Anna Lombroso per il Simplicissimus

Ormai quella maggioranza che fa professione di antifascismo, ugualitarismo, antirazzismo sostenendo l’utilità sanitaria e sociale dello stato di eccezione e degli strumenti messi in atto per definire i confini della società, si beve qualsiasi pozione avvelenata, pur di ribadire la sua specificità e superiorità morale.

Basta pensare al giubilo con il quale è stato accolto il più recente rimaneggiamento della Costituzione che pare possa restare la più bella del mondo, a condizione che si sottoponga a interventi estetici, a botulini e lifting e ringiovanimento artificiale.

Il comma  “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” aggiunto all’articolo 9,  che, nella versione attuale, fa menzione del paesaggio e del patrimonio storico-artistico senza citare espressamente l’ambiente, è stato interpretato come la preziosa appendice ai comandamenti della religione dei Migliori, in modo che la distruzione creativa e la selezione degli improduttivi parassitari si realizzi in un contesto eticamente più accettabile, quello nel quale vige la legge della valorizzazione che protegge le foreste per farne i parquet, tutela le coste per i resort degli emiri, legittima incursioni predone per rendere fertili risorse che popolazioni indigene non sanno mettere a frutto.

Per quanto riguarda gli animali, il popolo dei social che in questo caso ha mostrato una certa riluttanza a approvare le esternazioni papaline su tema degli accessi d’amore rivolto a cani e gatti molto presenti  nei profili, dovrà attendere invece  che il legislatore stabilisca  i modi e le forme  della protezione.

In sostanza la ratio della riforma consiste nel considerare l’ambiente non come una res ma come un valore primario costituzionalmente protetto.  In questo senso introduce due nuovi limiti rispetto a quelli già esistenti entro i quali può essere svolta l’iniziativa economica privata, in modo che non rechi danno alla salute, all’ambiente, e alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Subito si sono manifestati i complottisti, che hanno dato corso al solito malevolo nichilismo sospettando che si tratti di un atto preliminare all’allestimento della nuova emergenza apocalittica, quel riscaldamento globale che dovremmo tutti combattere con comportamenti appropriati, consumi individuali e collettivi più sobri, gli stessi che in questi giorni vengono indicati per fronteggiare il caro bollette, fare meno lavatrici, spegnere il pc, stare al salutare freddo domestico, effetto di scelte strategiche insensate e autodistruttive messe in atto dai governi dell’asse Ue-Nato.

Difficile dar loro torto. L’Italia accettando le condizioni imposte per ricevere il prestito elargito dal Recovery Fund deve dimostrare l’adesione al programma del   Green Deal europeo, la strategia della Commissione che ha l’intento di   rendere l’UE il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050, con la decarbonizzazione del sistema energetico, al fine di ottenere “emissioni di gas serra nette zero entro quell’orizzonte temporale”.

Consegnandoci così al pensiero mainstream plasticamente incarnato da due donne, Von der Leyen e l’ex bambina prodigio, che mostrano la via della redenzione ecologica attraverso la riabilitazione del nucleare come soluzione fatale, sostenibile, compatibile e la criminalizzazione della collettività dissipata e maleducata, allo scopo evidente di  discolpare il capitalismo.

C’era da aspettarselo, visto che ormai le nuove frontiere dell’ottimismo neoliberista che ci ha salvato dal virus con i vaccini, promettono  di risparmiarci  dalla catastrofe opportunamente promossa e alimentata con le virtù del nucleare e il ragionevole revisionismo del mito “rinnovabile”, che non merita più il ruolo egemone che aveva ricoperto nella narrazione dell’economia Green insieme all’abolizione dell’olio di palma e alla favoleggiata promozione di strumenti borsistici e di mercato per fronteggiare i danni causati dal mercato.

Non c’è più dirigente politico, affiliato alla comunità scientifica in grazie dei governi, che esprima scetticismo riguardo ai cambiamenti climatici e ormai tutti i più vergognosi soggetti tecnici a libro paga dell’industria pretendono di essere ecologisti, tutti i rappresentanti del “pensiero” e delle fedi contemporanee, dall’Onu, al Vaticano, da Davos, all’informazione, dagli atenei agli enti di  ricerca hanno stabilito che i valori green debbano essere parte integrante e irrinunciabile dell’ideologia dominante del XXI secolo.

Si tratta di quel processo di monetizzazione dei principi messo in atto dai padroni, che hanno espropriato gli sfruttati delle loro bandiere, dei loro slogan e della loro lotta per rovesciarla e dirigerla contro di loro, come è successo con l’antifascismo, il disarmo, l’internazionalismo, retrocessi a colonna sonora, ciarpame residuale del secolo breve per anime belle.

E difatti l’approvvigionamento energetico diventa movente di una aggressione commerciale e militare e alibi per stravolgere il diritto internazionale, per scardinare i presupposti della civile convivenza, per manomettere verità incontestabili allo scopo di guadagnare consenso tra popolazioni piegate dall’emergenza sociale e dalla gestione pandemica.

Così abbiamo l’ambiente in Costituzione, un Ministero della Transizione Ecologica istituito per smentire referendum  popolari, un governo che nel solco della tradizione non riserva risorse alla manutenzione e salvaguardia del territorio, per indirizzarle su grandi opere infrastrutturali, che negli anni hanno rivelato la loro natura di macchine del malaffare.

E difatti in felice coincidenza con la “riforma”, è stato pubblicato Pitesai, il Piano che individua le aree idonee alla prospezione e all’estrazione di idrocarburi su terra e offshore, al fine di dare  il via libera agli iter congelati con la moratoria imposta nel 2019, salutato con entusiasmo dalle Regioni a cominciare dall’Emilia Romagna che aveva già chiesto che venissero concesse ragionevoli revisioni dei procedimenti autorizzativi, e “approvato” dai petrolieri che garantiscono il loro contributo nell’interesse del Paese.

Intanto Milano e Cortina sono legittimate a fare strame dell’ambiente urbano e montano, la semplificazione provvede a demolire definitivamente l’edificio di regole e a smantellare la rete di controlli e vigilanza su appalti e procedimenti riguardanti la compatibilità di interventi edilizi, costruttivi, infrastrutturali, in nome della Ricostruzione.

E d’altra parte  cosa volete aspettarvi da chi con una mano scrive i comandamenti del profitto “compatibile” e con l’altra regala l’immunità e l’impunità ai criminali dei ponti crollati, dell’Ilva, dell’Eternit.