Anna Lombroso per il Simplicissimus
Da giorni tocca subire le lezioni degli addetti al linciaggio, equipaggiati con una vasta e variegata attrezzatura culturale e morale in aggiunta al sapere scientifico trasfuso loro- probabilmente- tramite vaccinazione.
Non essendo ammesso l’irresponsabile costituirsi di un fronte di opposizione al governo non è il caso di spendersi contro la riforma Cartabia: di conseguenza si limitano il rispetto dello stato di diritto all’anatema lanciato contro cittadini che, non essendo il preparato obbligatorio, non stanno violando alcuna legge.
Men che mai è il caso di guardare alla luna, meglio dunque fermarsi al dito sostenendo la opportunità dell’estensione del green pass ai lavoratori della scuola, tenuti rispettosamente a dare il buon esempio e a sostituirsi, col sacrificio personale e l’abiura a una decisione presa consapevolmente, a misure che non sono state adottate: quelle della messa in sicurezza di scuole e mezzi di trasporto, del reperimento di nuovi spazi e nuove aule, dell’assunzione di personale, della programmazioni di orari scansionati.
E non parliamo della pedagogia mirata a incrementare la percezione dei diritti che fanno da impalcatura alla democrazia doverosamente e inevitabilmente sospesa per via della pandemia, che consisterebbe nel “far decidere a chi sa”, o della libertà che, secondo una massima abusata oltre che da filosofi, da laureati dell’università della strada sui social, va a consumo, si vende e si compra a chilo, si può tirare o restringere in modo che la proprio non superi i confini altrui disegnati dagli stessi che hanno sostituito Schengen col salvacondotto verde.
Questo bagaglio di sapere, in gran parte di seconda e terza mano, costruito sulle esternazioni spericolate della passarella di rappresentanti della comunità scientifica e accademica, è diventato l’arma contundente dell’esecuzione sommaria della plebaglia populista, imbarbarita e retrograda, condizionata da una destra rampante che li spinge dissennatamente in piazze “malate… foriere di sciagura, gravide di presagi inquietanti e di ombre nere, con un pesante retrogusto fascistoide”, colpevole di non fidarsi della Scienza e dei competenti, autori di un inanellarsi di catastrofi ambientali (Seveso, Bhopal, Exxon Valdez), “chimiche” e sanitarie (DDT, talidomide), tecniche (Titanic, Zeppelin), economiche (liberalizzazioni, austerità) tanto per citarne alcune, frutto di teorie, processi e paradigmi che alla verifica si sono rivelati sbagliati, fallaci, insensati per via di una inestinguibile ambizione combinata con la hybris tracotante e sopraffattrice.
Ma come se non bastasse ci vengono servite anche impareggiabili lezioni di storia a cura di chi da mesi usa il termine negazionista a indicare chi esige dati certi su entità e gravità di una epidemia, chi osa contestare le scelte dei governi che si sono avvicendati, o denunciare che ogni presunta recrudescenza sia imputabile alle cattive abitudini dei riottosi, ai comportamenti scriteriati dei corridori nei parchi, alle dissipatezza di organizzatori di barbecue in terrazza, irriguardosi degli sforzi di esecutivi che non hanno investito un quattrino nel rafforzamento degli irrinunciabili reparti di intensiva, del potenziamento della medicina di base, dell’arruolamento di personale medico e paramedico, preferendo dirottare risorse verso le guarnigioni del generale Nato preposto alla campagna militar-vaccinale, in modo che non rimpiangano il dispositivo di armi rimpolpato e rinnovato per compiacere il guardiano del mondo balbettante il suo delirio guerrafondaio.
A destare scandalo in chi abusa di una definizione che designa quella forma più estrema di revisionismo che non si limita a reinterpretare fenomeni e azioni imputabili al fascismo e al nazismo ma si spinge fino a negarne l’esistenza, è la indecorosa equiparazione del lasciapassare e dei suoi effetti progressivi con misure e provvedimenti di apartheid, discriminazione fino alla persecuzione che hanno segnato la storia.
E ecco gente che ha tollerato che la storia d’Italia venisse scritta da Montanelli, Gervaso, Giordano Bruno Guerri e Pansa, comprando i loro libri, e che poi venisse interpretata dai pacificatori come Violante, padri del confronto infame tra carnefici e vittime, Fratelli Cervi e ragazzi di Salò, spiegarci che è aberrante l’equiparazione, questa in particolare, che quella tra fascisti e partigiani o quella effettuata dall’Europarlamento tra comunismo e nazismo sono invece autorizzate.
Sfoggiando referenza familiari di antifascismo e il coretto di Bella Ciao al balcone, si sentono autorizzati a biasimare chi coerentemente con la stessa loro evocazione verbale, osa paragonare le odierne misure con quelle del passato, pur esigendo a gran voce che i disertori vengano riconosciuti, rintracciati e colpiti grazie a un segno identificativo, un marchio della vergogna che contrassegni il loro venir meno a virtù civiche e coesione sociale.
