Paolo Ferrero si è accorto che l’Italicum è peggio della legge Acerbo, quella che diede origine al regime fascista, cosa che il sottoscritto aveva già detto un mese e mezzo fa (vedi qui), quando ancora il pastrocchio renzusconico non esisteva, ma già Napolitano aveva lanciato un vibrante monito contro le tentazioni proporzionaliste. Non ci voleva molto a capire dove si sarebbe andati a parare, ma non ci vuole nemmeno molto ad accertarsi che i sistemi elettorali misti, né davvero maggioritari, né proporzionali che tentano di sopperire alla confusione con i premi di maggioranza a cui si aggiungono gli sbarramenti, si sono rivelati un disastro dovunque siano stati adottati. Et pour cause dal momento che essi sono sempre nati da un disegno di potere, dall’autoritarismo incombente e non certo da esigenze di democrazia e di rappresentanza.
Dico questo non per rivendicare una ridicola primogenitura, ma per chiedermi in che mondo viva Ferrero, perché la sinistra o quei suoi lacerti sparsi in ogni dove finiscono per arrivare sempre a cose fatte ad “analizzare” la realtà e ad accorgersi di averla presa in quel posto? Cos’è la maledizione di Hegel e della sua nottola? Forse le piccole elite sono attendiste e scrutano l’orizzonte per vedere se per caso ne viene fuori qualcosa di buono per loro? Forse sono così autarchiche che non si degnano di cercare spunti oltre la siepe degli amici di sempre? Chiaro che non parlo di questo blog o di decine di altri, ma di una tendenza generale a non confricare più con la realtà. Certo l’Italicum di Renzi è al di sotto di tutte le aspettative, come del resto è comprensibile visti i personaggi che lo hanno messo insieme. Ma questo non toglie che la musica era già quella fin dalla sentenza della Consulta: trovare un modo per aggirarla oppure semplicemente fregarsene, come è poi stato.
Forse se gli allarmi fossero scattati prima, se qualche piazzetta si fosse riempita, qualche discussione più ampia si fosse creata, non si sarebbe arrivati a tanta sfacciataggine. Esattamente come accadrà in Europa ( e faccio scommesse perché voglio diventare benestante) quando i Paesi ricchi messi alle strette dai disastri dell’austerità e dallo scoppio di nuove bolle (la voragine da un miliardo e mezzo di Deutsche Bank laddove si attendeva un utile di 700 milioni ne è solo un piccolo, grazioso antipasto) abbandoneranno la moneta unica pur di non dover sorreggere i debiti altrui. La loro Europa inizia con le banche e finisce con la burocrazia Troveremo decine di Ferrero con in mano il cerino dell’euro semplicemente perché non se la sono sentita di contestarne i dogmi, di fare i cani in chiesa. E soprattutto non avranno preparato alcun terreno perché , come sostiene Brancaccio, dal cappio della moneta unica se ne esca almeno un po’ da sinistra e non solo da destra come purtroppo avverrà. L’Italicum serve soprattutto a questo. Ma non facciamolo sapere a Ferrero con troppo anticipo.
“Non ci voleva molto a capire dove si sarebbe andati a parare, ma non ci vuole nemmeno molto ad accertarsi che i sistemi elettorali misti, né davvero maggioritari, né proporzionali che tentano di sopperire alla confusione con i premi di maggioranza a cui si aggiungono gli sbarramenti…”
quelle sono leggi elettorali FITTIZIAMENTE PROPORZIONALI ED EFFETTIVAMENTE MAGGIORITARIE, altro che “ne davvero maggioritari, ne proporzionali”…sono leggi elettorali IN SENSO MAGGIORITARIO, ED È QUELLO CIÒ CHE CONTA PER IL POLITICANTE E LA STABILITÀ DELLA PROPRIA COMODA E LAUTAMENTE STIPENDIATA POLTRONA !!
Credo che in una situazione come quella attuale sarebbe opportuno studiare da vicino quello che è capitato prima della seconda guerra mondiale, come ci si è potuti arrivati, ma non sui libri di testo degli storici, che inevitabilmente ci danno qualcosa di preconfezionato e in accordo alle linee guida tracciate dai regimi che hanno vinto la guerra, bensì direttamente sui giornali dell’epoca, giornali italiani ma anche tedeschi, inglesi, americani, francesi, russi eccetera che hanno mille modi involontari di rivelare le verità che non si vogliono dire.
Ho infatti la sensazione che anche le grandi guerre debbano essere indagate alla luce di chi le ha provocate sotterraneamente lasciando che situazioni progettate a tavolino dispiegassero i propri inevitabili effetti così come la stecca del biliardo spinge il pallino ad andare in buca ma il pallino ha “visto” solo la boccia che è stata l’ultima a colpirlo e non la stecca né tantomeno chi la muoveva!
Chiarisco che non si tratta di complottismo rétro quanto di una mera ipotesi di lavoro tesa a capire se anche noi, in questo preciso istante, siamo mossi a nostra insaputa verso la creazione di tensioni sociali interne ed esterne talmente forti da potersi risolvere solo attraverso il mega-cataclisma di una guerra, che, dal punto di vista degli sgonfiatori e rigonfiatori di bolle finanziarie, è la madre di tutti i rinascimenti e le ricostruzioni possibili e quindi un evento altamente desiderabile.