La sinistra doveva ricominciare dalla lista Tsipras, come ancora si va dicendo, visto che per 8 mila voti manderà tre rappresentanti a Bruxelles. Ma si scopre, personalmente senza alcuna sorpresa, che è solo il prolungamento di una vecchia storia ormai fuori dalla storia. Una storia di piccole elite politiche e intellettuali che navigano in un bicchier d’acqua. La conferma viene dall’ennesimo ripensamento della Spinelli che adesso sta meditando di non rinunciare affatto allo scranno di Strasburgo. Prima si è presentata come garante della lista per poi invece auto inserirsi come candidato nobile del progetto in due circoscrizioni pur essendo assai nota la sua militanza filo bancaria impalliditasi solo nella seconda metà del 2012 (e perciò scomunicata da Scalfari). Qualche giorno dopo, visto che tutto ciò avrebbe potuto portare a qualche problema, ha detto che la sua era solo una candidatura di bandiera e che avrebbe rinunciato alla poltrona se eletta. Adesso sostiene che molti le chiedono di rimanere e ci sta ripensando.
Anzi si parla di una possibile prestigiosa carica che potrebbe esserle conferita in virtù della sua qualità di figlia di Altiero Spinelli. Peccato che il Manifesto di Ventotene, se appartiene alla storia dell’antifascismo, non appartiene affatto alla sinistra quanto invece al liberalismo paternalista di stampo crociano che vede nella democrazia un “peso morto”, una fastidiosa interferenza con il lavoro delle classi dirigenti, cosa che peraltro pare del tutto sconosciuta ai suoi freschi elettori. Peccato che la Spinelli sia portatrice di una visione euro conformista che vede nella reazione della Ue alla crisi solo errori e non il manifestarsi di una epocale svalutazione del lavoro e attacco frontale alle conquiste sociali del secolo scorso secondo i presupposti teorici del liberismo economico. Peccato che se davvero dovesse rinunciare alla rinuncia del posto, la Lista Tsipras porterebbe a Bruxelles una liberale, un altro giornalista di Repubblica che già si definiva renziano prima dell’ inopinata candidatura proposta non si sa da chi e probabilmente (dipende a quale circoscrizione rinuncerà la Spinelli) un rappresentante di Sel travolto dall’irresistibile fascino di Schulz. Ottimo e abbondante risultato per la sinistra radicale.
Ma vedete più che la mancanza di coerenza tra parole e fatti, che azzera ogni differenza etica, colpisce l’idea di sventolare come bandiera un convertito di fresca data, appena reduce dai rosari per Monti e Bini Smaghi, da sempre privilegiato in quanto figlia di e sempre portato sugli scudi dalle estensioni marginali del potere proprio in virtù del nome. La persuasione di far interpretare da un simile attore l’antagonismo alle politiche liberiste. E infatti ciò che sfugge alla Spinelli, ma con tutta evidenza anche alla lista nel suo complesso, è che l’austerità serve a un disegno ed è organico all’assetto di questa Europa, non è un semplice errore o tralignamento. E’ qui che davvero si delinea il vuoto di rappresentanza della sinistra e la sua sempre più evidente auto referenzialità.
Sacrosante le parole di Eva.
Questa storia del “vivere da comunisti” non è mica tanto moderna. Io la sentivo già nei primi anni ’60. I “borghesi” che si dicevano comunisti venivano spesso invitati a spogliarsi dei loro beni, manco fossero francescani. E questo invito proveniva, per lo più, da “borghesi piccoli piccoli”, democristiani per interesse e per quieto vivere.
Però un problema c’è.
Una volta, i “comunisti borghesi”,avevano un referente “di classe” molto concreto nel Partito ( con la maiuscola) . qui trovavano un contatto, spesso stabile e proficuo, con compagni appartenenti ai ceti subalterni, che spesso erano più bravi e più capaci politicamente di loro.
Oggi il “comunista borghese” ( sono rimasti in pochi, in verità) vive ed opera soltanto nel suo ambiente sociale e culturale. E sia così della Spinelli (che comunista non è, peraltro), e di coloro che continuano a formare movimenti e associazioni, destinati a sciogliersi uno dopo l’altro come bolle di sapone.
I ceti sociali subalterni sono stati abbandonati al loro destino, che continua ad essere quello della subalternità all’incantatore di turno.
L’essere o il fare i comunisti…. E’ solo questione di censo?
Io conosco fior di comunisti che hanno l’abitazione propria ed un’altra per riporre i libri che hanno comprato nella loro lunga vita borghese.
Ne conosco altri che hanno vissuto a pane e bollette.
Io non so se i primi fanno i comunisti ed i secondi desidererebbero pure loro fare i comunisti come i primi. Non so bene chi lo è e chi lo fa e se chi lo è, lo è forzatamente e non per scelta.
Ma potrei fare esempi concreti analoghi per chi si dice cristiano.
Ed anche tra chi ha vissuto a pane e bollette c’è chi continua ad amare Forza Italia e a dirsi cristiano doc.
Insomma, qui si tratta di esprimersi come cittadini con diritto di parola e di voto. Le differenze di censo non determinano in modo meccanico il diritto di convinzione per una o per l’altra “idea di mondo”.
A meno che ora corra l’obbligo di essere renziani, come un tempo correva l’obbligo di essere fascisti.
Veniamo alla Spinelli.
E’ una persona che ho letto volentieri e con stima: mai i suoi articoli mi hanno lasciata indifferente.
Ma non ne faccio un culto. Pertanto non mi va che dica e disdica, così come non mi va che dica e disdica qualunque amico o il vicino di casa.
E lei ha più responsabilità che il mio vicino di casa o qualunque mio amico.
E neppure mi va che le si tiri la giacchetta e la si induca a dire e disdire.
Ci sarebbero anche delle valutazioni politiche su queste modalità che vanno per la maggiore, per cui prima e dopo il voto sembra strategico cambiare qualcosa pensando a chissà quali vantaggi per la lista.
A me pare che le incoerenze portino solo al discredito delle persone e della lista.
Rappresentare Ventotene e Spinelli (Altiero) con un liquidatorio “liberalismo crociano paternalista” denota il suo fanatismo di Komunista, probabilmente di facciata. Sono un proletario vero, di quelli cresciuti a pane ed bollette da pagare. E rinunce, tante, sempre. Per questo mi da fastidio la spocchia di chi spesso si crede migliore perché “fa” il Komunista. Provi a vivere da comunista oppure si scelga un altro nome per le sue idee. Basta con le “operazioni nostalgia”, pure i pensionati cgil sono renziani ormai, non c’è più spazio politico…
L’ha ribloggato su LA STANZA DI ALBERTO.
L’ha ribloggato su Quijote Travels.