Proprio ieri sera nel tentativo di sfuggire sia alla pubblicità che alle news, mi sono visto sulla Effe, una puntata di “cucine segrete” di Antony Bourdain, certamente la più interessante fra le tante trasmissioni paraculinarie in giro per la Tv. Bene, questa volta il cuoco scrittore era a Beirut e a me ha fatto venire in mente il discorso di Obama sul caos mediorientale perché il timbro culturale pare esattamente lo stesso: con tutto quello che Beirut suscita nell’immaginario e costituisce nella realtà concreta a Bourdain non è venuto nient’altro in mente che cominciare con quattro motociclisti coglioni, pateticamente simil Selvaggio, che vanno in giro su su Harley Davidson d’annata, macchine che per la loro mediocrità denunciano già da subito la subalternità al mito americano, senza il quale semplicemente non esisterebbero. E subito dopo come ouverture su una cucina tra le più ricche del mediterraneo non ha trovato altro che far visita a un tizio che propone un’imitazione del pollo fritto del colonnello Sanders, con tanto di confezione da fast food dei poveri.
E’ impressionante vedere come anche in questo caso entri in gioco un autismo culturale americano che mentre cerca la curiosità etnica o tenta di esplorare problemi, non vede e non apprezza altro che le tracce di se stesso opposto a un male costituito dal non adeguamento al modello occidentale e sostanzialmente Usa. Fosse solo per il banale culinario sarebbe ridicolo, diventa invece tragico quando lo stesso paradigma culturale, l’ossessione per una eccezionalità che è tale solo per la nevrosi con la quale viene proposta, si incarna nella Casa Bianca: all’assemblea generale dell’ Onu Obama non è riuscito a proporre alcuna prospettiva per uscire dal caos provocato da lui stesso e dalle lobby di potere che determinano la fisionomia del Washington consensus , ma si è pervicacemente avvinghiato ai topoi propagandistici, ai “successi” dell’America in Siria e altrove, rispolverando persino le ridicole accuse alla Russia per aver aggredito l’Ucraina. Così alla fine di un’orgia retorica tra le più vacue, non ha potuto dire nemmeno una parola sulla proposta di Putin di una grande alleanza contro il terrorismo. Visto che buona parte di esso è creato o utilizzato per i propri scopi dagli Usa, è abbastanza comprensibile, ma ciò che colpisce è il disconoscimento delle nuove situazioni che si stanno creando, il voler tenere prigioniera l’Europa dentro queste logiche, stimolando la Francia a lanciare bombe e colpendo la Germania per interposta Volkswagen (ricordo che l’istituto indipendente che ha pizzicato un anno fa la casa di Wolsfsburg adesso riconosce apertamente che tutti i costruttori truffano) a causa dei tentativi di aprire un qualche dialogo con la Russia. Il clamoroso e storico errore della cancelliera Merkel nell’acconsentire e aiutare il golpe a Kiev comincia a dare i suoi frutti.
Insomma la Casa Bianca procede senza curarsi di altro, né della nuova situazione in Siria con l’impegno della Russia, riconosciuta di fatto persino da Netanyhau, né dei colloqui di Minsk per trovare un modus vivendi tra Kiev e le regioni filorusse, né delle perplessità europee, lasciando a Putin il protagonismo dell’uomo ragionevole, che fa proposte concrete e che infine vuole combattere il terrorismo incastrando l’amministrazione americana dentro il suo tema mediatico e pretesto politico preferito. Obama sa benissimo (lo avrebbe rivelato ai suoi collaboratori, secondo un report di un celebre giornalista d’inchiesta) che la cosa più ragionevole sarebbe quella di riaprire il corridoio dei colloqui seri con la Russia, anche a costo di congelare la vicenda Ucraina e di rinnegare le schifezze in Siria, ma non può sia per la pressione delle varie lobby di interesse, sia perché con questo dovrebbe confessare gli errori commessi, sconfessare le bugie raccontate e rinnegare l’eccezionalità americana. Come dire apertamente che i motori Harley del dopoguerra sono stati copiati da un propulsore Bmw utilizzato dalla Werhmarcht, che le uniche vittorie conseguite sono arrivate grazie al reparto corse dell’Aermacchi che l’ultimo motore uscito è stato progettato dalla Porsche. Che eccezionalità sarebbe?
Che diamine, di questi tempi si leggono, sui siti indipendenti, solo critiche che fanno passare gli USA per un covo di psicopatici assassini e semideficienti, attaccati solo al denaro ed alla sua spendita compulsiva.
La mia modesta esperienza negli States (ci ho vissuto abbastanza a lungo da sposarmici per poi, fortunatamente, divorziare!), mi ha insegnato che certi deleteri stereotipi sulla realtà USA… sono riduttivi. Nel senso che la realtà può essere ancora peggio.
E’ difficile spiegare una nazione tanto grande e diversificata al suo interno, ma alcuni comuni denominatori sono fortissimi. Quello che mi ha colpito di più è il livello incredibilmente basso del livello di maturità della gente in generale.
Forse il concetto di maturità è già di per se molto difficile da definire, ma la sensazione che gli americani siano prevalentemente dei bambinoni pericolosamente inclini alla risolutezza (dire violenza è forse troppo) è prevalente ed immediata.
Peccato, in fondo sanno essere davvero ospitali, ma sempre per farti diventare americano!
Per loro tutto il mondo va dal Delaware alle Hawaii, tutto il resto è… là fuori da qualche parte.
Credo che questa loro ostentata e difesa limitatezza culturale, possa spiegare molte cose del loro concetto imperialistico di politica estera.
“concetto imperialistico di politica estera.”
e i pesanti danni che ha scientemente provocato in tutto il mondo…