inquisizioneOgni forma di censura è una sorta di auto confutazione di chi la attua perché o vuole nascondere qualcosa o non vuole che qualcosa venga divulgato a prescindere dalla sua consistenza o dalla sua aderenza fattuale: il problema non è mai la verità verso la quale i controllori non hanno alcuna vocazione, ma il controllo. Anzi molto spesso l’imposizione di una censura palese e non più affidata ai normali meccanismi di selezione cognitiva, cerca di fermare la disgregazione di un sistema di narrazioni, credenze e prassi in declino, non più in grado di essere autorevoli e credibili, almeno nel contesto in cui si danno che non è più quello originario. Non è quindi sorprendente che da qualche anno il sistema neo liberista occidentale, non più così forte da suscitare fede incondizionata e di arginare le tesi alternative, abbia inventato le fake news non tanto per confutare singoli argomenti, quanto per gettare un’ombra di discredito sul fatto stesso di mettere in discussione la verità ufficiale.

 

Il terreno ideale per sviluppare una censura che non si presenti come tale, ma come soccorrevole sollecitudine alla vita è proprio questa saga del coronavirus che non è un significativo evento biologico, come tutti i dati, se letti correttamente dicono, quanto un golpe mediatico per far scalzare ciò che rimane del sistema politico – democratico e sostituirlo con una sorta di dittatura tecnocratica, secondo linee già ampiamente previste nei vari pensatoi del potere, persino nel particolare di favorire questo passaggio attraverso una pandemia. Se questa poi non è così importante da superare la forza di una sindrome influenzale ci sarà la narrazione a renderla sinistra e apportatrice incontrollata di morte. Da questo punto di vista non è strano che in maniera epidemiologicamente sorprendente e quasi metafisica l’Italia sia diventata l’epicentro del Covid 19 per la necessità di svendere a viva forza il Paese alla tecnocrazia europea, prima che esso riesca a sottrarsi all’abbraccio mortale. Ora credo che i tribunali siano il luogo migliore per discutere le modalità terroristico – apocalittiche con cui vengono comunicati i dati, già di per sé piuttosto tendenziosi, così da far pensare che tutti i decessi siano dovuti al coronavirus e non alle normali patologie, da coprire lo sfascio del sistema sanitario, gli errori di gestione della crisi, la mancanza  di mezzi adeguati e di personale all’altezza: tutto questo non ha alcun senso in termini medici, ma serve unicamente allo scopo di recludere gli italiani con il loro consenso, far crollare l’economia e concludere la svendita vergognosa facendola passare per stato di necessità.

Così dentro questa commedia tragicomica che avrebbe bisogno della psichiatria di massa serve un tribunale dell’inquisizione formato da informatori patentati scelti fra i più mediocri, ambigui e servili che passa il convento, secondo una secolare tradizione, oltre che da quegli istituti che da sempre hanno fatto da guardaroba per un imperatore che non deve andare mai nudo. Tra questi, il famigerato Agcom che tra fine marzo e primi di aprile, anticipando la task force dei mercenari governativi,  ha diffuso un elenco delle principali false notizie che circolano tra le quali oltre rassicurarci sul fatto che gli stipendi delle alte cariche dello stato non sono stati tagliati, cosa di cui nessuno peraltro dubitava, ma messa lì come specchietto per  rendere credibile tutto il resto, figura anche il fatto che la vitamina C non serve a combattere il coronavirus: “non c’è alcun resoconto medico che lo dimostra”. dice il testo probabilmente redatto da David Puente, un ambiguo res nullius  proveniente dalla Casaleggio Associati che sta alla verità esclusivamente in relazione al reddito che produce, come del resto accade per tutti i sedicenti debunker.  Naturalmente si tratta sostanzialmente  di una falsa verità, perché il ruolo delle vitamine C e D nelle infezioni da virus, compreso il coronavirus che provoca il raffreddore è ampiamente discussa, mentre l’Università di Torino ha prodotto uno studio specifico sul “ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia”.

Insomma sono temi in discussione e solo un cretino può pensare che qualcuno abbia la verità in tasca, in un campo così incerto come la virologia dove nulla è assolutamente stabilito nemmeno per i virus che già conosciamo bene. L’inquisizione in tutte le sue forme (forse a difesa preventiva di ciò che avvenuto in Lombardia) si è scagliata contro l’ipotesi proposta da un cardiologo pavese sulla base delle esperienze fatte in tre grandi ospedali, compreso  il Sant’Orsola di Bologna che tra parentesi è il più grande del mondo, secondo cui il decesso di molti pazienti è stata dovuta a un errore terapeutico: la causa di morte non sarebbe l’insufficienza polmonare, ma verrebbe provocata da microtrombosi che impediscono il respiro le quali si creano a seguito di prolungata febbre alta e di infiammazione che non curate. Subito, a cominciare da quel grande esperto non vi dirò di che cosa che risponde al nome di Burioni, per finire alle oche dei giornaloni si sono messi a strillare fake news, fake news, non si sa bene su quali basi di conoscenza o di indecenza, ma qualche giorno fa l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha  approvato uno studio specifico sull’uso della terapia con eparina per sciogliere i trombi. E, sorpresa, questa linea terapeutica era già prevista nelle linee guida dell’Oms anche per i pazienti Covid, come preventivo di eventi tromboembolici.  Forse il grande esperto non lo sapeva, come non lo sapeva chi defake tutti i giorni nell’informazione istituzionale,  lui il Burioni  vuole solo il vaccino, anche se probabilmente del tutto inutile, mica cure a basso costo, vade retro. E intanto è possibile che quei morti in più di cui parla l’Istat (vedi Virus, danno i numeri )  siano stati dovuti ad errori terapeutici, a panico e confusione. Per fortuna alcuni medici hanno lavorato nell’ombra fregandosene delle burionate e anticipando ciò che adesso è confermato anche dal British medical Journal.

Basta, che a casa ci rimanga questa gentaglia, tanto il peggio che possa capitargli è vivere.