“Mani in alto, buttate quei piatti come se fossero armi”. Sono passati 25 anni esatti dalla caduta del muro di Berlino ma dobbiamo prendere atto che la lacerazione di quel diaframma, peraltro assai più permeabile di ciò che ha fatto intendere l’informazione occidentale, non è stata la realizzazione di un sogno, bensì la fine di altri due: quello del comunismo di stampo sovietico e quello del capitalismo dal volto umano, portatore di democrazia e di benessere. Entrambi vivevano l’uno contro l’altro, ma anche uno grazie all’altro. E non è un caso che la Berlino di oggi, dove le tracce del muro sono praticamente scomparse, sia divisa tra Ostlalgie e Westalgie, ovvero la nostalgia della Ddr e quella dell’idillica idea di Occidente che si aveva quando il muro ancora c’era.
“Mani in altro, buttate quei piatti, come se fossero armi” è l’intimazione di alcuni poliziotti di Fort Lauderdale, in Florida, a un novantenne e due pastori protestanti colpevoli di aver violato la legge dello stato e aver dato da mangiare a dei senzatetto. Reato gravissimo, instaurato da un governatore che potrebbe anche essere il futuro presidente degli Usa e che comporta 60 giorni di carcere. Questo è diventato l’occidente senza quel diaframma che costituiva una sfida al capitalismo e lo spingeva a frenare i suoi umori e le sue logiche. E’ solo un piccolo tocco di grottesco fra milioni che si potrebbero citare, uno dei tanti buchi neri che costellano il generale attacco alle conquiste di un secolo e ora negano le promesse di benessere e libertà fatte anche perché c’era il muro e il “grande nemico” dietro di esso.
Un grande nemico che si era arreso anche lui e non per la presunta spallata militare di Reagan sulle guerre stellari, una cazzata stratosferica appunto che viene ripetuta a pappagallo da trent’anni e senza nessuna consistenza: i sovietici nelle tecnologie chiave necessarie alle guerre stellari e particolarmente nei laser erano allora più avanti degli Usa i quali oggi vedono la caduta di missili e satelliti privati come in uno storico contrappasso. Si era arreso per la sopraggiunta consapevolezza di aver smarrito la strada, di non aver creato un mondo nuovo, ma un’economia di comando, nata all’indomani della rivoluzione per motivi pragmatici, ma rimasta cristallizzata per decenni e che dopo Kruscev era divenuta da scelta contingente un vero e proprio modello autoreferenziale senza possibili sviluppi. E’ questo che intendeva Berlinguer quando diceva che l’Urss aveva esaurito la sua spinta propulsiva.
Non è certo un caso che dalla memoria sia stato totalmente cancellato il fatto che fu proprio
Gorbaciov ad annunciare lo smantellamento del muro, l’8 novembre del 1989, in discorso tenuto davanti al parlamento della Germania Ovest: Mosca aveva deciso già un anno prima che non le sarebbe più stato possibile gestire la transizione dell’Urss e al tempo stesso del sempre più turbolento est. Lo stesso leader sovietico aveva organizzato una cerimonia ufficiale di picconatura e subito dopo il discorso si recò a Berlino proprio per questo, solo che un disguido organizzativo diede l’impressione che l’assalto ai mattoni fosse l’azione di spontanea liberazione attuata da migliaia di persone autoconvocate e non quella di una folla radunata per accogliere il leader di Mosca davanti al reperto della cortina di ferro da eliminare. Perciò al riguardo perciò non ho dubbi sul perché la Merkel, allora dirigente di spicco dei giovani comunisti della Ddr, come testimonia la foto, a fosse presente. E non lo dico per tornare su una malignità che ormai è come il segreto di Pulcinella, ma per riportare a complessità un evento che nel tempo è diventato preda di un manicheismo vergognoso e miserabile.
Probabilmente nessuno immaginava cosa sarebbe davvero accaduto e che quei mattoni e pezzi di cemento sarebbero diventati il materiale da costruzione del pensiero unico, la nuova cortina tra ricchi e poveri. Per non parlare della distruzione europea, attivata sia dalla preponderanza della Germania, sia dal fatto che l’annessione di 17 milioni di nuovi cittadini abbia portato poi alla stagione dei tagli al welfare e alla compressione salariale, in seguito divenuti la dottrina continentale.
Non stupisce perciò più di tanto se dopo 10 anni dalla caduta del muro Usa Today dovette registrare come il 51% dei tedeschi dell’Est rimpiangesse la DDR, cifra altissima che, depurata da chi aveva meno di 25 anni all’epoca della caduta e non aveva vissuto appieno la realtà dell’est, si attesta sul 75 per cento. Ancora dieci anni e nel 2009 il Washington Post non osa, in piena crisi, fare o riportare sondaggi: si limita a dire che imprecisati berlinesi occidentali non ne possono più della tendenza dei loro concittadini orientali ad avere nostalgia del comunismo. Ormai non ci ferma più ad analizzare ragioni, soluzioni e motivi: sarebbe troppo compromettente per il paese “eccezionale”.
