Siamo nel Paese in cui l’uomo più ricco e influente può permettersi di dire che i suoi figli, altrettanto ricchi e potenti, sono come gli ebrei sotto Hitler: un’affermazione che altrove avrebbe messo fuori gioco chiunque, ma che qui suscita giusto qualche breve sussurro ed è immediatamente messa nel canovaccio delle trasmissione satiriche, anzi dell’unica rimasta. A me fa piacere che Crozza abbia materiale da spendere, ma di certo non mi consola, anche perché la volgarità di Berlusconi piano piano è penetrata sottopelle, si è ormai impastata all’antropologia italica senza che se ne abbia consapevolezza.
Tanto è vero che se più o meno le stesse cose non le dice Berlusconi -su cui è acceso un semaforo di riconoscimento – ma qualcuno che la modesta Boldrini, per esempio, considererebbe non volgare – ecco che passa inosservata nella sua trivialità populista. E infatti Scalfarotto, quello che si è fatto dettare dal Pdl la legge antiomofobia, ne dice una simile pensando che sia qualcosa di intelligente. Il nostro buon gay omofobo, nell’ambito della rivalutazione di Silvio, dice infatti che suo padre è andato in montagna per combattere gente come i 5 stelle. Dalla riuscita del figlio parrebbe che sia andato a fare una settimana bianca, ma Scalfarotto, detto Ivan l’Inattendibile, dovrebbe sapere molto bene che suo padre è andato a combattere chi metteva una sola stella gialla sui vestiti degli ebrei per mandarli a morte, magari assieme agli omosessuali, che paragonare i nazisti ai grillini, è allo stesso tempo ridicolo e sordido. Un offesa alle vittime della Shoa e ai valori della Resistenza, certamente più corposa delle cazzate di Berlusconi.
Al contrario di questi paragoni moralmente idioti, ne proverò uno più plausibile e ahimè concreto: Scalfarotto è esattamente il prototipo di quei politici e parlamentari (spesso le cose non combaciano) “democratici” così ottusi da far parte attiva e “responsabile” della coalizione che sostenne Mussolini fino alle leggi speciali. Quasi quasi mi verrebbe da dire che l’Italicum rassomiglia molto a quella legge Acerbo che ne fu l’inizio. E che dopo vent’anni porterà il padre di Scalfarotto in montagna. Si rivolterà nella tomba immagino. Ma purtroppo i figli non sono responsabili delle virtù dei padri.
“la volgarità di Berlusconi piano piano è penetrata sottopelle, si è ormai impastata all’antropologia italica senza che se ne abbia consapevolezza”
Proprio così. Berlusconi è finito, ma con il berlusconismo dovremo fare i conti ancora a lungo. Grazie anche a personaggi insipienti come Scalfarotto. E tanti altri ce ne sono, dentro e fuori dal Pd.
Inquietante il livello di coronata stupidità imperante nell’arena politica. Senza dignità e senza vergogna. Possibile che la gente non se ne accorga e non abbandoni il campo lasciandoli a blaterare nel loro deserto, completamente soli, in attesa di un processo evolutivo forzato che li riavvicini alla verità delle cose?
Concordo molto con l’analisi acuta di @Mauro Poggi 02/02 h 13:39.
La satira di Crozza mi sembra in definitiva innocua, basti notare la clamorosa autocensura (la nemesi della Satira per definizione) che si impone (o che “qualcuno” gli impone?) quando esterna le sue performances a ‘Ballarò’, il programma di Regime, così conformista ed appiattito sugli ukase del Potere, da far apparire ‘Porta a Porta’ quasi come il programma radiofonico di Howard Stern, tra i più trasgressivi d’Oltreoceano.
Scalfarotto? ‘Scalfarutto’, l’unico essere che produce aerofagia dentro la scatola cranica che nei vili intestinali.
Giuste anche le considerazioni di @eva e di @cecchini.
Scalfarotto e’ un puppattiano duro e puro. Puppato un esempio eclatante di ipocrisia politica, in continuazione dice una cosa e poi ne fa un’ altra.
Scalfarotto, al di là del coraggio di dichiararsi gay, non ha alcun requisito intellettuale … forse qualche competenza bancaria?
Ma di tipetti con le mani tra le scartoffie finanziarie ne abbiamo fin troppi.
.tutto giusto, sull’alieno sindaco, incapace di calarsi nel suo ruolo di primo cittadino… come per altro già ad altri è capitato negli ultimi cinquant’anni; ma il “tempo” non guarda in faccia nessuno, come si sa, ed anche io… come il tempo, ho imparato a rimettermi alle volontà della natura, che sia essa… per il destino di una capitale, di un Paese, e anche per quello che era una millenaria cultura, che tutta… in avvio di un passaggio ultimo, di un trapasso definitivo, troverà allocazione altra, rispetto a quel contesto di sola bellezza da godere da parte di quel turista internazionale così come quello di più semplice natura “provinciale”, confinato fuori dalle mura, ma pur sempre locale.
Si, Roma è indebolita più d quanto si possa immaginare… dalle lontane langhe, che a seconda dei casi, la vedevano e continuano ancor a vederla per soli scopo d’interessi propagandistici di partito, come la sola città del potere, del governo del Paese, che chissà per quale fato…. dovrebbe essere ancora odiata, bistrattata ancor di più, e con essa tutti i suoi cittadini (ancora e ancora per pochi) con chiare origini generazionali, certificabili.
Mi domando, senza prendere le difese di alcuno in particolare, se solo questo Paese avesse avuto almeno quello strambo difetto, etico e storico, di conservare, capitalizzare e rivalutare nel tempo, tutto quel dono storico ritrovatosi in grembo senza colpo ferire, così come era l’intero stivale, da sud a nord, nella semplice formazione di una società diversamente configurabile in qualsiasi altro contesto mondiale.
Invece troviamo a scoprirci di aver inseguito gli altri, poveri di quelle bellezze come le nostre.
In virtù di un mercato che detta leggi col solo scopo di rimettere in discussione credenziali applicabili in contesti d’importanza del tutto apatici e nuovi, a discapito di quei territori di maggior impatto, attrazione visiva, socio-culturale.
Credo che sin dal boom degli anni 60, il mercato, fonte unica di repentini cambiamenti strutturali, abbia contribuito, più di un sempliciotto di sindaco dell’ultim’ora… a rendere compromesso tutto un esistente dal valore e dal prestigio incommensurabile!
Le chiacchiere, come i sindaci, le porta via il tempo… che la farà sempre da padrone, come è giusto che sia.
Che poi a me fa pure incazzare la satira di Crozza, figuriamoci. Che è bravo, niente da dire, ma la sua è una satira di sistema (cioè “dentro” il sistema), grazie alla quale i personaggi dileggiati diventano pure simpatici e comunque perdono quella valenza mortifera che li rende così orribili. Derubricati a simpatiche canaglie, tutto sommato innocue: avete presente l’adorabile nonnino Napolitano che parla con Corazziere 1?
Chissà perché, invece, appena uno cerca di fare satira vera sparisce dai circuiti mediatici, tipo Daniele Luttazzi.
Parafrasando Arbore: diffidate gente, diffidate. Sempre.