Il passato si può comprendere o se non altro interpretare, il futuro si può immaginare, ma ciò che ci rimane misterioso è il presente che appare sempre indecifrabile sebbene lo si abbia sotto gli occhi. Pure la nuova Europa più solidale e unita che viene spacciata nel salotto buono dell’informazione ha il suo mistero e porta con sé la notte dei morti viventi, la resurrezione non solo dei padri ignobili di questa Italia, ovvero Prodi e Berlusconi, osanna nell’alto dei cieli e sulla terra delle cene eleganti, ma persino della compagnia di giro, dei Brunetta, dei Letta padre e figlio fino ad arrivare a personaggi come la moglie di Mastella: tutti vengono mobilitati pur di arrivare ad eseguire gli ordini della Merkel. Sembrerebbe quasi che senza queste mummie il nuovo non possa avanzare e per una buona ragione: perché è un nuovo che nei suoi contorni essenziali non è andato oltre l’estate del ’92 quando sul Britannia il Paese è stato svenduto.
Dovremmo avvertire l’odore di morte che si aggira attorno a queste presenze che riemergono quasi che scavassero con le unghie la terra delle cronache adagiatasi sopra di loro eppure l’Europa e la finanza hanno ancora bisogno di loro per prevalere. Questo nonostante la paralisi cognitiva della quale siamo preda: quella dei miliardi europei, del grande e magnifico sforzo di cui i 27 Paesi sono stati capaci per aiutarci. La cosa fa ridere perché sono proprio le cifre a decretare la fine ingloriosa dell’Europa: 360 miliardi di prestiti nell’arco di 7 anni più altri 390 di partita di giro dunque reperibili da tasse e distribuiti per tutto il continente, rispettivamente 128 e 81 miliardi per l’Italia: qualcosa di simile per grandezza alla perdita di pil del solo anno in corso. Praticamente nulla se confrontato con gli stanziamenti pro capite degli Usa, del Giappone della Gran Bretagna per far fronte a una pandemia della narrazione che finirebbe in un solo istante nel momento in cui Trump dovesse essere sconfitto alle elezioni. Ma anche molto poco agli stanziamenti che alcuni Paesi europei hanno deliberato in proprio; oltre 330 miliardi la Francia, quasi 600 miliardi la Germania Anche se confrontato con le linee interne, le partite di giro, chiamate ridicolmente prestiti a fondo perduto, e i prestiti a strozzo rivelano la loro natura elemosinaria: il bilancio dello stato italiano è infatti di 900 miliardi e dunque tutti gli “aiuti” messi insieme, di circa 30 miliardi l’anno, non sono che un trentesimo del bilancio dello stato. Anzi a dire la verità sono anche appena un decimo delle emissioni in titoli che lo stato fa ogni anno e che ammontano a circa 300 miliardi. Robetta indecorosa: è vero che su 120 miliardi pagheremo lo 0,5 % di interessi, invece dell’1% dei titoli del tesoro, ma qui siamo sotto alla mancia che diamo al lavavetri del semaforo. Ma per questa magnanima cifrona che tra l’altro rischia di arrivare tropo tardi o magari di non arrivare affatto perché qualche parlamento non ratifica – come sospetta persino l’insospettabile Mario Monti – dovremo sopportare che il governo del Paese e le scelte politiche siano completamente devolute alla troika e alle sue riforme anti sociali. Così per rimediare ai danni di un’epidemia che ha rivelato lo stato comatoso di una sanità assassinata dai tagli, dovremo tagliare ancora sulla salute. E’ questa la vera Europa che non vi dicono, quella volgarmente astuta che vuole eliminare un concorrente con il pretesto della “competitività” e quella che vuole mettere piede nel mediterraneo, semplicemente mettendoci parte come la Grecia e adesso pretende che anche un solo stato, magari piccolo e odioso come l’Olanda, paradiso fiscale, possa bloccare i prestiti micragnosi perché non convinto della bontà delle nostre riforme. E del resto il fatto stesso che la gestione dei fondi passi non per la Commissione, ma per il Consiglio europeo, formato dai ministri e dai capi di governo dei singoli stati, è l’aspetto chiarissimo di una dissoluzione in atto nella quale facciamo la parte della vittima sacrificale.
Così un progetto del tutto deludente che dimostra l’inadeguatezza materiale, morale e ideale dell’Ue ed anzi la sua natura basata non sulla solidarietà, ma sulla concorrenza spietata, viene fatta passare come un grande successo e addirittura come svolta storica: casa che in realtà è vera, ma nel significato esattamente contrario a quello che viene presentato all’uomo della strada: l’impossibilità per l’Ue di cambiare la propria natura di ensemble unicamente governato dall’economia neoliberista e logiche di dominio. Così vengono arruolati da Conte – Romero anche i morti viventi perché una simile pagliacciata vada in porto come l’antico Britannia di 30 anni fa e non possa subire guasti o contrattempi.
Gentile amico, Nota magistrale, che non posso che condividere.
Nella squadra dei registi della ‘madre di tutte le battaglie’, relativa cioè al periodo che riguarda gli anni ’90, comprendo il tuo silenzio sugli ‘scomparsi’ (Carli, Ciampi, Andreatta, Fazio, etc.), ma non altrettanto sui vivi, ancora operativi (D’Amato, Dini, D’Alema, Draghi, Monti, Bersani, etc.). Almeno uno di questi potra’ riprendere le redini del Paese. A presto R.P.
La rabbia sale, ma temo mai abbastanza…