il-pifferaio-di-hamelin-teatroQuello che ci dovremmo domandare se ancora avessimo memoria e capacità critica non è quanto rischiamo o  quanto dureranno le misure di segregazione e se esse servano a qualcosa, ma perché tutto questo accade ora e non è accaduto l’anno scorso o in uno qualunque dei vent’anni del secolo. Prendendo per buona la narrazione pandemica nei suoi accenti terroristici  il discorso pubblico o ciò che ne rimane non arriverà nemmeno a sfiorare il cuore dei problemi che si affollano attorno a ciò che accade e si limiterà a dibattere su questioni marginali come la sottovalutazione degli allarmi o i tempi di reazione o lo stato del sistema sanitario. Tutte cose importanti, ma che non ci fanno comprendere le cose  nella loro drammaticità e intenzionalità sperimentale la compressione delle libertà costituzionali, in alcuni casi, come quello italiano, la totale ablazione del Parlamento, la catastrofe economica prodotta e non ci fanno nemmeno riflettere su come sia stato possibile che una comune sindrome influenzale, ancorché causata da un nuovo virus fra i tanti che le inducono sia stata capace di produrre tutto questo.

La prima cosa da fare è lasciarsi indietro la narrazione e tutta la pena che suscita il vedere la manipolazione retorica dei dati,  vedendo come sia facile trarre in inganno le persone sollecitando come attraverso gli elettrodi dell’informazione truffaldina la loro emotività elementare , suscitando terrore e agitando il feticcio della scienza, ridotta a sciamanesimo ancillare, per produrre conseguenze politiche enormi e non concepibili in una situazione di normalità. Nondimeno siamo in una situazione di perfetta normalità: se la memoria può essere ingannata, scripta et bit manent, così che possiamo proporre dei paralleli illuminanti. Per esempio uno vicinissimo nel tempo di cui si hanno tutti i dati possibili e immaginabili: ovvero l’epidemia influenzale che ha colpito gli Usa nella stagione invernale 2017 – 2018 che dai dati forniti dal Cdc, ovvero del  Centers for disease control and Prevention  provocò 45 milioni di infezioni segnalate, 21 milioni di visite mediche e 810 mila ricoveri. Nel settembre del 2018 venne annunciato e riferito dagli organi di informazione che si erano avuti 80 mila morti per motivi associati all’epidemia.

Bene, in quell’anno il numero di casi di influenza nei soli Stati Uniti fu di circa 18 volte superiore all’attuale numero di nuovi casi di coronavirus in tutto il mondo (2,5 milioni finora e in rapida diminuzione). Il numero di pazienti americani ospedalizzati fu di oltre 4 volte superiore a quelli di oggi con sintomi attribuibili al coronavirus (200.000 ad oggi). Il rapporto mortalità / ricovero in ospedale quell’anno è stato di circa 0,1, circa lo stesso rapporto che si ha con il Covid praticamente dovunque. E se tutto ciò non bastasse, il numero di vittime americane nel 2017-18 è stato più di tre volte superiore ai decessi attualmente associati a Covid-19 e quasi tutti con complicanze che includevano la polmonite. Perché gli Usa non si sono bloccati di fronte all’influenza 2017-18 come ora? Perché il CDC non ha reagito a quella epidemia che è stata almeno tre volte più letale dell’attuale? Perché nonostante la gravità dell’epidemia del 2017 e l’enorme numero di ricoveri, l’Organizzazione mondiale della sanità non ha visto la necessità di allertare il mondo o chiudere il pianeta come quest’anno? Anzi l’Oms non si è nemmeno preoccupata di etichettare la sindrome come un’epidemia o una pandemia. Era solo una normale “influenza”. Per inciso anche in Italia quella stagione fu terribile con quasi dieci milioni di contagiati  e un eccesso di morti tra i 15 e i 20 mila rispetto alla media come ci informa Repubblica del 19 marzo 2018: L’anno nero dell’influenza: morti ventimila anziani in più”, ma in un articolo delle pagine interne, che pochissimi lessero. Semplicemente allora sia In Usa che Italia quella non era una notizia degna di rilievo.

Quindi o siano di fronte a una straordinaria rivalorizzazione della vita umana che mi permetto di escludere in maniera assoluta o siamo di fronte ad una commedia inscenata per ottenere alcuni effetti. E badate non dico che ci sia una regia ma ci sono dei copioni da lungo tempo sul tavolo dei vari centri di potere  che hanno trovato in questo caso un punto d’incontro , vuoi per sparigliare una situazione di finanza insostenibile e appropriarsi di asset, vuoi per gli interessi di Big Pharma per il fantomatico vaccino che sono poi anche quelli dei virologi veri o improvvisati che ovviamente dall’enfatizzazione si attendono maggiori fondi e invidiabili carriere, vuoi la ricerca di un massiccio controllo sociale e la messa in mora dei diritti,  vuoi la guerra con la Cina per cui faceva gioco che il virus arrivasse da lì anche se magari non è nato nel mercatino del pesce, ma nel laboratorio internazionale di Wuhan come la Cnn ripete da una settimana  con la sola precauzione di omettere internazionale e che in fondi erano americani, inglesi e francesi, , vuoi nel caso italiano per imporre il Mes, vuoi le tentazioni di stato di polizia per contenere il malcontento popolare o di Ordine nuovo coltivato nei caveau dei super ricchi , vuoi il malessere diffuso e il sentimento di fine epoca che ha fatto da comburente. E infatti tutto questo insieme di situazioni non è più legato all’emergenza, ma è l’emergenza che rimarrà permanente nonostante non ci sia nulla di più che la normalità biologica. Chi pensa che a maggio tornerà tutto come prima è un illuso, ci sarà un allentamento estivo poi in autunno nuove segregazioni e così via fino a che non ci saremo dimenticati la libertà e la Costituzione, alle prese con una crisi economica e del lavoro senza precedenti.

Se si vuole reagire il momento è adesso quando tutto questo è ancora nella fase iniziale e si possono ancora reperire dati e notizie: aspettare e baloccarsi con la pandemia inesistente non è che l’ennesima perdita di tempo, mentre ci vengono imposte restrizione e app che non hanno proprio nulla a che vedere con i virus biologici, ma con il male oscuro di una società che ha perduto se stessa.