Come forse non avete potuto fare a meno di sapere Milano è stata messa a ferro e fuoco dai NoExpo. Oddio non dalle 40 mila persone presenti al corteo che ha proseguito lungo il suo tragitto, ma da due centinaio di black bloc come recita l’epica mediatico renziana o forse solo da qualche decina come recita la realtà, infiltratisi dentro una manifestazione pacifica con lo scopo di ucciderne le ragioni. Oddio non proprio tutta Milano, ma piazzale Cadorna e la parte iniziale di via Carducci a causa di uno scontro che ha la sua origine nelle scritte fatte su alcune vetrine, specie quelle di McDonald, sponsor principe della manifestazione e tracotante nemico della pizza. Così adesso si piangono vittime tra le auto parcheggiati nella zona e tra i cassonetti.
Rimane da capire come mai in questa occasione sulla quale non si erano risparmiati gli allarmi già da mesi e per la quale erano stati mobilitati addirittura 4000 uomini in funzione antisommossa, non ci sia stata quella attenta caccia preventiva al black bloc che ha caratterizzato altre manifestazioni. Meglio però non farsi attirare dal calice in questo caso fin troppo spumeggiante della dietrologia e rimanere lucidi per notare come i violenti di strada siano stati i migliori alleati di Renzi nel distogliere l’attenzione da una giornata molto triste in cui si è inaugurata una esposizione non finita, dai contorni incerti e nella quale si sono concentrarti tutti i vizi della classe dirigente, le opacità di sistema, la cialtroneria di fondo di protagonisti e aedi. Tanto che persino l’inquilino del Quirinale ha preferito defilarsi e rimanersene a Roma, prendendo implicitamente le distanze da un meccanismo retorico che si troverà a fare i conti con la dura realtà.
Il tentativo di trasformare in successo un disastro conclamato e i ritardi inammissibili di origine tangentizia in sfavillante capacità last minute, fa il paio con l’avvilente sottomissione dei temi dell’alimentazione, delle risorse agricole, della proprietà delle sementi da una parte alle multinazionali e dall’altra a una sub cultura culinaria di sapore televisivo. E fosse solo aver trasformato l’expo in fiera paesana da abbuffo con molte spese e ritorno incerto se non negativo per il Paese: questo insieme indigesto è servito a delineare un modello costruito sul lavoro gratuito, sulla speculazione e sulla sfacciata propaganda. Una fra tutte la balla di giovani che rinunciavano a 1300 euro al mese, diffusa in prima istanza dal Corriere che sgiavazza e alesina a più non posso, ma subito ripresa dal grande copiatore Galimberti: se c’è da plagiare una fesseria o una vacuità lo trovate sempre in prima fila.
Perciò non c’è dubbio che la “messa a ferro e fuoco” di Milano giunge – per essere in tema – come il cacio di Farinetti sui maccheroni di Renzi: l’Expò si procura i fedeli tramite i nemici e da adesso in poi dire qualcosa contro il falansterio espositivo e le filosofie di fondo che ne hanno guidato la gestazione, ne animano lo spirito monsantesco e ne condizionano la gestione a suon di lavoro gratuito e/o clientelare, equivarrà a stare con i violenti. Che poi questi violenti reagiscano ingenuamente all’inaudita violenza dei massacri sociali e della rapina a mano armata di futuro, poco importa. Anche se non capisco bene come si faccia a non aspettarsi una esasperazione del conflitto dentro una società bloccata nella quale la possibilità di un’opposizione istituzionale è praticamente scomparsa.
A parte l’intervista al falso black bloc fatta dal sempre incredibile Tgcom24 che si rivela come una sorta di circonvenzione di incapace, credo che potrebbe e dovrebbe rimanere memorabile il pezzo di bravura de la Stampa a proposito della sobria serata alla Scala, conclusione della giornata inaugurativa dell’Expò. Tutto attorno, parrebbe, Milano brucia, eppure i potenti sono lì con sprezzo del pericolo a seguire la Turandot: “Nel palco reale decorato di rose firmate Dolce&Gabbana siedono, oltre a Napolitano con la signora Clio in giacca dorata e pashmina, il capo del governo Matteo Renzi con la moglie Agnese e la figlioletta in quasi tutù, il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni e i ministri Franceschini, Giannini, Martina, Orlando, oltre al presidente del Bureau International des Expositions Vicente Gonzales Loscertales. Il sindaco Giuliano Pisapia, arrivato con la moglie Cinzia, quasi all’inizio della rappresentazione lascia precipitosamente il teatro con il prefetto Francesco Paolo Tronca, il che fa pensare che la situazione in città non sia ancora del tutto tranquilla. Fa gli onori di casa il sovrintendente Alexander Pereira con la giovane moglie Daniela De Souza in lungo blu di sua creazione: arrivano il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, Mario Monti, Corrado Passera, Gianni e Maddalena Letta, Letizia Moratti in completo pantalone bianco, Diana Bracco, Evelina Christillin con Gabriele Galateri di Genola”.
