I terremoti, come ci assicura Bertolaso, non si possono prevedere. Ma quello che si è avuto in Sicilia era invece praticamente certo per chi vive nel Paese reale, senza l’impenetrabile diaframma del potere: lo sfaldamento del sistema. politico Si è annunciato con una lunga scia sismica di scandali e massacri sociali cui non si è saputo e soprattutto non si è voluto rispondere. Così oggi abbiamo un astensionismo record che probabilmente coinvolge l’elettorato meno permeabile al voto di scambio, mentre il movimento di Grillo è il primo partito dell’isola, due dati che vanno letti in correlazione.
Abbiamo un vincitore, Crocetta, che è al 13% per cento Pd , all’11% Udc e per il 6% riferibile a collegamenti con il notabilato locale : tenendo conto che nella quota del Partito Democratico c’è una consistente presenza di centrismo conservatore, non si può più ragionevolmente parlare di centro sinistra. Come prefigurazione dell’alleanza su base nazionale c’è poco da stare allegri. Del resto i partiti che dovrebbero sorreggere l’Agenda Monti nella prossima legislatura, Pd, Udc e Pdl arrrivano al 36% del totale dei voti e a meno del 18% dell’elettorato. Insomma la scossa è del massimo grado della scala Richter perché da una parte rappresenta lo squagliamento dell’architettura del berlusconismo, ma dall’altro anche la dissoluzione di un centro sinistra ormai solo nominale. Se poi aggiungiamo che Sel, Verdi e Federazione della sinistra, arrivano nel complesso a poco più del 3% si ha la dimensione dell’errore clamoroso di chi, volendo evitare posizioni di testimonianza, rischia di perdere anche quella.
Si potrebbe pensare che la Sicilia sia un caso particolare, non estendibile al resto dell’Italia. Ma a dire la verità l’ isola ha spesso anticipato ed enfatizzato ciò che si muoveva nella pancia del paese: certo magari con assetti e rapporti diversi, ma tendenti a dare come totale lo stesso risultato. Siamo dunque sotto il vulcano con una temibilissima spinta a creare una legislatura di minoranza, isolata e con sviluppi imprevedibili, ma inquietanti. E questo sarebbe niente se venisse espressa la consapevolezza della situazione. Invece pare che di fronte al terremoto si voglia usare la tattica di Bertolaso: minimizzare, far finta di niente e depistare per non mettere in crisi la grande coalizione prossima ventura, tutta costruita sulla falsa modernità del declino. Bersani parla di coalizione riformista (con i fan di Cuffaro) , Crocetta di “rivoluzione” mentre il Pdl vi vede un risultato straordinario. Tutte parole per nascondere che la terra trema e che se una vittoria c’è stata è quella del gattopardismo più evidente e ambiguo.Inutile aggiungere che proprio questo rende inevitabile e distruttivo il terremoto che arriverà a loro “insaputa”.
I dati elettorali delle regionali siciliane danno molto da pensare. Non mi dilungo sul quadro nazionale né sul centro sinistra in quanto il post ben riassume un’analisi che condivido in pieno. Mi preme, invece, approfondire l’analisi sui risultati della lista Sel-FdS-Verdi- Claudio Fava Presidente. Sicuramente l’intoppo accaduto al candidato Claudio Fava che all’ultimo è stato escluso dalle liste per un mero ritardo burocratico del comune di residenza ha avuto il suo peso ma non si puo’ liquidare questo insuccesso delle forze realmente di sinistra appellandosi a ciò o dichiarando che tale risultato da “ la dimensione dell’errore clamoroso di chi, volendo evitare posizioni di testimonianza, rischia di perdere anche quella.”
Le ragioni di tale insuccesso sono piu’ profonde ed hanno le radici nella concezione di partito che si vuole, nella sua funzione sociale, negli strumenti di cui, di conseguenza si dota. Dall’esterno si ha la sensazione che la Federazione di Sinistra sia piu’ un partito d’opinione tutto spinto a sollecitare il PD e Sel alla ricerca di un accordo a sinistra a tutti i costi con il risultato che ciò diviene un accanito inseguimento dei due perché non si ha una proposta valida da contrapporre. Questo accade perché si ha una concezione elettoralistica del partito dove la funzione della periferia del partito non è altra se non quella di fare da megafono di cio’ che viene dichiarato ai vertici. In alcune situazioni alcuni circoli che hanno una concezione diversa di partito e cioè di veicolo per fomentare e dirigere i conflitti sociali provano ad attivarsi in tal senso col risultato che o si annullano nei “movimenti” (siano essi anche solo dei semplici comitati di lotta per non far chiudere una scuola o per non far ridurre o spostare delle fermate di un autobus pubblico) oppure non danno ampia visibilità alla loro lotta col risultato che i loro sforzi sono visibili ad una ristretta cerchia di persone.
Oggi il malcontento esiste ed è molto piu’ profondo di quanto si possa immaginare o di quanto i media illustrano eppure la sinistra di classe non è in grado di intercettarlo, di divenire riferimento e portavoce dello stesso. Cio’ accade perché ci si accontenta di quella che è una rappresentazione dell’opposizione che si auto gratifica e autorisolve nel solito corteo a Roma che nulla disturba i grandi manovratori. Prendiamo come esempio il “No Monti day” dello scorso sabato, non si è minimamente pensato di trasformare l’occasione nella partenza di una serie di iniziative da effettuare nelle varie città. Un esempio? Attaccare sugli sportelli delle banche, dei grandi gruppi commerciali, fast food e simili manifestini del tipo “Chiuso per evasione” oppurre creare dei picchetti che per almeno una settimana blocchino l’entrata ora a questa, ora a quell’altra banca, sit in sotto le prefetture, coinvolgimento di gruppi musicali, centri sociali, comitati che blocchino il centro delle città con manifestazioni di vario tipo (musicali, di pittura, di recitazione o che semplicemente illustrano l’attività dei gruppi come l’occupazione delle case sfitte o la creazione di gruppi solidali di consumo), mostre itineranti sulla situazione dei luoghi di lavoro così da pubblicizzare la raccolta di firme sull’art 18.
Se si vuole sopravvivere e crescere e non essere solo un gruppetto di testimonianza ci si deve trasformare da bolso elefante in agile mangusta pronti a fomentare ogni possibile disagio, cercando di organizzarlo e dirigerlo e non pensare che la propria azione sia funzionale e si risolva nella mera rappresentanza parlamentare: l’azione parlamentare deve coadiuvare l’agire nel sociale fornendo informazioni per un’azione maggiormente incisiva altrimenti si è condannati a rieffettuare un errore già fatto nel passato e quindi a sparire.
L’inquinamento peggiore che subiamo è la menzogna sfacciata, spesso pure inconsistente , ma nella cronicità sta la sua forza assassina.