Mariaserena Peterlin per il Simplicissimus
No, lo dico come cittadina fai da te, non sono particolarmente in ansia, su quanto sta accadendo in questo insolito dopo elezioni dominato dal M5S uscito in modo del tutto prevedibile dalle urne, e che solo la solerte arroganza delle caste poteva sperare di dribblare andando ancora una volta in gol con un risultato risicato ma utile da nazionale di calcio. In me, ostinatamente e diversamente pensante e curiosa, prevale proprio la curiosità. Ascolto o leggo l’indispensabile e noto il livore astioso della stampa e dei media verso Grillo. Un livore che si accanisce pure su quello che non è stato ancora fatto e che non è ancora accaduto. Un astio che cerca argomenti costituzionalistici di cui come cittadina non tecnicamente provveduta di strumenti giuridici, ma in grado di applicare una logica elementare vedo lo sgangherato affannarsi capzioso. Tirano gli ultimi tratti, ma li tirano senza pudore. Ad esempio se Grillo afferma che i deputati eletti in una formazione non dovrebbero mutare casacca allora si invoca la libertà di coscienza. L’argomento appare adamantino; però non lo è. Per essere liberi in coscienza non è necessario cambiar casacca: per decenni abbiamo visto illustri astenuti e assenti ad esempio. Abbiamo visto partiti con correnti dialettiche o velenose. Insomma ne abbiamo viste di crisi di coscienza prima che le crisi fossero solo quelle colitiche, colesteroliche o… de panza come piace dire oggi. E abbiamo visto scendere il generale e giustificato sdegno su chi ha cambiato casacca un tanto al chilo o pro domo sua traghettandosi addirittura dal partito del magistrato (detto anche manettaro) a quello dell’insulto quotidiano alla magistratura stessa.
Dunque, e senza voler prender né partito né cappello, da cittadina comune penso che l’argomento non sia poi così robusto. Mentre robusta è la rabbia e determinata è la convinzione con cui si viene seminando paura.
Certo è comprensibile la reazione dei giornali e dei media tv contro M5S, un istintivo rigetto a ferita aperta contro chi li ha in vario modo insultati dalla rete e adesso, avendo vinto, li schiva. E’ evidente che i media difendono se stessi e il loro modo di essere casti nella casta. I media se ne infischiano di tante persone che, con tasse e canoni, hanno finanziato e finanziano proprio loro gli intoccabili medesimi che li hanno inondati per mesi con messaggi più o meno subliminali o sfacciati ma non si sono lasciati intontire e, non avendo individuato un partito accettabile e decorosamente votabile tra quelli storici, hanno votato Grillo (o altri) meritandosi il nasino arricciato di uomini e donne levigati e ben allevati dal regime.
Eppure gli elettori di quelli che sono sbrigativamente definiti “grillini” potrebbero esser considerati con maggior rispetto (opinione personale della comune cittadina ovviamente) di quelle che hanno votato l’arcoriano della fetida palude e che sono sempre tanti, troppi.
Quanto infine ai pericolosi cospiratori grillini si riuniscono e… non parlano come non ricordare che per lunghi oscuri decenni la casta si è riunita intorno a risotti, crostate o in soffici resort esclusivi, pagati peraltro dal solito spremutissimo contribuente onesto e ora al verde, senza nemmeno che si sapesse che parlavano e di che o se prendevano accordi e su cosa?
La situazione è fonte di perplessità, ma per ora che senso che senso avrebbe far prevalere una paura conservativa e miope? La paura rende deboli, quindi è strumentale.
Il caos, se tale fosse, non è ovviamente preferibile ad un buon programma, ma piace forse la quiete dei “democratici” sussurri esclusivi e non divulgati tra pochi? In passato i nostri vecchi meno informati, ma che ne avevano viste tante dicevano : “fa tutto schifo” (e avevano visto giusto), “ci vorrebbe una guerra per fare un bel repulisti” (beh, qui davvero spericolati e dissennati).
Se però il caos di questa crisi reale potesse contribuire a far luce e a smantellare un sistema che non solo ha trionfato facendo fallire noi, ma adesso tenta di salvare se stesso schiacciandoci definitivamente allora come sottrarsi alla tentazione di studiare con attenzione il caos auspicando che si possa sgrovigliare la matassa senza violenze?
