Dopo vent’anni di impunità assoluta, nel giro di pochi mesi Berlusconi ha accumulato condanne per 12 anni che sarebbero in realtà molti di più senza le prescrizioni, senza gli infiniti rinvii, le leggi ad personam, lo scasso delle regole, i ricatti e il mercato delle vacche per salvarlo. Il nodo gordiano della seconda repubblica è venuto al pettine e non per un casuale accumulo di eventi processuali o comunque non solo per quello: le disgrazie giudiziarie del Cavaliere aumentano col diminuire della sua presa sulla società e sulla capacità di intimorire e ricattare.
Non c’è dubbio che lui in qualche modo se la caverà, ma l’ultima condanna a sette anni con l’aggiunta dell’ interdizione perpetua ai pubblici uffici è come un macigno sulla casta politica, sulla ex opposizione e sulle alte cariche che adesso per salvarlo con qualche escamotage legislativo dovrà perderci la faccia. Voglio vedere chi farà senatore a vita un condannato per prostituzione minorile e per evasione fiscale: ci vorrebbe più faccia tosta della sua. Voglio vedere quelli che voteranno un codicillo per eliminare l’interdizione dai pubblici uffici o addirittura il reato stesso o porteranno la prescrizione a dieci minuti dopo il fattaccio.
Ma è certo comunque che la pesantissima sentenza di Milano a cui si replica, senza un minimo lume di intelligenza e di fantasia, sempre con lo stesso disco rotto dei complotti, non mette minimamente in crisi il patto consociativo, anzi lo rafforza, nonostante Silvio sia costretto a far suonare il tamburo di guerra dai suoi fidi: il Cavaliere adesso ha bisogno di essere nella stanza dei bottoni per contrattare il suo salvacondotto, non può mettersi sulla strada di elezioni rischiosissime per lui, può solo minacciare la fine delle larghe intese per ottenere in cambio una via d’uscita. E d’altra parte il Pd si vede sfuggire uno degli elementi che lo tenevano insieme, il grande nemico che adesso fa meno paura e non può essere – non come prima almeno – un surrogato della politica: nemmeno lui può rischiare. La condanna di Berlusconi è un macigno per un’intera stagione della politica che non può fare un passo con lui e nemmeno senza di lui.
Il Pd ha infatti già chiesto un appuntamento al dottor Freud: la cautela spaventosa delle dichiarazioni, sentire Vendola attaccare il motivetto “vorrei sconfiggerlo politicamente” dopo vent’anni di rotta continua o sul piano delle elezioni o sul piano della sostanza in caso di striminzita vittoria, ha qualcosa di drammaticamente patetico: la narrazione del centro sinistra rischia di rimanere quella di Cappuccetto rosso senza più il lupo. Tanto per non essere in sintonia con l’elettorato ancora una volta. Quindi se da una parte è liberatorio assistere al dissolversi di una stagione del Paese nelle quali ha messo radici il suo declino, dall’altra si rischia una sindrome di immobilismo alla messicana con un partito unico delle cosiddette riforme, alias massacri, che ha bisogno di sostituire la falsa dialettica amico – nemico con quella delle falsa necessità e dei diktat europei. “Dottore, perché invece di provare schadenfreude per il colpo al mio avversario, mi trovo una crisi di panico?”
Forse perché l’avversario non era ormai che una parte di sé. Ed è proprio in questo che Berlusconi non è andato in prescrizione.
concordo pienamente con mariateresa,cosa aspetta il PD ad applicare la regola idem?
eries, mi spiace per te ma la sentenza dei posteri sarà molto più spietata di quella della Bocassini, alla quale
auguro di godersi le meritate vacanze……chi era berlusconi lo sapevamo fin da subito, molti si son fatti trarre in inganno, pensando che un ricco imprenditore fosse capace di organizzare meglio il paese, scordandosi che berlusconi pduista mafioso non è mai stato credibile..forse solo il sostegno di suoi accoliti gli ha permesso di resistere e continuare a distruggere,… fai forse parte di tale gruppo?
Mi augurerei che il PD avesse un moto di vergogna e chiedesse a lui ciò che ha giustamente chiesto alla Idem e che organizzasse almeno un rimpasto di governo, non sono più accettabili le offese e le minacce verso le istituzioni da parte di certi personaggi………e non li definisco si definiscono da soli.
Ci sono barzellette e barzellette ma questa lo salverà…come sempre!
Bisogna anche ammettere che il movente principale che ha portato a questa condanna è soprattutto un mare di fiele, di astio, di invidia…
Ai posteri l’ardua sentenza!
La Boccassini & Co ora potranno andare a godersi, immeritatamente, il sole su qualche isola sperduta mostrando sul volto il ghigno di ha saputo fare “carte false” pur di distruggere l’odioso nemico.
erie5