Così non si può che constatare la saggezza di un proverbio diffuso nell’est europeo che dice: “tutto ciò che i comunisti hanno sul comunismo è falso, ma tutto ciò che hanno detto sul capitalismo è vero.”
@anonimo del 9 novembre 2014 at 23:31
Lei pensi ai muri di 30 anni fa io penso ai crimini, truffe e fallimenti della società occidentale capitalistica degli ultimi 60 anni, fino ad oggi !!
Forse dal muro di gomma che fodera i suoi sensi ( occhi e orecchie in primis si direbbe…) riuscirà a filtrare qualche notizia attuale sulla decandente, quanto meno, società occidentale … poi da buon fantico capitalista Lei può continuare a MISTIFICARE fin che vuole e allora MURI DI GOMMA CAPITALISTICI DAPPERTUTTO.
@ Anonimo (9 novembre 2014 at 21:57)
“E io vedo che il muro di Berlino e’ ancora intatto nelle vostre menti, col filo spinato e le torrette delle guardie”.
Per essere precisi, attualmente le autorità di Kiev «sarebbero intenzionate a costruire un muro al confine con la Russia al fine di evitare invasioni simili a quelle verificatesi in Crimea».
Tra virgolette:
http://it.ibtimes.com/articles/72253/20141106/russia-ucraina-kiev-mosca-donetsk-lugansk.htm
Inoltre, «Nel mondo esistono decine se non centinaia di muri […] La famosa barriera di separazione costruita da Israele in Cisgiordania
[…]
Tra Stati Uniti e Messico una lamiera metallica sagomata altra tra i due e i quattro metri, è stata posta dal Governo americano lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego, per impedire agli immigranti illegali di oltrepassare il confine statunitense. Altri tratti della barriera si trovano in Texas, Arizona e New Messico.
[…]
Un’altra barriera che da anni divide due nazioni che, per certi versi, possono far pensare alle due Germanie, è quella costruita al confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud.
[…]
Il fatto che le barriere finora analizzate si trovino in territori esterni al continente Europeo, non deve far dimenticare il progetto avviato dalla Grecia e finanziato dall’Unione europea per costruire un muro lungo il confine con la Turchia.
[…]
Anche la Spagna, altro paese fortemente esposto al fenomeno dell’immigrazione a causa della sua vicinanza alle coste africane, ha scelto di costruire le barriere di Ceuta e Metella ottenendo il beneplacito dell’Ue oltre che il denaro necessario per la costruzione.
[…]
Esistono muri anche in India, che sta costruendo una recinzione lunga 4 mila km per separare il suo territorio dal vicino Bangladesh; oltre 90 barriere dividono le comunità protestanti da quelle cristiane nella città di Belfast (Irlanda); a Homs, Siria, diversi quartieri hanno edificato delle barriere per difendersi dai loro vicini e preservare quel poco “benessere” che gli rimane».
Tra virgolette:
http://it.ibtimes.com/articles/71031/20141005/muro-berlino-stati-uniti-messico-sud-nord-corea-mondo.htm
Forse ti sfugge il “dettaglio” che i muri che hai citato servono a non far entrare, mentre quello di Berlino serviva a non far uscire.
“E io vedo che il muro di Berlino e’ ancora intatto nelle vostre menti, col filo spinato e le torrette delle guardie.” certo certo, e con la propaganda filo ammeregana dei comunisti che mangiano i bambini, CHE ILTURBO CAPITALISMO DI RAPINA CON PRIVATIZZAZIONE DEGLI UTILI E SOCIALIZZAZIONE DEL PERDITE ( quello che sta avvenendo quanto meno dal 2008 in poi in modo molto visibile…) è una bellezza, come ci ha insegnato IL RECENTE FALLIMENTO DI MERCATO CAPITALISTICO, con il fallimento di Lemahn Brothers, vedita di titoli finaziari spazzature tipo titoli derivati o anche di mutui subprime che “il mercato capitalistico” richiedeva… poi le guerre per l’accaparramento del petrolio sono state proprio uno spettacolo, in IRAQ, in Libia, sempre con i soliti pretesti…da quelle parti, quelle che piacciono a lei, si è risparmiato sul filo spinato ma non molto ( vedi Guantanamo e Abu Graibh…), e si è preferito investire in micidiali bombardamenti anche , se non soprattutto di gente civile…
È LA MITOLOGICA CIVILTÀ OCCIDENTALE BELLEZZA…altro che comunisti che mangiavano i bambini ai tempi del muro di Berlino.
