Il grafico qui sotto non lo troverete da nessuna parte. Non soltanto perché l’ho fatto io, stamattina, dopo aver raccolto una marea di dati, ma anche perché esso è assolutamente imbarazzante per il nostro governo, per gli euroburocrati e per quella scuola economica e politica che ravvisa nel welfare e nelle sue spese, la radice della crisi economica. Dunque anche ragione di vergogna per una politica imbelle e disorientata che fa finta di credere a menzogne prefabbricate e a ideologismi maldestri e anche per i media che si limitano a far suonare il loro organino agli ordini del direttore d’orchestra.
Esso dimostra che c’è una relazione molto stretta fra il Pil e il welfare, ma di natura del tutto opposta a quella predicata: più è alto il welfare, più è alto il Pil. Le due curve, quella blu che rappresenta il Pil pro capite e quella arancione che invece rappresenta la percentuale di Prodotto interno lordo che viene spesa in ogni singolo Paese per il welfare, seguono lo stesso andamento, segno che laddove lo stato sociale è carente lo sono anche la produttività, la creazione di ricchezza. E naturalmente viceversa. Le eccezioni sono poche, anzi una sola, ed è quella dell’Irlanda che tuttavia invece di crescere come prevederebbero le sopraffine teste di Merkel e compagnia cantante, è stato il primo Paese ad entrare in crisi.
Certo la rivelazione di questa semplice verità attraverso il grafico prodotto da un foglio di calcolo dice che le manovre giuste dovrebbero essere quelle viceversa. E viceversa anche le teste. Con il passato “informatico” di Monti mi sento di dire che il grafico è assolutamente identico con Excel su Windows 7 e con Open Office su Suse Linux. Eh si questa volta si tratta della capacità monopolistica delle spiacevoli verità.
Peccato, perchè condivido le conclusioni, ma questo grafico nn dimostra proprio nulla e lo potrei motivare in base a questa semplice considerazione. Qualcuno, dallo stesso grafico, riuscirebbe a falsificare l’affermazione: il grafico dimostra che la crescita del Pil consente un aumento delle spese nel welfare e non il contrario?
leggete :
http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-welfare-da-salvare/
X Muttley mu
non stai spiegando perche il grafico e le deduzioni che se ne traggono sarebbero inconsistenti o errate…questo basterebbe a fare intuire che il tuo intervento è caratterizzato da una fede dogmatica piuttosto che dalla volontà di sviluppare un ragionamento…
Se “non ne capisce di statistica” e “non ha senso unire tra loro i punti”, spiegate il motivo e datene una versione a vostro dire corretta. Perchè l’unica cosa che state dimostrando è la prevedibilissima reazione da bestemmia in chiesa che ogni liberista, bocconiano o meno, ha quando gli si fa notare che continua a raccontare scempiaggini smentite dai fatti.
Il taglio della spesa sociale ha causato ogni singola volta un collasso dell’economia del paese; è successo in Argentina, in Russia, in Grecia, in Irlanda, e chi più ne ha più ne metta. Se è successo il contrario, fate un esempio, invece di dire “non hai capito niente” e sostenere che funziona perchè v’e’ apparso padre Pio in sogno e ve l’ha giurato.
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Dal grafico, cioè dal modo di comporlo, si capisce subito che chi lo ha fatto non ne capisce di statistica e cose affini perchè per un grafico di questo tipo non ha alcun senso unire tra di loro i punti, di conseguenza mi viene da dubitare sull’accuratezza di tutto il resto.
Questo succede solo se il conto del PIL lo fa un truffatore, caro Luigi. Se distruggi un ponte hai causato un danno sostanziale: hai interrotto una via di comunicazione, hai costretto auto, camion e treni che ci passavano su a prendere un’altra strada – spendendo molto di più in carburante – e sovraccaricando le vie alternative – causando rallentamenti, ingorghi, e ritardi di ogni tipo. Le merci trasportate su questi camion e treni costano di più e ci mettono più tempo ad essere consegnate, sballando l’intera politica dei rifornimenti e dei magazzini (secondo la filosofia del just-in-time, se ci metti tre giorni a esser rifornito hai bisogno di chiamare il tuo fornitore entro tre giorni dal termine delle scorte. Quindi hai bisogno di un magazzino bastevole per tre giorni. Se ce ne metti sei, che succede?).
In breve, il tuo ponte distrutto e ricostruito non aumenta affatto il PIL, ma solo il conto in banca di chi lo ricostruisce – causando un trasferimento indiretto ma sostanziale di ricchezza tra chi ne fa uso e chi lo costruisce. Non esistono pasti gratis, checchè ne dicano gli economisti da quattro soldi bocconiani o meno. In definitiva il grafico coglie la situazione perfettamente, e bisogna proprio voler essere ciechi e sordi – e “liberisti” – per non accorgersene.
Nulla di strano. Nel PIL ci finisce tutto. E’ la definizione di PIL che va rivista. Per esempio se io distruggo un ponte e poi lo ricostruisco il PIL sale. Il grafico, in conclusione, non significa nulla.
Tutto molto interessante, soprattutto alla luce dei vari ministri (presunti) che si autodefiniscono supertecnici (pure qui presunti).
Il mio consiglio è di rifare il grafico senza curva di correlazione tra i valori di PIL(Stato); perché, per come è stato fittato ora, sembra che tra uno Stato e l’altro ci sia una succesione di paesi sconosciuti, quando in realtà ovviamente non ci sono. Sarebbe più opportuno credo un istogramma con le due serie di dati l’una affiancata all’altra.
Se l’obbiettivo del grafico era un altro o se la mia valutazione non è corretta me ne scuso anticipatamente con l’autore.
Ma è chiaro che chi dice il contrario, mente. O vuole mascherare l’intenzione di intascare il surplus del gettito fiscale in caso di incremento del pil invece di distribuire una parte di esso nel welfare. Mi spieace per il lavoro e tempo impiegato per il grafico.