Anna Lombroso per il Simplicissimus

Peggio del sacerdote pedofilo nel campo da calcio della canonica, che si trastulla in mezzo al gregge delle sue vittime, peggio di un Erode fiero di averli vaccinati tutti esponendoli a rischi immediati e nel tempo, peggio dei comandanti di Terezin che collezionavano i disegni dei piccoli deportati e  si facevano fotografare con loro prima di mandarli alle camere a gas, il presidente Draghi, invitato da una zelante insegnante certificata e doc è stato immortalato tra bimbi plaudenti in una scuola di Sommacampagna: battiam battiam le mani, arriva il direttor,  tutti mascherati salvo uno, lui e due ragazzini   che incarnano le nostre speranze di ribellione.

Lo sciagurato sorrideva mentre sciorinava il più abietto repertorio in uso per l’istruzione del regime, le letture del sussidiario e l’aneddotica diseducativa del Cuore, a cominciare dalla leggenda di Golia e Davide aggiornata secondo i canoni del bullismo per motivare l’infame scelta di costituirci come parte belligerante armando la mano di Davide naeonazi, cricche di speculatori e profittatori in pace e in guerra, raffigurati da lui nelle vesti di “piccolini”  pronti al martirio a mo’ di tamburino sardo, di ferruccio di sangue romagnolo e rinunciando così a impegnarsi in una trattativa di pace.

Insomma il consiglio esplicito offerto agli insegnanti è che se un ragazzino macilento viene bullizzato da uno ben piantato, è legittimo mettergli in mano non la fatidica fionda ma un coltello a serramanico, una scacciacani, meglio ancora un missile.

In veste di badante dell’inquilino della Casa Bianca si è vantato:  “Ho chiesto a Putin la pace ho trovato un muro, più fortunato con Biden”, impartendo una lezione della doverosa sottomissione che si deve al maestro, al padrone, alle gerarchie ecclesiastiche e ai presidenti, quando decidono di investirti dell’alto incarico:  “Non sono stato eletto, ha proclamato l’impunito,  ma nominato, mi ha chiamato il Presidente Mattarella”, e malgrado la proverbiale ritrosia ai fasti e agli onori, non poteva che obbedire, facendo capire che anche quella sofferta condiscendenza fa parte della responsabile e doverosa attitudine al sacrificio che deve investire ognuno di noi, impegnati nella tutela dei valori della nostra civiltà minacciata attraverso stenti necessari, rinunce obbligatorie, carestie, perdita di diritti, razionamenti, mascherine per i più piccini.

Ecco qua che ci siamo giocati le nuove generazioni. Ci eravamo indignati quando come zelanti kapò premiati dalla concessione di crediti formativi gli studenti di Tor Vergata si incaricarono di stare ai tornelli delle facoltà per controllare il Green Pass dei colleghi. Ma adesso l’alternanza scuola manganello si è sviluppata in alternanza scuola leva militare. 

E difatti si stanno svolgendo anche quest’anno le esercitazioni di Mare Aperto 2022, la prima edizione annuale del maggior evento addestrativo della Marina Militare che si svolge due volte all’anno. “Lo svolgimento di almeno due esercitazioni Mare Aperto all’anno è necessario affinché la Marina possa assolvere uno dei suoi principali compiti istituzionali e cioè il cosiddetto approntamento delle forze marittime nazionali per la tutela degli interessi del Paese e delle organizzazioni internazionali cui aderisce”, ha precisato il Comandante in Capo della Squadra Navale, l’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis.

All’operazione   stanno partecipando circa 5.000 tra donne e uomini appartenenti a 7 nazioni della NATO e oltre 65 tra navi, sommergibili, velivoli, elicotteri, reparti della componente anfibia con mezzi da sbarco e veicoli d’assalto, e distaccamenti di forze speciali, personale di Esercito e Aeronautica che, con il loro contributo sul piano tattico, aggiungono all’attività ulteriore valore addestrativo e contribuiscono con il loro apporto numerose realtà del contesto inter-istituzionale e inter-agenzia: tra questi la Confederazione degli Armatori (Confitarma), il centro di Geopolitica e Strategia Marittima (CESMAR), il corpo Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana ed appartenenti al Sovrano Militare Ordine di Malta e la Protezione Civile Italiana.

Ma come nelle precedenti edizioni e a maggior ragione oggi, particolarmente significativo è il coinvolgimento di studenti universitari provenienti da molti atenei nazionali tra cui l’Università degli studi di Bari, l’Università di Genova, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (LUISS) di Roma, l’Università per gli stranieri di Siena, l’Università Sant’Anna di Pisa, l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Trieste, l’Università La Sapienza di Roma, l’Università Tor Vergata di Roma, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli studi Alma Mater Studiorum di Bologna e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che , integrati negli staff operativi in qualità di “consulenti politici, consulenti legali e addetti alla pubblica informazione”, stanno partecipando in prima persona, sotto la guida e supervisione di personale esperto nelle varie aree, “allo sviluppo dello scenario dell’esercitazione”.

Nel caso non aveste inteso bene di cosa si tratta ci pensa la Cattolica di Milano a precisare le finalità scientifiche, tecniche e perché no?  anche morali di questo impegno che vede gli universitari in prima linea nello sforzo bellico destinato a garantire l’autodifesa del Paese e la sua sicurezza nella compagine di quell’alleanza che da più di 70 anni vigila su questa nazione infantile, retrograda, istintivamente poco incline all’ordine e alla disciplina.

Gli studenti, ci informa, fanno parte di un gruppo incarcato “di fornire legittimazione politica e inquadramento giuridico” alle missioni che la Nato e il nostro Paese conducono a difesa dei confini, della sovranità e della pace dell’Occidente, minacciato da mire espansionistiche di superpotenze al cui interno vengono limitati libertà e diritti.

Una volta certi mestieri erano monopolio di dinastie di feluche, le gerarchie diplomatiche come quella militari era occupate in regime di esclusiva dei più o meno rampanti rampolli di famiglie predestinate a  mantenere reti di relazioni, tessere trame e ordire intrecci plasticamente rappresentati dalle operette della Belle Époque più che dalle memorie di Talleyrand.

Ora segnato il tracollo della diplomazia di fronte alla perentoria potenza delle armi, da quando una civiltà autoproclamatasi superiore ha stabilito che esistono guerre giuste, legittime e legali, qualsiasi giovanotto, in cambio di crediti formativi e  con l’auspicio di scrivere  un trattatello firmato dal suo professore, può accedere a una carriera invidiabile di promoter, collaboratore e propagandista di stragi in grande stile, operazioni predatorie, campagne di spoliazione di risorse e territori, incaricato di autorizzarle moralmente e di acquisire il consenso generalizzato a disonorevoli partecipazioni sopportate grazie alla condizione di accidiosa impotenza cui ci hanno condannati.

E vista l’appartenenza a una certa formazione e all’accettazione dei suoi canoni ideologici e etici, sono già in grado di legittimare la inevitabile apocalisse nucleare.