Senza saperlo quando a scuola citavo il sistema periodico degli elementi, stavo esprimendo sentimenti antisemiti. Il Sistema periodico è infatti uno dei libri di Primo Levi, tra l’altro vincitore di un Premio Prato alla Resistenza, periodo che oggi è visto con sospetto e sufficienza tanto da voler cambiare la Costituzione che nasce proprio dalla lotta antifascista. Ma sono evidentemente antisemite le donne che hanno dato vita a Se non ora quando, visto che hanno rispolverato come slogan un altro titolo dello scrittore in cui si narrano le vicende di un gruppo di ebrei russi e polacchi che cominciano a resistere al nemico nazista.
Eppure è bastato che Grillo si sia fatto sedurre dal titolo del romanzo più famoso dello scrittore, Se questo è un uomo, facendone l’incipit di un post distruttivo dell’attuale sistema politico, di Renzi e di Napolitano (che era nel Guf quando Levi era in montagna, prima della cattura e deportazione) perché si aprissero le cateratte dell’ipocrisia e una nutrita schiera di asini che un libro di Levi non lo hanno mai aperto in vita loro si sia messo a gridare allo scandalo. Dai “ggiovani” di governo con le orecchie d’asino fino all’Unione delle comunità ebraiche che per bocca di tale Renzo Gattegna dice che si tratta “una profanazione criminale del valore della Memoria e del ricordo di milioni di vittime innocenti che offende l’Italia intera”. Una reazione assai più veemente di quella espressa quando Berlusconi disse che i suoi figli erano come gli ebrei sotto Hitler: quella frase ridicola e infame era solo “inopportuna”.
Ora che il parallelo di Grillo tra i campi di concentramento e l’Italia di oggi sia di malgusto è certo, ma tanta indignazione pelosa è il suo perfetto correlato e tra l’altro nasconde il fatto che se il leader del M5S sbaglia nello stile, gli indignati sono proprio quelli che appoggiano il golpe nazista in Ucraina con tanto di santino del boia locale e di nuovi morti nel suo nome. Quindi forse gli indignati farebbero bene a tacere e magari dedicarsi più alla sostanza che non alla disamina delle parafrasi letterarie di un’autore che guarderebbe con molta ironia e preoccupazione a queste polemiche da bar, non foss’altro perché ha vissuto davvero la tragedia della deportazione e sarebbe scandalizzato dalla facilità con cui la Shoà viene ingaggiata nella polemica politica più futile. Non so davvero chi abbia più rispetto per la memoria a questo punto.
Certo il terrore che le elezioni creino delle difficoltà ai padroni del vapore europeo spinge i loro factotum all’esagerazione e al grottesco, non accorgendosi di favorire proprio Grillo abbandonandosi a polemiche scomposte e strumentali. Davvero Primo Levi aveva ragione quando scriveva:
“Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente con l’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.“
Ormai Grillo ha esaurito il suo frusto repertorio e frana nel ridicolo. Domenica scorsa ha affrontato i giornalisti coperto da un telo verdastro e bofonchiando frasi sconnesse. Un misto tra un paralume e un’afgana con il burka. Un demente, insomma.
L’ho seguito in tv nella sua campagna elettorale per le politiche 2013. L’ho seguito perché ero tentato di votarlo, ma a furia di sentirlo urlare le stesse cose, per di più con quel volto grossolano, la fronte bassa, gli occhi ravvicinati e lo sguardo porcino, mi sono ben presto convinto che un simile soggetto non è in grado di attuare alcun cambiamento positivo, e ho smesso di prenderlo in considerazione.
Aggiungerei che Grillo ha forti limiti intellettivi e intellettuali ad argomentare in modo comprensibile i temi dei suoi monologhi. A dire che vogliamo un mondo migliore, senza inquinamento, senza corrotti e corruttori, con servizi pubblici efficienti, ecc., siamo capaci tutti. Più difficile è illustrare come realizzarlo. E Grillo questo non è in grado di farlo.
Il suo ruolo consiste unicamente nel buttare tutto in caciara, mentre il potere continua indisturbato a farsi gli affari suoi.
Basta guardare alle recentissime nomine di Renzi ai vertici di Finmeccanica, Eni, ecc.
Da un’opposizione di tal fatta il potere non ha nulla da temere.
l’ignoranza crassa talvolta è il peggiore dei mali. lo dice la politica, lo vive e lo racconta la società
Se uno di questi parolai che oggi fanno a spintoni per dire la loro su Grillo e la sua “profanazione”, avessero almeno letto Levi. Sanno meno di un ragazzo liceale che ha studiato “Se questo è un uomo”. Ignorano il racconto di Primo Levi, ignorano cosa fossero veramente i campi di concentramento come l’Auschwitz descritto da Levi, ignorano cosa lui ci ha spiegato di quel nefando e primigenio esperimento sociale che mirava all’annullamento dell’uomo ritenuto inferiore, infimo, diverso. Annullamento cui, la ferrea legge del lager, beffardamente contribuiva lo stesso internato! E noi, oggi, siamo una società, un Paese, una Nazione, una comunità che vuole affermare la sua umanità o no? Arbeit macht frei; in questa beffarda rima si nasconde il simbolo di una sapiente tortura che, con tutto l’amore ed il rispetto che porto ai fratelli ebrei, dico che ormai non appartiene soltanto a voi. La Shoah è ormai un emblema del male nel quale si accomunano i destini che la storia ci racconta appartenere a tanti, tanti popoli. E tutti, nessuno escluso, un giorno potrebbero svegliarsi e scoprire di essere loro gli aguzzini o magari un kapo.
stavolta non sono per niente d’accordo. Lo squallore di chi critica Grillo non cambia la realtà che lo stupro di Primo Levi e della memoria della Shoah è abietto, degno di un vero nazista, che nel suo disprezzo assoluto per le vittime dell’Olocausto si permette di vampirizzarne la memoria per infami fini elettorali. Del resto Grillo è quello “nè di destra nè di sinistra” che ai fasci di Casa Pound disse che erano ben accetti. Se non ci si rende conto che la sua visione totalitaria della politica, per ora ristretta alla dittatura assoluta nel suo partito, è perfettamente coerente con certe infamie, non si è tanto migliori di Renzi and co.
Il massimo rispetto che ho per Primo Levi (si, ho letto sia il Sistema Periodico che Se Questo e’ un Uomo), si abbina al massimo disrirpetto delle multifarie organizzazioni sionistiche – veri apparati da fascismo delle idee. Mi ricordo ancora Fini con la berretta al Muro del Pianto. Roba da far ridere i polli e piangere i coccodrilli.
A proposito del commento di Primo Levi sulle insidiose vie del fascismo, invito chi ne fosse interessato, a leggere la storiella della “Jones Plantation” sul sito in calce. Vorrei averla scritta io… E’ precisa analisi – mutatis mutandis et temporibus – della prassi sociale americana (e adesso europea).
http://yourdailyshakespeare.com/shakespeare-appearances-and-the-jones-plantation/equalities#more-5711