“Die EU ist keine Sozialunion”. La Ue non è un unione sociale, anzi tradotto nel suo più aderente significato non c’è nessuna unione sociale in Europa. Parola della cancelliera Angela Merkel che ha affidato questo folgorante pensiero programmatico alla Passauer Neue Presse. La campagna elettorale si sa è complessa e ciò che sarebbe una grandissima gaffe in un Paese diviene invece un punto di forza in un altro: la Merkel parlava nello specifico dei sussidi che non devono più essere concessi ai cittadini dell’Unione che cercano lavoro in Germania o che non hanno un lavoro a tempo indeterminato (con minaccia di sanzioni e di carcere in caso di informazioni incomplete nella richiesta di soggiorno) e la cosa ha evidentemente un impatto in una cittadina come Passau, al confine con l’Austria, ma anche vicinissima alla Repubblica Ceca, oltre che una delle roccaforti dell’ultra destra Csu, alleata organica del partito merkeliano.
Tuttavia il significato generale è chiarissimo e va in rotta di collisione proprio con quell’Europa aperta che ci viene ammannita dai media. Per fortuna i commenti sui giornali che hanno ripreso la notizia riflettono la saggia perplessità dei cittadini di fronte a questi messaggi grottescamente in contraddizione con le presunte ragioni dell’Unione: “Ma perché c’è la S nell’ acronimo della Csu ( Cristilch – Soziale Union ndr) ?” è stata la reazione più gettonata. Evidentemente il tentativo in atto di dividere i popoli per meglio unire i capitali e il potere incontra ancora resistenze.
Forse, vista la posizione defilata di Passau e del suo quotidiano, la Merkel ha pensato che la sua affermazione passasse inosservata, se non fosse stata ripresa dalla testata online Euobserver in un eccesso di euro puntigliosità. Del resto proprio questa testata, apparentemente anodina, è uno specchio fedele del deforme ritratto continentale. Così si scopre che Schulz, il candidato socialdemocratico (ma amico personale della cancelliera) nel quale l’Unità scopre virtù rivoluzionarie di sinistra, in Germania fa tutt’altra campagna elettorale: i suoi manifesti (nella foto) dicono: “Solo se voti per Martin Schulz e per la Spd potrai avere un presidente tedesco della Commissione Ue”, il che suona molto poco europeo e parecchio inquietante riguardo alle “aperture” in materia di austerità che vengono spacciate dai pusher mediatici.
Insomma che volete che vi dica? Buon voto.
Per la cronaca (e per la storia) lo slogan elettorale che accompagna la triste sagoma di quel bel tomo di Martin Schulz (in Italia meglio conosciuto come kapò, che qualche altro bel tomo confuse con un sergente della Wehrmacht pasticcione ed eternamente affamato co-protagonista di un telefilm americano degli Anni ’70 ambientato in un campo di prigionia nazista durante la WW2), recita, più o meno: “Solo votando il signore effigiato, e di treno in vagone il partito che lo sostiene, potrete togliervi il gusto sadico di avere un Presidente della Commissione UE tedesco” (traduzione non letterale, ma molto ermeneutica del retro-pensiero sotteso al manifesto elettorale).
Insomma: “votami perché sono tedesco, poi, se ne rimane, perché mi spaccio per socialista…”.
Quanto di più nazionalista, demagogico e populista si possa pensare. Roba da far sembrare Marine Le Pen figlia di Jacques Delors…
Pare che la CDU si attesterà attorno al 36% e la SPD attorno al 26,5. In Francia il PS di quel pippone inutile di Hollande (che la batosta delle amministrative non l’ha capita, allargando a Destra la coalizione di Governo: come utilizzare cemento armato a presa rapida per sturare un gabinetto intasato) dimezzerà i consensi, ‘en attendent’ il risultato italiano.
Se questo figuro sarà nominato Presidente dell’Eurocommissione… meglio entrare nell’Unione Antartica, penso che anche Peppa Pig avrebbe più nerbo di lui…
L’ha ribloggato su Redvince's Weblog.
L’ha ribloggato su Appunti Scomodi.