Adesso dopo tante illusioni e tanti inganni arrivano i licenziamenti. E come primo drammatico atto di qualcosa che era già scritto è arrivata la chiusura della Gkn di Campi Bisenzio, un intera fabbrica con 422 dipendenti chiusa in pratica via mail, senza nessuna attenzione verso le le persone come del resto è d’uso nel regime neoliberista. e naturalmente si è subito alzata la marea di proteste da parte dei sindacati e della politica locale, con Nardella in testa, l’uomo meno credibile da accostare al lavoro e alla sua etica, nonostante la spietata concorrenza. Un puro atto dovuto che semmai avrà un qualche sbocco positivo lo troverà solo con la promessa di molti soldi pubblici, sgravi fiscali enormi e prebende di ogni tipo e ce lo meritiamo: dopo esserci sbarazzati dell’industria pubblica grazie ai Prodi e ai Draghi, adesso abbiamo l’industria privata che pretende soldi pubblici per non chiudere. Ciò che tuttavia davvero impressiona non è certo il cinismo dei padroni di cui abbiamo imparato a fare la conoscenza negli ultimi trent’anni, ma l’ipocrisia di coloro che fingono di difendere il lavoro e i lavoratori sapendo di aver ceduto su tutto, passo dopo passo fino ad arrivare alla situazione attuale nella quale questi licenziamenti sono di fatto inevitabili.
In questo senso la Gkn, un’azienda britannica che opera nel campo della componentistica dell’auto è quasi l’apologo perfetto per la deindustrializzazione del Paese. Un intero ceto sindacale e politico ha steso il tappeto rosso davanti a quel Marchionne che dopo aver imposto il falò di molti diritti del lavoro ha soffiato la Fiat a un Paese che aveva fatto di tutto per permettere agli Agnelli lauti guadagni con il minimo di investimenti e che in ossequio al re di Torino aveva impedito che altre Case automobilistiche venissero ad aprire fabbriche in Italia. Chi non ha detto niente di fronte al trasferimento di produzione altrove provocando il dimezzamento di quella italiana? Chi per anni ha fatto finta di credere ai piani di rilancio dell’uomo col maglioncino stilati in mezza cartella di comunicato stampa? E non è il governo stesso, guidato dal numinoso Draghi tornato dopo decenni a completare l’opera iniziata nel ’92 a dire che bisogna tagliare i rami secchi, ovvero quella parte della produzione industriale che una politica, cieca, stupida e servile ha reso tali? E che ci fa la Gkn in un Paese che ormai produce pochissime auto, ma ha deciso di adottare una moneta come l’euro che non rispecchia per nulla la sua economia e la sua produzione? Ci mancava solo la sceneggiata pandemica in cui un potere politico che vive di accattonaggio molesto non ha avuto la forza di sottrarsi a completare l’opera. E adesso questi fanno finta di stupirsi vedendo che le conseguenze sono pagate dai più deboli.
Chi è che si dovrebbe indignare per la chiusura della Gkn? Di certo i lavoratori e i dipendenti, ma più che contro i remoti vertici aziendali, contro chi li ha spinti con geometrica coerenza in questa situazione. Le logiche della Gkn sono le stesse che sovraintendono l’azione di governo: mi chiedo come si faccia a lamentarsi del cinismo delle multinazionali per poi bacchettare chiunque chieda sovranità e politiche coerenti con essa. Sono tutti questi abominevoli ipocriti e buoni a nulla che bisognerebbe licenziare in tronco per poter tornare a sperare.
Musica :
chiude una fabbrica? in realtà, ne chiudono ulteriori tre tre.
1) il fornitore, senza ordini.
vedi su you-tube
2) i terzisti, la vera forza fabbrica che funge da muscolo, polmone, a secco senza materiale da trasformazione.
il link cercatelo da voi.
3)la porta di casa. tua moglie ti lascia con i debiti da pagare.
4) la tua gola, con un “groppo”. pensandoci, era meglio fare come il tuo amico xxxxx che lavora per una multinazionale chimica tedesca, ha sposato una farmacista ed ha due figli maschi, biondi. di tanto in tanto, arrivano gli estratti conto della banca svizzera che il postino, precario, mette nella mia buca. mai aperte, le ho consegnate. diamo a cesare quel che gli compete.
