“Il gioco d’azzardo può creare dipendenza, gioca il giusto”. La frase degli spot, letta così a precipizio che nemmeno la si capisce è ormai un must dell’ipocrisia italiana che pretende di salvarsi la coscienza con una qualche supercazzola. Ma il governo giustamente non ha tenuto conto di questo posticcio appello alla moderazione: su input del ministro dell’interno Alfano e della sua formazione metastatica staccatasi dal tumore principale, è stato varato un emendamento che penalizza i Comuni che si oppongano alla diffusione dello slot machine sul loro territorio.
A pochi giorni dalla discussione di una legge sulla prevenzione della ludopatia, il clan dei biscazzieri e cravattari ha messo a segno il colpaccio: tutto ciò che seguirà sarà solo uno spot da quattro soldi per prenderci in giro. I titolari delle licenze ricattano uno stato stato ridotto alla questua, incapace di riscattarsi, anzi sempre più attirato – per “necessità” naturalmente – nel cono dell’economia opaca. E addirittura il gruppo dei gestori delle slot, dopo aver evitato le multe per le proprie evasioni ormai costituisce un clan che pretende di fare il bello e cattivo tempo: in caso di irregolarità (ma chi le scoprirà mai con questo popò di coperture) potranno continuare a fare casino per tre mesi e dopo potrà subentrare solo chi è già titolare delle licenze. Insomma mafia perpetua.
Ecco il bel risultato della stabilità voluta dal Palazzo, del vecchio che comanda e del nuovo che avanza: rastrellare soldi senza alcun ritegno e bastonare chi per caso si opponga. Sapendo perfettamente che questo significa nuovi drammi, sviluppo dell’usura e dei poteri criminali. Ma chi se ne frega pur di raccogliere qualche spicciolo per far vedere all’Europa che siamo alunni diligenti. Naturalmente Alfano ha avuto molti complici, tra cui 140 senatori del Pd, Scelta civica ( mai nome è stato più menzognero) e altro fritto misto risultante dalle compravendite parlamentari. Ci sarebbe da tiragli le monetine, ma per carità non in segno di disprezzo, solo la giusta mancia “pour les employeurs”.
@roberto casiraghi
E allora non le viene il dubbio che il punto di partenza, non sia proprio tra quelli ottimali per raggiungere la meta?
@Ciangio
Mi spiace ma non ho consigli da offrire, solo riflessioni. Anche le strategie sono in effetti riflessioni e idee che diventano progetti, piani. Sono un punto di partenza indispensabile al quale potrei dare un contributo ma le idee alla fine camminano sulle gambe degli uomini, come si dice, e io di gambe disposte a trasportare idee simili alle mie in giro ne vedo un po’ pochine!
@roberto casiraghi
Quindi cosa consiglierebbe?
@Ciangio
La ringrazio per la fiducia, ma lavoro nel settore dell’insegnamento online e non ho tutto il tempo che forse Lei suppone io abbia. Inoltre una persona non basterebbe, dubito che basti perfino un team editoriale di 10 persone, se si volesse fare un lavoro serio. Non si tratta infatti solo di andare a caccia di orrori neoliberisti in giro per il mondo ma, soprattutto, di formulare delle strategie anticrisi alternative da offrire a chiunque voglia uscire dal ghetto della passività politica e dell’accettazione di quello che sta avvenendo come qualcosa di ineluttabile. Non lo è.