E allora cari amici ecco che abbiamo scoperto i mandanti dei fatti di Milano: dopo la drammatizzazione a reti unificate della città a ferro e fuoco arriva questo più realistico quadretto del potere. Ora ditemi voi se questa non è istigazione alla violenza.
leggete:
http://www.cubainformazione.it/?p=7736
leggete:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=83441
Non abbiamo bisogno di proteste e di agitazioni di piazza. Sono sempre state manipolate dal nemico, dovremmo averlo capito ormai. La violenza fa il gioco del regime, locale o sovranazionale, e i violenti o sono direttamente elementi dei servizi travestiti o sono, senza saperlo, agli ordini di elementi dei servizi o di persone comunque ampiament titanizzate. Tertium non datur. Finché non lo capiremo, continueremo a sbattere la testa contro il muro pensando che esistano soluzioni proprio là dove invece si svolge il gioco molto remunerativo della dissemina di ulteriore zizzania e divisione fra i cittadini. Infatti, a parte le immediate ricadute positive sul regime renziano cui è dedicato l’articolo, quello di cui ci sarebbe bisogno è unità d’intenti tra i cittadini e, contemporaneamente, chiarezza nelle loro menti su cosa si può fare. Se la ricetta da proporre è la violenza, saranno contente solo le lobby che vogliono da tempo trasformare ogni nazione e ogni strada di città in terreno di scontro tra popolo armato di nulla e polizie trasformate in efficienti reparti militari supertecnologizzati. Il regime sa che la gente ha bisogno di sfogarsi e inscena lo spettacolo delle devastazioni urbane. E poco importa se i violenti lo sappiano o no. Chi è manipolato, quando mai se ne rende conto?
Tra qualche giorno tutto sarà stato dimenticato e sul campo rimarranno macerie, inutili danni e sofferenze di chi ha subito i danni, una popolazione ancora più spaventata di prima e un’industria delle armi per uso urbano gongolante e in procinto di ricevere le prime succose commesse.
“black bloc che sbagliano.”
il nostro mitico “capo del governo,Renzie, nonche prossimo condottiero del PARTITO DELLA NAZIONE, è stato recentemente munito dall’alto del dogma dell’infallibilità statale …ooops, papale … come stanno,ovviamente, notando parecchi italiani diversi dai black block e che evitano di avere a che fare con la pantomima pressoché inutile, costosa e politicante dell’expo…
certo , certo, LUI non sbagliava… ehehem… non sbaglia mai.
black bloc che sbagliano.
leggete:
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/05/02/lorenzo-del-savio-e-matteo-mameli-il-potere-logora-anche-chi-ce-l%E2%80%99ha-e-son-guai-per-tutti/
E’ penoso e tristissimo che il teppismo piu’ gretto sia rimasta l’unica forma di opposizione che ottenga qualche risultato concreto, a livello di regime. E’ sacrilego dirlo, perche’ il dirlo e; interpretato come approvazione (anche se l’inferenza e’ completamente gratuita).
A Baltimore, establishment e media di regime si son premurati e ripetuti a iosa nel definire “thugs” (teppisti) quelli che han messo un po’ di panico nelle periferie diseredate della citta’. Purtroppo nelle condizioni attuali, l’unica arma di resistenza sembra essere un po’ di paura messa ai sopraffattori.
Deprimente, ma senza i “thugs” di Baltimore, l’ennesimo negro (metafora per il 99%) a cui la polizia ha spaccato la spina dorsale, sarebbe finito come le altre centinaia di vittime dall’inizio dell’anno. Canti, cartelli, comizi dei quaquaraqua’ al servizio del potere, con la solita finale “Tout ca va bien madame la marquise.”
Doppiamente penoso, perche’ la gente danneggiata dai “thugs” era quella che probabilmente meno se la meritava.
Ma, come osservo’ un sociologo non privo d’ingegno, oltre a un certo punto il pacifismo diventa strumento dell’imperialismo (fuori) e della sopraffazione (dentro al paese). L’episodio della Scala ha toni alla Maria Antonietta d’antan.
A proposito di quaquaraqua’ al servizio del potere, chi ha tempo puo’ leggersi
http://yourdailyshakespeare.com/literature-life-baltimore-riots/equalities#more-6786
dove un implicito portavoce dei “thugs” descrive come vengono trattati e stimati i cosiddetti “leaders” delle minoranze afro-americane. Quaquaraqua’ che abbondantemente si pascono al fornitissimo truogolo, messo a loro disposizione perche’ “migliorino lo stato delle minoranze.”
Archiviare gli episodi di Milano nella rubrica teppismo, serve comodamente a nascondere la lotta di classe al contrario (La Scala docet), specialmente a quelli con il paraocchi.
..è troppo “simplicissimus” credere che il renzismo abbia arruolato i fantomatici e misteriosi BlackBloc! Piuttosto chiedetevi chi sono veramente e a quali settori socialp appartenghino i veri arruolati, cioè i benpensanti e civili neodemocratici di questa nostra strafottuta repubblica e nazioncella, i quali di fronte alla vera devastazione di Milano, realizzata dal capitale e dall’EXPO, si lamentano e piagnucolano per qualche vetrina sfasciata e qualche automobile andata in fumo, e oggi vanno in giro con la scopa in mano (e la tessera del PD in tasca) a rimuovere i rifiuti dalle strade. Dalle strade ma non dalle poltrone e dagli uffici di comando, per non parlare del parlamento, …quelli no, quelli non si toccano! Sulle cosidette “devastazioni” si protrebbe anche dire: “…E’ il mercato bellezza!!” …una merce andata si rimpiazza con un’altra, così l’economia ritorna a salire! …chi semina vento raccoglie ….tempesta e, ricordate bene, che dove c’è fumo c’è sempre arrosto!!
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Appartenghino ? Antonio hai saltato le medie ? usi parole come “neodemocratico” e scrivi appartenghino, forse conoscere l’italiano sarebbe doveroso se vuoi essere all’altezza del tema…
per “cultura” generale, leggete:
http://www.tgvallesusa.it/2014/12/usa-north-carolina-campi-di-concentramento-fema-per-senza-fissa-dimora/
forza intaGlia, sostiene il (s)governo Renzie ??
https://mazzetta.wordpress.com/2015/05/02/pestate-questi-bastardi/