Alla fine, come suggerivo ieri, le elite dei Paesi occidentali dovranno cedere alla realtà se vogliono sopravvivere: di fatto il mondo è già multipolare, la Russia ha resistito egregiamente all’assalto delle sanzioni mentre la Cina si avvia a diventare la prima potenza economica mondiale: già in effetti lo è , ma siccome il Pil è una misura econometrica, bizzarra e bugiarda, inventata in ambito occidentale , il passaggio ufficiale del testimone ci sarà entro questo decennio. Non tenere conto di questi fatti significa collegarsi al carro del declino e della guerra. Ma la potenza dell’impero è ancora intatta e può fare molti danni in un mondo legato all’economia di carta: così si assiste contemporaneamente a presse di distanza e alo stesso tempo a giuramenti di fedeltà all’egemone di Washington. Le elite occidentali sono evidentemente in piena confusione mentale, non hanno compreso a cosa li esponeva la loro corrività nei confronti della guerra che gli Usa stavano preparando e così si muovono in modo scomposto alla ricerca di una via d’uscita dalla trappola per topi che hanno azionato. Il cancelliere Scholz che non perde occasione per inneggiare alla guerra – anche se si vede benissimo che recita un copione – è volato in Cina a salvare i rapporti con Pechino e una volta lì ha detto cose inaspettate: “Nessun paese è il “cortile” di un altro. Ciò che è vero in Europa per quanto riguarda l’Ucraina, vale anche per l’Asia, l’Africa o l’America Latina. È qui che stanno emergendo nuovi centri di potere in un mondo multipolare e miriamo a stabilire ed espandere partnership con tutti loro.”
Però la Germania che sperava di essere il terminal del commercio tra Europa e Cina, nonché quello delle materie prime energetiche di Mosca , non può nemmeno lontanamente pensare di portare a compimento questo progetto costruendo un muro con la Russia. Scholz e i suo compari possono viaggiare quanto vogliono, ma per far sopravvivere economicamente il Paese devono risolversi a non essere più un cortile di Washington e dunque un sottoprodotto dell’elite globalista armata di economia di carta , missili e siringhe. Per avere un futuro occorre una profonda ribellione ai rapporti di occupazione e sudditanza, ora che essi sono giunti a un nodo fondamentale della storia nel quale gli uni possono offrire nel migliore dei casi denaro e perline, mentre gli altri gas, petrolio, metalli, grano, fertilizzanti. A questo proposito vorrei far notare che continuare la lotta contro le narrazioni sanitarie, impedendo che tutto scivoli dentro l’oblio può essere un’arma formidabile contro il potere grigio che ci sovrasta e mettere finalmente al muso la più tragica e la più cinica delle sue narrazioni.
Ma non c’è solo il cancelliere tedesco a tentare di uscire in qualche modo dal comma 22: anche il Giappone ha fatto sapere che non intende chiudere i rapporti energetici con la Russia e le aziende nipponiche che fanno parte del consorzio dell’oleodotto di Shakalin non si ritireranno come avevano suggerito o meglio comandato gli Usa all’inizio della guerra e come Tokyo sembrava disposta a fare, soprattutto dopo l’enigmatico assassinio di Abe Shinzo, lo statista più longevo e più influente del Paese la cui antipatia verso i rapporti di dipendenza dagli Usa erano noti. Ma il Giappone ha bisogno come il pane di energia e non vuole rinunciare a una consistente parte dei propri rifornimenti, specie se essi possono essere regolati da contratti pluriennali. Così anche la pietra angolare del potere statunitense nel pacifico, non pare disposta ad ubbidire fino alle estreme conseguenze. Insomma pare che alla lunga l’idea di mandare alla rovina le colonie per impedire loro di avere rapporti con i nemici di Washington e dunque conservare il potere planetario, non sia poi stata una grande idea. ancora qualche mese o un anno e si vedrà che è stata una pessima idea. Il problema è che a pagarne le conseguenze in via diretta saremo proprio noi,
Via!… via da famelico leviatano insaziabile… prima che sia troppo tardi…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/