@roberto casiraghi
Mi scusi, ma perché non lo fa lei, così avrò modo di seguirla?
come spesso succede, ottimo commento , Roberto Casiraghi…
Faccio notare che la cultura del gioco d’azzardo è di chiara derivazione statunitense ed ha ampie giustificazioni ideologiche nel neoliberismo, una “filosofia” che fino a ieri era totalmente estranea alla cultura europea. Tuttavia anche questo sito continua a non nominare mai gli Stati Uniti e a far sempre riferimento all’Europa come responsabile ultima delle malefatte e immoralità che vediamo svilupparsi da due anni a questa parte. Ossia colpevole è il burattino Europa o il burattino Italia, non il burattinaio Stati Uniti. Ma la mancata denunzia del vero colpevole ci spinge a discutere in modo astratto e privo di prospettive. Così tutti si affannano a cercare di far capire ai nostri leader che la strada da loro intrapresa porta al genocidio economico del nostro paese! Ma crediamo davvero che non lo sappiano? Crediamo davvero che i politici non sappiano che quando si delocalizza e la gente perde il lavoro e, in parallelo, si aumentano parossisticamente le tasse si va verso la distruzione totale del tessuto economico della nazione, quello che abbiamo costruito faticosamente in 50 anni e che rischiamo di perdere completamente nel giro di tre o quattro?
Si continua anche a non dire che l’Italia di oggi è la Grecia di ieri e che per sapere come starà l’Italia domani basterebbe guardare a come sta la Grecia oggi. I giornali greci andrebbero letti e tradotti, o riassunti, ogni giorno. Se lo si fosse fatto gli italiani avrebbero tutta un’altra percezione della crisi.
E proprio il caso Grecia e il fatto che prima il Portogallo, poi la Spagna e infine il nostro paese ne stiano ripercorrendo la via crucis passo dopo passo andrebbe evidenziato per dimostrare anche alle persone più impenitentemente ingenue che non si tratta di un “complotto” ma di una cosa molto peggiore. Si tratta infatti di un piano progettato a tavolino con estrema precisione e, da qualche anno, implementato davanti agli occhi di tutti (quindi non in segreto!) con la possanza e regolarità di uno schiacciasassi che procede a passi lenti ma implacabili verso la sua meta finale. Un piano che ha dietro di sé non solo il burattinaio che lo ha concepito, ma tutti i burattini d’Europa e d’Italia nessuno dei quali ha mai trovato un attimo di onestà o di coraggio per dirci una parola di verità su questa crisi che non assomiglia a nessun’altra crisi perché non è affatto una crisi, ma una cosa voluta e premeditata.
Mi sarei aspettato in Italia reazioni del tipo: facciamo un convegno sulle soluzioni alternative alla “crisi” e invitiamo a parlare Krugman e Tsipras. Demoliamo l’idea che debito sia uguale a crisi visto che il maggiore debitore mondiale è proprio il burattinaio. Mi sarei anche aspettato che qualche specialista di geopolitica ci venisse a spiegare la crisi di Cipro in relazione agli enormi giacimenti di gas presenti al largo dell’isola che hanno suscitato le mire di statunitensi, europei, turchi e israeliani. Devo al libro “ShowDown. Der Kampf um Europa und unser Geld” di Dirk Müller la piena chiarezza sulla questione della crisi e il ruolo del gas mediterraneo nella crisi (e Dirk Müller è alla fine solo un consulente finanziario, che vive di gestione di valori borsistici). Mi sarei anche aspettato che la cedevolezza dell’UE nella questione dello spionaggio di Snowden portasse alla luce quali siano i veri rapporti tra burattinaio e Unione Europea: sudditanza illuminata? sudditanza bieca? quislingismo allo stato puro? Ma sembra che questo argomento non interessi a nessuno, neppure nelle alte sfere della discussione accademica. Infine mi sarei aspettato che qualcuno facesse notare come gli Stati Uniti siano di fatto passati da una gestione soft dei loro interessi nei rapporti con l’Europa a una gestione brutale e da grassatori. I casi sono innumerevoli ma nessuno li recensisce. Internet è una fonte strepitosa di documentazione che servirebbe a mettere nero su bianco non una ma infinite denunce. Dovrebbero pullulare i siti che si occupano di queste cose, siti di smascheramento, siti di aria pulita, siti di ritrovata energia. Perché se nessuno ci racconta la verità come potremo farci re-energizzare dalla verità?