Cose da pazzi, anzi da pazzarielli quello che succede a Roma. Eppure l’atto politico più significativo che sia venuto dal Pdl in questi giorni di avvicinamento alle amministrative è l’aver sforato il tempo limite per la presentazione della lista provinciale di Roma. Sembrerebbe solo un incidente e per certi versi lo è, ma il tutto sembra aderire a caratteristiche  che vediamo all’opera ogni giorno nel governo: superficialità, arroganza, incompetenza e nessun rispetto delle regole .

Dietro la vicenda grottesca del rappresentante che se va perché stufo di aspettare, delle liste non pronte e di chissà quali inconfessate difficoltà interne , c’è un’ intera mentalità, una concezione patronale e padronale della politica. C’è la totale mancanza di rispetto della  rappresentanza popolare e un disprezzo per i riti della democrazia. Denuncia tra le righe una svergognata bulimia di potere.

Se vivessi a Roma mi basterebbe questo episodio per decidere di non dare il voto a gente che nel migliore dei casi imita i film di Totò.  E di certo non mi farei convincere dal patetico appello al buon senso fatto dalla Polverini e da Alemanno: il vero buon senso spinge ad arrivare per tempo a un appuntamento conosciuto già da molti mesi.  Non possono chiedere ad altri di garantire i loro elettori, visto che essi per primi non sono stati in grado di farlo. Anzi li hanno traditi persino in un banale iter burocratico.

Non è la burocrazia che uccide la democrazia. E’ che quando non si ha alcun senso della democrazia, si pensa di essere al di sopra degli impegni, della correttezza e del rispetto delle regole. Si pensa di potersene fregare. Proprio quel “me ne frego” che circonda famelico la Polverini: spero che a forza di riceve saluti romani, i romani capiscano che gente così va solo salutata.