Ieri nel post Dove volano gli avvoltoi avevo promesso di parlare dello scellerato, ingentissimo e assurdo aumento delle spese militari – il più alto dalla fine della guerra – che arriva in un momento nel quale la mistificazione pandemica dovrebbe essere concentrare tutte le risorse sulla sanità e sul tentativo di tenere in piedi l’ economia del Paese. Invece  dalla bozza della Legge di Bilancio per l’anno 2021 si evince lo scatenarsi di una follia militaresca con aumenti di fondi insensati il solo Ministero della Difesa  registra una crescita di circa 1,6 miliardi di euro facendo passare le spese militari da 22,94 miliardi a 24,54 miliardi. Dal momento che solo 381 milioni riguardano aumenti di spesa corrente, il resto, vale a dire quasi 1300 milioni, si volatizzeranno in un momento così drammatico per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma principalmente dagli Usa. Insomma ci sveniamo perché la Casa Bianca possa assediare la Russia e per diventare il maggior bersaglio atomico in caso di guerra che non è più un ipotesi lontanissima visto lo stato comatoso dell’impero americano e dei suoi vassalli. Naturalmente questa somma è solo il punto di partenza per valutare la spesa militare italiana complessiva, che deve tenere conto delle cifre provenienti da altri ministeri, quelle del fondo per le Missioni militari all’estero che è gestito dal Ministero dell’Economia e gli ulteriori denari che il Ministero per lo Sviluppo Economico mette a disposizione per acquisizione e sviluppo di sistemi d’arma, il contributo per le basi Usa sul territorio italiano che sfiora i 600 milioni l’anno (sì, paghiamo per essere occupati militarmente) e si arriva così ai quasi 29  miliardi l’anno. Ma non basta perché si deve aggiungere a tutto questo un piano Pluriennale (2020 – 2022del Ministero della Difesa che prevede la spesa di 6 miliardi in nuovi armamenti a cui si devono aggiungere anche gli interessi sui mutui accesi dallo Stato per pagare  in anticipo alle aziende le cifre stanziate per specifici progetti d’arma.

Da questo se ne deducono alcune cose nemmeno immaginabili in un mondo civile, ovvero che una fetta consistente del Recovery se ne andrà in spese militari invece che in spese per la sanità e che per giunta  saranno uscite  del tutto inutili per acquisizione di armi ormai obsolete  Una parte notevole di queste somme sarà infatti dedicata all’acquisizione degli F 35, un caccia di quinta generazione che tuttavia si è rivelato, pesante, lento, super costoso, con necessità di continua manutenzione, pieno di bug e di problemi di messa a punto ancora non risolti dopo vent’anni di progettazione,  ma che è in ogni caso lontanissimo da quello che il Pentagono si aspettava, ovvero un  sostituto dell’ F16.  Così adesso si sta pensando di progettare un nuovo caccia ( come dicono le maggiori riviste di che si occupano di cose militari  e persino Forbes ) ammettendo implicitamente il fallimento del progetto F35. Concepito negli anni ’90, il programma avrebbe dovuto produrre migliaia di caccia in maniera da coprire molti ruoli senza dover ricorrere ad aerei diversi.  Proprio questo è stato il tallone si Achille: si è voluto fare troppo e questo ha aumentato la complessità e i costi, fattori che hanno causato ritardi che hanno a loro volta propiziato ancora più complessità e dunque costi sempre maggiori e inaffidabilità del caccia. Fatto sta che quindici anni dopo il primo volo dell’F-35, l’Air Force ha solo 250 caccia  in tutte le varie versioni, un numero molto inferiore a quelli preventivati o che sono stati di fatto rifilati agli alleati. Oggi ha un senso come vettore di testate nucleari tattiche, perché negli altri ruoli  si rivela troppo vulnerabile e troppo inferiore ai concorrenti.

A questo punto sarebbe troppo chiedere a cosa ci serve un caccia del genere? A chi vogliamo fare la guerra spendendo una cifra che nel totale sarà di 20 miliardi? Perché questo caccia è un incursore con capacità atomica, ma negli altri ruoli di difesa, di superiorità aerea e di intercettazione, quelli immaginabili per un Paese che non possiede testate nucleari e nella cui Costituzione è scritto il ripudio della guerra è una vera ciofeca, tanto che deve essere scortato da altri caccia che peraltro non abbiamo. Come se questo non bastasse la natura dell’F35 ci espone come bersaglio alla reazione del nemico che a tutti i costi vogliamo avere. Ora il fallimento non è più un’opinione, è in un certo senso  ufficialmente riconosciuta dal Pentagono e dunque la perseveranza nell’acquisto non può più essere ammanta dalla retorica della ” “quinta generazione”, deve essere presentata per quello che è: un’imposizione ingentilita da mazzette.

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