La straordinaria vittoria di Sanders in campo democratico e quella di Trump fra i repubblicani attestano due cose: la prima che il sistema politico americano è giunto ormai ai propri limiti strutturali e i cittadini cercano disperatamente un’alternativa anche se questa si concreta in un socialista (termine che avrebbe fatto sobbalzare sulla sedia la middle class fino a qualche anno fa) o in un cazzo buffo assolutamente reazionario e sconclusionato come Trump. La seconda è che la crisi esplosa nel 2008 è ben lontana dall’essere superata, anzi è diventata endemica, nonostante la manipolazione massiccia dei dati per dimostrare il contrario.
Gli analisti sia democratici che repubblicani dopo aver passato e ripassato i sondaggi dell’ Iowa hanno ridisegnato una situazione che alcuni osservatori giudicano pre rivoluzionaria. E del resto il Washington blog ( qui in originale e qui nella traduzione a cura di Pino Cabras su Megachip) riferisce alcuni dei numeri impressionanti degli spin doctor secondo i quali oltre l’80% degli americani crede che i politici siano corrotti e facciano i loro interessi piuttosto che quelli dei cittadini, che questi ultimi contino sempre di meno e di fatto comandi un capitalismo lobbistico, mediatico e clientelare. Sono concetti espressi a larghissima maggioranza anche dagli elettori (che in Usa sono persone attivamente impegnate, ossia che si iscrivono alle apposite liste) i quali in una percentuale fluttuante dal 70 al 79 % esprimono sostanzialmente le stesse tesi.
Le primarie del New Hampshire, libere dalle particolari condizioni di uno stato come l’Iowa dove tradizionalmente atterranno gli alieni, hanno perfettamente confermato queste analisi, anche se è vero che i repubblicani non hanno che automi di lusso da contrapporre a Trump e i democratici un personaggio guerrafondaio e poco convincente come la Clinton, interpretata evidentemente come il cuore di un sistema politico da rifiutare. Sta di fatto che l’ elettorato cerca disperatamente un cambiamento e al contrario di quanto pensino le elites non si tratta di una situazione di malumore temporaneo, ma di una decisa spinta verso dinamiche più democratiche e partecipate, magari con l’abbandono del tradizionale bipartitismo che in definitiva è il colpevole ultimo della situazione che si è creata.
Sembra di leggere le parole di Henry Miller nel Tropico del Capricorno e che si riferiscono alla follia finanziaria degli anni Venti con la successiva caduta in una crisi senza fine che è stata la placenta della guerra: “Tutto il continente è un immenso vulcano col cratere temporaneamente nascosto da un fondale girevole che è in parte sogno, in parte paura, in parte disperazione. […] Dovunque il medesimo impulso fondamentale a massacrare, distruggere, saccheggiare. […] L’America è pacifista e cannibalesca. Dal di fuori sembra un bell’alveare, con tutte le api che si scavalcano in una frenesia di lavoro; ma di dentro è un macello, e ciascuno uccide il suo prossimo e gli succhia il midollo delle ossa”. Bisogna vedere quale istinto prevarrà: se oggi è ancora impossibile prevedere chi sostituirà Obama alla Casa Bianca, non si fa molta fatica a capire che le elites, le dinastie, i potentati economici faranno di tutto per impedire trasformazioni che mettano in discussione il loro potere interno e globale. Se non saranno sufficienti le armi del denaro e dei media non ci sarà altro che la vecchia e tradizione soluzione della guerra per rimettere a posto le cose e incartare dentro una bandiera le illusioni perdute. Il caos nelle menti e nella geopolitica è stato talmente seminato che non c’è nemmeno più bisogno di convincere l’amministrazione: basta un colpo di acceleratore da parte di un servizio o di qualche pazzo alla Soros per accendere la miccia.
Non faranno in tempo a fare la differenza; i candidati sono individui. Quel che conta è la spaventosa bolla negli stock, comunque destinata a saltare quale che sia l’uomo solo al comando. Tutto quello che potranno fare sarà raccogliere i cocci.
Sanders e’ una frode ambulante, temporanea ma necessaria per assicurare che la Hitlery Clininsky venga eletta – tramite i “super-delegati”, non eletti, di cui pochi americani persino conoscono l’esistenza. Sono piu’ di 700 quindi anche se un candidato prende la maggioranza dei voti alla fine perde per via dei super-delegati. Per questo chi vince è gia’ predeterminato – sempre escludendo un’apocalittica force majeure.
La strada e’ aperta per avere la prima donna presidente (il termine ‘donna’ e’ persino troppo onorifico nelle circostanze), e il primo vice-presidente ebreo (Sanders).
Drogati dai super-bowls e dalle super-balle, milioni di pecore andranno alle urne.
Buffonata tragica per buffonata tragica, Trump e’ meno pericoloso, nonostante i media di regime (sotto totale e completo controllo sionista), cerchino di tagliargli le gambe.
Anche lui è ben visto dalla cabala sionista, ma tra i due, la coppia precedente e’ meglio, in quanto rappresenta il trionfo completo dei piani sionisti (da Yinon (spezzettamento del Medio Oriente), al PNAC, (piano per il 21 secolo americano con la nuova Pearl Harbor, leggi 9/11), al piano Kalergi (mesticizzazione dell’Europa tramite le migrazioni bibliche), alla distruzione totale degli stati laici del Medio Oriente). Queste non sono conspiracy theories, e’ nero su bianco alla Don Abbondio, facilmente verificabile e rintracciabile da chi vuole verificarlo.
Chi vuol saperne di piu’ su Sanders puo’ leggersi “Head in the Sanders” (http://wp.me/p2e0kb-1Ox)
Attendiamo gli esiti dei caucus e delle primarie effettive degli Stati del Sud, nonché del ‘SuperTuesday’ del primo Marzo per tastare bene il polso dell’elettorato americano. A naso direi che Donnie Trump sbaraglierà gli avverrsari nel Sud perché Cruz e Rubio hanno perso appeal (ma questi sono vicini al Tea Party, e in quegli Stati il richiamo è forte per queste posizioni oltranziste, ma anche il buon Donnie non scherza su certe tematiche da Ku Klux Klan…), poi Huchebee, Paul e Rick Santorum sono a corto di argomenti e di bigliettoni verdi raffiguranti il rubicondo faccione di George Washington (ma sappiamo bene come in USA le due entità in oggetto tendano a consustanziarsi…). In sede Democrat penso che al Sud Bernie Sanders, poco conosciuto e apprezzato da quelle parti, avrà vita dura contro gli “argomenti” di cui sopra che Hillary Rodham può lesinare in quantità consistente.
Ma sarà il SuperMartedì a determinare probabilmente l’esito dei contenders per la Casa Bianca. Se Trump spalmerà i pochi avversari rimasti al Sud, allora credo che l’élite masson-petrol-arms-corporates-in-cool.8 si darà da fare per gettare Bloomberg nella mischia, il quale si presenterà da “indipendente” (ah ah ah ah ah), ma in realtà è l’uomo più di establishment e di regime che esista negli States, prima che il miliardario con la coda di Cip & Ciop al posto della chioma, si allarghi in maniera irrefrenabile nel SuperMartedì. Lo stesso dicasi per la Rodham: se Sanders poggerà delle basi solide pure per il primo Marzo, si aspetti uno sputtanamento della sua privacy life. Vedremo cosa si inventeranno per sgonfiargli le ruote, sapendo che sono gli stessi arcana imperii che sostengono la Rodham, in parte Trump e il loro pupillo preferito Bloomberg.
Ne sapremo di più per le idi di Marzo, giornate storicamente atte alle pugnalate dorsali…