere scannati. L’unico modo per sfuggire a questa sorte è sottrarre potere proprio agli ambienti di soccorso finanziario che hanno permesso il degrado dell’economia e della democrazia e che si appoggiano non solo sul raggiro degli 0 virgola qualcosa, sui numeri manipolati, sulla proprietà dei mezzi di comunicazione, ma anche sulla straordinaria ambiguità e falsità delle innumerevoli forme di centro sinistra che fanno sa specchietto per le allodole. Abbiamo salvato la Costituzione e ad essa dobbiamo riferirci per dire No  a queste operazioni di bottega, a questi prodotti adulterati che tendono a renderla marginale ea relegarla in fondo al cassetto. Ma bisogna dire di No adesso, prima che le logiche messe in moto si scatenino e portino ad esiti drammatici, costruire un’alternativa vera. lasciando marcire quella falsa.