La tesi che sostengono è la stessa di una storiografia che, per assolvere chi vedeva, sapeva, ma girava gli occhi, magari approfittando delle opportunità offerte per liberarsi della concorrenza sleale, finge che il Manifesto della razza degli scienziati e le leggi razziali avessero avuto effetti trascurabili e “sopportabili” e che la condanna della Storia si debba eseguire solo dopo il patto scellerato di Mussolini con Hitler.
La persecuzione degli ebrei e degli antifascisti era invece cominciata ben prima, le leggi del 1938 non furono un inatteso accidente della storia. E il percorso per creare l’immagine di un nemico pericoloso per il popolo, riluttante a integrarsi nella società, era stato graduale, il processo che doveva alimentare disgusto, nausea, rifiuto aveva cominciato con la riprovazione, poi con l’emarginazione e infine con la criminalizzazione, gli ebrei, come gli antifascisti, prima venivano messi da parte, la carriera bloccata, poi licenziati, espulsi con disonore dall’esercito, sospesi dall’insegnamento, cacciati dalle scuole, ma anche dai circoli culturali o sportivi, in modo da trasmettere il messaggio che era un consorzio civile moralmente sano che si liberava di un bubbone velenoso e dei suoi contagi.
E dire che tutti dovremmo avere i titoli se lo volessimo per riconoscere e chiedere il bando di leggi liberticide, tante ne abbiamo dovute sopportare per autorizzare reazioni, regole e poteri speciali nei casi di emergenza.
Come chiamare infatti le leggi di polizia mirate a imbavagliare e reprimere le proteste contro Tambroni, come chiamare la legge Reale che in nome del contrasto al terrorismo- rosso – ha limitato diritti costituzionali, come chiamare le disposizioni che per circoscrivere i fenomeni migratori hanno preso di mira gli ultimi, colpevoli di povertà e offesa al decoro.
Come chiamare i corollari alle più di 50 misure “per” l’occupazione che hanno promosso precarietà, insicurezza, restrizione dei diritti sindacali, e che hanno aperto la strada al Jobs Act grazie al quale le multinazionali possono applicare una sorveglianza totale sui dipendenti, sui loro orari e comportamenti fuori dall’azienda, sull’ostracismo alla presenza delle rappresentanze.
È che è proprio così, come per la rana gettata nell’acqua fredda che via via viene riscaldata, crede di abituarsi e resistere e finisce invece bollita. Chi pensa che il contrasto a una misura lesiva dell’autodeterminazione e delle scelte di coscienza sia una battaglia di retroguardia, è dentro al pentolone e pensa di salvarsi perché è in compagnia, perché ha pagato la legna che viene aggiunta al fuoco, perché pensa che il cuoco non possa fare a meno di lui, mentre invece è pronto a spolparlo buttando via anche gli ossicini.
E nel mentre ci si lascia rimbambire (distrarre…) dalla propaganda covid…
https://it.sputniknews.com/20210809/foggia-operaio-schiacciato-da-una-lastra-di-cemento-continuano-le-morti-bianche-anche-ad-agosto-12442766.html
Si può leggere :
https://it.sputniknews.com/20210808/germania-nessuno-si-vaccina-e-14-land-vogliono-restituire-oltre-2-milioni-di-dosi-astrazeneca-e-jj-12430678.html
Si può leggere :
https://it.sputniknews.com/20210808/germania-nessuno-si-vaccina-e-14-land-vogliono-restituire-oltre-2-milioni-di-dosi-astrazeneca-e-jj-12430678.html
è la fine del gatto che pensa di essere in salvo dal momento che il suo padrone si nutre di ratti. gia’ è successo con i nazisti. tutti eran convinti che i disabili fossero curati in apposite strutture, amene cliniche della salute. tutti pensavano che auschwitz fosse una gardaland antelitteram. questo accadde grazie alla propaganda pluriennale che sostituiva alla fede cristiana il culto pagano del partito, la persecuzione dei letterati come degenerati, la neolingua del wolk ad unire le teste vuote dei giovani.è come la sagra della salamella di salvini, il corsaro nero del mediterraneo, a caccia di gommoni e vascelli fantasma ong.è la gomorra edulcolorata e canalizzata di saviano, atta a mitizzare i kapò di camorra, quando sappiamo che sono i doppiopetto in grisaglia all’ombra della madonnina a tirare le fila.poi, le osterie padane devon pur batter cassa e qualche sassolino tanzano, finisce in qualche tasca…sciogliere la congrega? per ritrovarsi la lega del campanile, gli amici della polenta, la luce (nera) del nord, la fila di salami padani, etc.come i loro sponsor occulti, ogni volta colti con le mani nel sacco, come dopo l’orrore dell’olocausto, diranno di non aver visto, sentito, pensato, nulla. l’omertà , avrebbe dunque la scusante della deficienza. dall’iniziato al papa nero, riverniciato di verde per l’occasione. certo, un partito nazista che opera alla luce del sole, di questi tempi, appare surreale, invece, raccoglie milioni di Adepti. sacerdoti di un rito malvagio.