Tutta l’informazione intelligente e onesta, ovvero quel pochissimo che ne resta, sta dando il giusto risalto all’incontro di Putin con i capi africani che rappresenta in maniera efficace lo sfaldamento dell’egemone, e all’interno di esso, anche la crisi di Paesi come la Francia che hanno tentato di mantenere uno status vetero coloniale non potendo agire con gli strumenti diretti della finanza cosiddetta internazionale che è stato invece il modus operandi degli Usa. Tuttavia in questi giorni vedo che non c’è un tentativo di analisi rispetto alla seconda fase della guerra ucraina che non è certo il patetico tentativo delle rimanenti truppe di Kiev di occupare un villaggio distrutto nella terra di nessuno per tentare di regalare ai loro sadici padroni il patetico simulacro di una vittoria, ma è il fatto che la Russia sta evidentemente spostando la propria attenzione sui porti del Mar Nero ancora in mano ucraina.
Certo si tratta della questione del grano con cui la Nato ed Erdogan hanno tentato di fregare Mosca aprendo corridoi navali del tutto marginali nel complesso del commercio dei cereali, anche se esaltati come salvezza dalla fame nel mondo e in realtà utilizzati per il trasporto di armi: Odessa, ma anche i porti più nascosti come Izmail sul Danubio e ai confini con la Romania. Si tratta di colpire i magazzini di armi e munizioni che finora sono stati relativamente risparmiati e di rendere difficile il traffico di armi, ma si tratta anche della rivendicazione del tratto marittimo dell’Ucraina che tra l’altro è in gran parte russofono come garanzia di una sterilizzazione militare di qualsiasi futura Ucraina. A questo punto più la Nato consegna armi e più la Russia estende l’ambito della sua operazione: ma in questo caso l’estensione delle operazioni belliche è fonte di vero terrore per l’oligarchia degenerata dell’occidente e in particolare per quella europea che vede nascere un nuovo assetto in grado di distruggere l’Ue o ciò che ne è rimasto: con il Mar Nero e la foce del Danubio in mani russe o comunque sottoposti al controllo di Mosca si aprirebbe una via d’acqua che coinvolge una vasta area dell’Europa che non ha accesso al mare o lo ha estremamente limitato o controllato dalla Nato che può espandere i commerci non solo con la Russia, ma con tutta l’Asia. Si tratta di Paesi come Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Slovenia, Croazia e persino Austria che in qualche modo rappresentano la parte europea meno automaticamente accodata ai diktat di Bruxelles e che in qualche caso dà anche segnali di rivolta rispetto al suicidio a cui le classi dirigenti li stanno condannando. La nuova situazione darebbe loro il destro di poter avere concrete alternative e comunque di aumentare la loro capacità contrattuale nei confronti di Bruxelles la cui autorità sarebbe comunque in forse dopo la disastrosa partecipazione a una guerra che avrebbe dovuto evitare come la peste.
Se si tiene conto del fatto che ci sono anche altre aree di frattura che cominciano ad essere allargate dal conflitto ucraino e che hanno come prima manifestazione i cambiamenti dei mercati valutari e obbligazionari ed dunque probabile che il collasso dell’Unione Europea cominci proprio dall’euro che è stato per così dire il cavallo di Troia della mutazione totale e maligna del progetto europeo: i tassi di interesse cominceranno a salire e seguirà l’inflazione dei salari e dei prezzi delle materie prime, segnando il destino delle vecchie strutture politiche disfunzionali. Tutto sta a vedere come andranno le cose, ma tutti i dati che si hanno non portano che a una conclusione: il collasso di ciò che resta dell’esercito ucraino. C’è una lettera di un istruttore americano che rende bene la situazione: “L’umore generale nel quartier generale ucraino è sconforto e rabbia. E i volti di quelle persone che hanno pianificato di prendere d’assalto Sebastopoli, hanno il sigillo della disperazione. In conversazioni franche, molti alti ufficiali ucraini ora ammettono sempre più spesso di non vedere alcuna prospettiva per il completamento con successo della guerra. L’unica speranza che hanno molti di loro è l’ intervento diretto ( della Nato, ndr) in questa guerra. Ma molte persone qui aggiungono che questa speranza è come la fede in Babbo Natale”.
Tuttavia proprio l’enorme cambiamento geopolitico che comporterebbe la sconfitta in Ucraina rende questa ipotesi meno lontana di quanto non si pensi o comunque induca a prolungare la guerra facendovi entrare nuovi protagonisti come ad esempio la Polonia che peraltro ha già avuto centinaia di mezzi distrutti e migliaia di uomini caduti o feriti. Potrebbe anche darsi che questa luminosa idea alla fine diventi il nuovo corso della guerra. Ma tutto questo, come fa notare il politologo John Mearsheimer, non è cinismo, ma semplice e pura stupidità
.
Requiem per un’associazione a delinquere (UE)… che no sarebbe mai dovuta nascere!…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Si può leggere (!) :
https://infosannio.com/2023/08/02/coraggio-e-addestramenti-cosi-i-campi-estivi-in-stile-sparta-formano-i-baby-patrioti-della-destra-meloniana/
Preparazione dei nuovi squadristi affini ai sgivernanti ??
E.C.
“…ai sgOvernanti…”
EH …
https://twitter.com/intuslegens/status/1686694850576453632
E non si può essere nemmeno felici di ciò essendo noi le prime vittime del cambiamento in atto. L’occidente è affetto dal cancro di una leadership di inetti costruita su decenni di nepotismo e servilismo della peggior specie, che ha permesso a una categoria di terribili incapaci di farsi strada nei vertici più alti a dispetto delle persone più brillanti. In passato le sue malefatte geopolitiche almeno assicuravano un ritorno positivo a livello del benessere dell’alleanza occidentale, adesso nemmeno quello, solo un susseguirsi di manovre suicide a favore della Cina.
Si può leggere:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-propaganda_di_guerra_e_marginalizzazione_del_dissenso/39602_50488/
Si può leggere :
https://visionetv.it/nigal-il-golpe-in-niger-insidia-i-piani-di-draghi-sul-gas/
Parassitismo politiKante all’italiana …
https://infosannio.com/2023/08/02/vitalizi-e-stipendi-la-casta-fa-razzia-dei-ricchi-sussidi/