Stamattina ho avuto una buona notizia: Lidia Ravera è entrata in lista con la Bonino. Per un vero scrittore l’impegno diretto in politica non è una scelta facile: in qualche modo contraddice il senso stesso dello scrivere, un passare dalla produzione di lieviti e pensieri a quella di azioni. Una rinuncia alla fascinazione lenta dell’essere, al dramma della sabbia che scende nella clessidra.
Proprio questo è un segnale che la situazione italiana è così degradata, così grave che la semina di intelligenza non basta più, occorre cominciare ad estirpare il loglio dal campo, a costo di spaccarsi la schiena. Che non si può più rifugiarsi nelle torrette d’avorio per  vigliaccheria, indifferenza o ipocrisia.
E di certo nel continente inesplorato delle donne c’è una delle chiavi per riemergere a un minimo di decenza. Fosse anche quella del semplice buon senso. Vai Lidia.