Mi sono molto divertito a leggere ciò che hanno scritto i giornaloni sull’aumento record delle bollette energetiche. Sono veramente un esercizio di impareggiabile ipocrisia i giri di parole per evitare di dire che l’aumento del gas e dell’energia elettrica non è dovuto ad alcuna situazione strutturale, ma semplicemente a quella bizzarra e opaca “transizione ecologica” che l’Europa ha voluto mettere in piedi su base esclusivamente ideologica e geopolitica. E con questa non intendo soltanto una pseudo fede ambientalista che considera esclusivamente la produzione di Co2 – forse il minor problema ambientale tra i tanti che ci assediano -di cui l’Europa è già uno scarso produttore, ma è quello di far pagare la crisi di sistema e il riassetto della produzione alla parte più povera della popolazione.

Se adesso a noi poveracci toccherà pagare il 30 per cento in più il gas e il 20 per cento l’energia elettrica, come assaggio di aumenti ancora più incisivi che incombono, ciò è dovuto esclusivamente all’aumento delle quote Co2 (Ets) sulle emissioni di anidride carbonica passate dai 20-30 euro la tonnellata ai 50-60 euro; il prezzo del chilowattora all’ingrosso alla borsa elettrica italiana del Gme un anno fa si aggirava fra i 20 e i 40 euro per mille chilowattora e oggi la quotazione si aggira attorno ai 140 euro. Ci sacrificheremo, ma salveremo il mondo? No di certo, intanto perché l’Europa, produce meno del 15 per cento della Co2 mondiale, poi perché l’automatismo tra aumento della Co2 e aumento delle temperature non esiste ed è solo frutto di un’ideologia elitaria semplicistica e di carattere sostanzialmente maltusiano e infine perché questo metterà  in crisi altre produzioni locali e le trasferirà altrove, semplicemente trasferendo la generazione di Co2. In pratica ogni grammo di anidride carbonica  risparmiata sarà un centesimo in meno per i ceti popolari, un centesimo in meno per il lavoro, ma non un centesimo in più per la salvezza del pianeta. Se solo pensassimo alle conseguenze anche climatiche dell’enorme drenaggio di risorse dall’oceano ( un giorno forse mi spingerò a scriverne) ci accorgeremmo di quanto sia fuorviante l’ideologia Co2 e come risultati assai più incisivi potrebbero essere raggiunti in altri modi e soprattutto non affidando tutto a un mercato delle vacche dell’energia  che per giunta finirà per favorire le produzioni del Nord Europa.

Ma è evidente che ci troviamo di fronte a una ennesima “verità” totalitaria come quella del Covid che ha certo radici nella realtà, ma poi viene trasformata  e assolutizzata per ottenere scopi che c’entrano poco o nulla  con quelli ufficialmente dichiarati. In effetti sarebbe stato ben difficile superare le resistenze e rispondere ai problemi posti dai modelli climatici predittivi ad hoc basati su dati “interpretati” e adottati da una pubblicistica ignorante, con tesi che tra le altre cose non sono affatto  maggioritarie nella cosiddetta “comunità scientifica” come da qualche tempo si cerca di far credere. Per imporre questa tesi senza che vi fosse alcuna reale discussione si è ricorsi a strumenti mediatico – simbolici di cui il fenomeno Greta, fenomeno interamente costruito a tavolino, è stato l’acme. Tutti contenti di salvare il mondo praticamente senza pagare pegno, cercando di decrescere felicemente mentre il giorno prima si poteva crescere all’infinito. Scopriamo ogni giorno di più un mondo interamente dominato da parole d’ordine e da pseudo concetti il cui spessore corrisponde a quello dell’enunciazione e così scambiamo un cambiamento produttivo e sociale in corsa verso la totale diseguaglianza come un salvataggio planetario che invece sarà reso più arduo proprio dal passaggio a tecnologie più inquinanti. Pensiamo soltanto alle batterie, per non parlare del nucleare che in questo contesto appare come l’unica soluzione. Intanto cominciamo a pagare qualcosa come 500 euro in più all’anno per famiglia che vengono sottratti alla piccola economia e scagliati nella fucina dei mercati energetici. Ma che cosa pretendiamo i poteri ci hanno già salvato la vita e vi preparano a una vitaccia.