Massimino, lo smilzo baffetto, teneva bottega, in una di quelle oscure, a roma. era il rè della sola. avevi un buco?una spalmata di colla, cartone ed una pennellata di rosso, marchio di fabbrica e voilà: “puoi andare fin in russia, 10 euro per la vigna del signore, la tariffa”.walter, era un cinema solo vederlo, il noleggiatore di pellicole made in usa. le trame, mai a didascalia: effetto sorpresa.bettino, il fiorista, aveva l’esclusiva dei cofani funebri ai funerali di stato, scenografiche distese di garofani rossi. venne finalmente, l’epoca dei mattei. uno si dice che andava per funghi nei boschi, l’altro, allevasse trote dalla pinna verde. nonno sergio, intanto, ha avviato una piantagione di profumati, incensanti crisantemi. Un paese fondato sul lavoro, certo un po’ precario.meno male che zio silvio c’è (e ci fa), il barzellettiere d’italia.uno splendore, un’autentica altezza regale che fuga ogni nube e fin il sole si china al suo cospetto. sconfiggerà il covid, comodamente da casa, con il suo telecomando. ogni giorno pregalo, in ventiquattro rate orarie, costruite attorno a te,il sedere orientato medio-l-anum .sei in un bellissimo paese. licenziano, confiscano? Balle dei comunisti.
Si può vedere :
il macchinone nero, l’aria scanzonata, imponente, si avvicina, cala il finestrino, non si presenta e perentorio: “ehi, ragazzo , è lei che ripara le ginocchia dei cavalli da corsa, ne ho uno rosso malandato?”. “mi spiace, un tempo forse, ma dopo tanti anni di regolari fatture impagate, mi limito a vendere animali da lavoro”.un poco serio in volto, di nuovo: “veramente ho un cavallo nero, bello, forte da vendere, quanto mi dà?”. devo serrare le poche risorse mentali rimastemi ad edurlo: “nulla. come oserva, son attorniato da un sacco di cavalli, anche rossi, ma nessuno compra più cavalli da lavoro, da tempo. ancora, gli unici a farlo son gli zingari, i quali ritirano i purosangue in carne a 200 euro, circa”.incupisce, offeso e di rimando: “io non sono uno zingaro!”. autocontrollo: “io non ho detto questo, ma fattivamente ho cercato di aggiornarlo allo stato dell’arte. mi scusi, perchè non fa tingere di rosso il cavallo nero?”.
Si può leggere :
https://marcodellaluna.info/sito/2021/07/10/una-taglia-su-dombrovskis/
Se sbraiti o ti organizzi troppo contro le disfunzioni e la corruzione del sistema capitalista, poi quest’ultimo sa come conciarti :
https://www.affaritaliani.it/cronache/grillo-jr-dietrofront-silvia-li-ho-lasciati-fare-poi-difficile-fermarli-749085.html
Quelli che lavorano per i BBene dell’itaGlia ( sono lo stesso partito del Job’s Act e della Bonetti…) :
https://comedonchisciotte.org/elettrosmog-renzi-e-colao-decidono-di-intestarsi-la-battaglia-sullinnalzamento-dei-limiti/
sono sempre condivisibili ,ma tu che faresti in questo futuro liberista, la rivoluzione ? con chi la faresti con quale tifoseria della juve piuttosto che dell’inter o con chi altro ,dovresti fustigare quel 33% a cui gli italiani avevano dato mandato per una rivoluzione gentile ,ma hai sempre preso posizione contro forse avevi ragione visto come si sta chiudendo quell’epoca ,ma sarebbe almeno servito una parola di incoraggiamento e invece niente solo critiche
“Ci mancava solo la sceneggiata pandemica in cui un potere politico che vive di accattonaggio molesto non ha avuto la forza di sottrarsi a completare l’opera. E adesso questi fanno finta di stupirsi vedendo che le conseguenze sono pagate dai più deboli.”
La Grecia prossima ventura…
Chi è che si dovrebbe indignare per la chiusura della Gkn? Di certo i lavoratori e i dipendenti, ma più che contro i remoti vertici aziendali, contro chi li ha spinti con geometrica coerenza in questa situazione. Le logiche della Gkn sono le stesse che sovraintendono l’azione di governo: mi chiedo come si faccia a lamentarsi del cinismo delle multinazionali per poi bacchettare chiunque chieda sovranità e politiche coerenti con essa. Sono tutti questi abominevoli ipocriti e buoni a nulla che bisognerebbe licenziare in tronco per poter tornare a sperare.