Il muro, oltre ad essere ancora intatto, e’ anche di gomma.
“Bue ci sara’ lei.”
vedo che si auto arruola fra coloro che credono alla favola della (s)governabilità ( vedi ItaGlia , che già si è visto parecchio…) e delle mitologiche leggi truffa, porcata o acerbo sostanzialmente “”maggioritarie”””
un ossimoro che significa costituire una maggioranza assoluta dei seggi legale, ma fittizia nella sostanza … contento chi vuole farsi truffare in tal senso…
E io vedo che il muro di Berlino e’ ancora intatto nelle vostre menti, col filo spinato e le torrette delle guardie.
“est europeo ci sono le libere elezioni”
si, si, magari ste libere elezioni sono fatte con leggi elettorali truffa o porcata tipo le leggi sostanzialmente “maggioritarie” italiane, distorcendo pesantemente LA RAPPRESENTATIVITÀ DEL VOTO E DEGLI ELETTI,magari raccontando al popolo bue la favoletta della (s)governabilità…per dire, alla salute di ciò che è realmente peggio o meglio secondo gli elettori dell’est Europa, da dove proviene un notevole flusso di emigrazione peraltro, dato che in quei paesi si sta così bene, o FORSE STA BENE L’ELITE OLIGARCHICA DOMINANTE, come qui in Italia insomma, o forse peggio data cotanta emigrazione.
Bue ci sara’ lei. Per il resto, se ci fosse tutta questa nostalgia, i comunisti otterrebbero comunque la maggioranza con qualsiasi legge elettorale e non il 4% come avviene in tutto l’est europa, dove il comunismo reale l’hanno potuto sviscerare con calma. Cambiate argomento che questo non vi funziona.
Ragioniamo: visto che nell’est europeo ci sono le libere elezioni, ammettendo che il proverbio citato sia vero, constatato che nell’est europeo i comunisti non li vota piu’ nessuno, si deduce logicamente che il capitalismo reale e’ comunque preferibile al comunismo reale, almeno per coloro che il comunismo reale l’ hanno provato.
Quando molti tedeschi dell’Est attraversarono quella che era detta dai Vopos di Honecker e Krentz la ‘Antifaschistischer Schutzwall’ (barriera di sicurezza antifascista, secondo la ridondante propaganada della Stasi o della FDJ), si sorpresero di tante cose: le luci di Berlino Ovest, i negozi con i più raffinati e tecnologici prodotti occidentali, ma pochi fecero caso che c’erano anche i senza fissa dimora (“barboni”, ad essere ‘impolitically correct’), e che questo impressionò non poco i tedeschi orientali. Nella DDR, da Ulbricht a Honecker, SDF non erano concepibili. L’Occidente capitalista si era rivelato nel suo barbaro, disumanizzante nocciolo costitutivo. E non è cambiato, nella sua essenza. Anzi: è peggiorato in quest’ultimo quarto di secolo. Perché non ha più remore da confronto, non ha più lo stimolo dei Paesi a Socialismo reale che pungolavano le Socialdemocrazie occidentali a riformare il Capitalismo dal volto disumano.
Personalmente lo dico da quando cadde il Muro: non fu una crisi sistemica a far collassare una costruzione statuale, pur con tutte le sue magagne, ancora tutto sommato funzionante (mi riferisco in particolare all’URSS), no. Fu semplicemente l’abbozzarsi di sacche di liberismo ideale in uno Stato di economia a Socialismo reale (attività capitalistiche in Stato Socialista: penalmente perseguibili, ma, ‘de facto’, non più perseguite). Però faccio mia la grande lezione di Bruno Pontecorvo, che, quale testamento morale lasciò per inciso il seguente pensiero: “se è vero che il Comunismo di stampo sovietico è stato una soluzione sbagliata ad un problema reale, ciò non vuol dire che quel problema non continui ad essere tale”.
Ottimo articolo, come sempre. E ottimo anche il libro di Vladimiro Giacché.
Sottoscrivo Marzia. A proposito di Giacché (e di Anschluss), segnalo il suo intervento di ieri al convegno di A/simmetrie:
http://egodellarete.blogspot.it/2014/11/prendiamo-il-buono-che-ce-1.html
Sottoscrivo Marzia. A proposito della Giacché (e di Anschluss), segnalo il suo intervento di ieri al convegno di A/simmetrie:
http://egodellarete.blogspot.it/2014/11/prendiamo-il-buono-che-ce-1.html
Grandioso articolo.
Se qualcuno volesse approfondire le tematiche, mi permetto di consigliare il libro: “Anschluss – l’annessione”, di Vladimiro Giacché.