Insomma tra grilli di oggi e cicale del passato non mancano stonature, probabilmente occorre rifarsi l’orecchio cercando una musica nuova più che nuovi accordi.
E’ lo stesso ragionamento che permise l’affermazione del fascismo.
Lo scorso 9 febbraio sul sito di Grillo si leggeva che «Il MoVimento 5 Stelle brinda alla vittoria sulla questione MUOS. […] La delibera di giunta del Governo regionale che dà mandato all’assessore al Territorio, Maria Lo Bello, di avviare immediatamente il procedimento di revoca per i lavori del sistema satellitare americano è arrivata il 7 febbraio sul tavolo del presidente della IV Commissione dell’ARS (Territorio e Ambiente), Giampiero Trizzino, che della lotta al MUOS, assieme a tutto il Movimento, ha fatto uno dei punti cardini della sua attività. […] Non sappiamo con precisione quanto ci vorrà, ma è ormai questione di giorni”. Giampiero Trizzino, MoVimento 5 Stelle Sicilia, presidente della IV Commissione dell’ARS».
Prontamente il Consolato Usa di Napoli ha diramato un comunicato che conferma la volontà di proseguire con l’installazione degli impianti radar: «”Siamo nelle condizioni di poter assicurare che l’installazione Muos in Italia rispetterà gli stessi rigorosi standard in materia di sicurezza e salute applicati alle installazioni presenti negli Stati Uniti”. […] Nei giorni scorsi i militari della base di Sigonella hanno rifiutato il plico del funzionario della Regione siciliana nel quale c’era il provvedimento di revoca della Giunta delle autorizzazioni per la realizzazione del sistema radar».
L’ambasciatore, al di là del linguaggio diplomatico, non ha fatto altro che ribadire il concetto che è alla base del rapporto che Washington ha stabilito con i suoi “interlocutori privilegiati”: noi facciamo quello che dobbiamo fare, e chi tenterà di impedircelo sarà considerato come una minaccia alla sicurezza degli Usa. Con tutte le conseguenze del caso.
Agli inizi di gennaio il «Ministro dell’Interno Cancellieri aveva definito il Muos di Niscemi “sito di interesse strategico per la difesa militare della nazione e dei nostri alleati”. Nella lettera inviata al presidente della Regione Siciliana Crocetta, l’azione di forza compiuta [la notte del 10 gennaio] era stata implicitamente annunciata, bollando come “non accettabili tutti i comportamenti che impediscano l’attuazione delle esigenze di difesa nazionale e la libera circolazione connessa a tali esigenze, tutelate dalla Costituzione”».
Questo è solo uno tra i tanti complessi problemi che la politica deve affrontare. E temo che non sia sufficiente organizzare un V-day per convincere il Pentagono a cambiare i suoi piani.
Naturalmente nulla impedisce che il M5S riesca a far maturare la consapevolezza della popolazione su questo e altri delicati temi, e aiutarla a trovare una soluzione. Ma fino ad ora, al di là degli slogan urlati, tipo “i partiti sono tutti morti!”, delle battute da avanspettacolo come “apriremo il Parlamento come una scatola di tonno!”, e degli appellativi puerili appioppati ai vari leader politici, non si è visto molto di più di quello che si vide nel luglio ’92, quando i militanti del Fronte della Gioventù capeggiati da Gasparri agitavano cartelli con la scritta “arrendetevi, siete circondati” di fronte a Montecitorio, Paolo Brosio era di stanza davanti al tribunale di Milano per il Tg4 di Fede, e i leghisti agitavano il cappio in Parlamento.
Poi nel ’94 Berlusconi si insediò al governo, Gasparri divenne sottosegretario agli Interni…
Il mondo cambia, ripetono spesso e volentieri gli esponenti del M5S. È vero. Però non aspetta che Grillo si decida sul da farsi.
E John Kerry non è venuto a Roma per visitare i musei.
Rischio il qualunquismo ma penso che, mai come in questo caso, non tutto il male viene per nuocere. S’è passato il rischio che la banda del popolo del legittimo impedimento raccogliesse ancor maggiori consensi e vista la piattezza cerebrale e politica dell’attuale centrosinistra, non oso neppure immaginare il peggio che, a conti fatti, poteva ripresentare il cavaliere a palazzo Chigi.Ora tutto dipende da quanto a lungo Grillo e Casaleggio riusciranno a tenere salde le redini delle diverse anime del M5S.