Se dovessi dire qual è stato l’avvenimento più importante del 2014, non avrei dubbi: il superamento degli Usa da parte della Cina. Nell’ultimo decennio questo evento, peraltro certo visto che il neo liberismo ha delocalizzato pazzamente in Asia e il “Paese di mezzo” ha più abitanti di tutto il Nord America e l’Europa messi assieme, era stato preconizzato prima per il 2050, poi per il 2030, 2025, 2020 ed è arrivato infine all’improvviso.
La consapevolezza di questa accelerazione degli eventi ormai incombente da qualche anno, ha indotto Washington, sia alla manipolazione manu militari delle statistiche interne come un ciclista che si dopa per tener dietro all’avversario, sia a dar vita alla vicenda Ucraina e prima ancora a quella siriana, entrambe collegate al deprezzamento improvviso del petrolio, nella speranza che l’accerchiamento dell’avversario e il caos, portino a un qualche vantaggio. Se non altro a ritardare quella perdita di centralità e di eccezionalità che è nelle cose. La riduzione dell’Europa a strumento della Nato negli anni della cattività liberista non è che una conseguenza di tutto questo.
Mi rendo conto che per mentalità formatesi ormai da molte generazioni nell’eurocentrismo e/o nella mitizzazione americana, l’avvenimento del 2014 possa suscitare sorpresa, sconcerto o incredulità. In realtà ci si dovrebbe chiedere non tanto come mai la Cina abbia ripreso il suo posto nel mondo, ma come mai l’abbia perso per quasi tre secoli. Fatto sta che il superamento avvenuto quest’anno segnala un cambiamento di epoca verso il multi polarismo. Sarebbe un vantaggio per tutti, ma certo non per economie che sono cresciute anche grazie alla centralità imposta di una moneta e alle posizioni di vantaggio acquisite, cosa che alla fine ha marginalizzato l’economia reale per una fatta di carta. La posizione di preminenza sarà difesa con le unghie e con i denti ed è probabile che ci toccherà fare da ventre molle.
Chi vivrà vedrà, ma di certo il 2014 sarà una di quelle date convenzionali di passaggio che si studiano a scuola. Anche per questo abbiamo bisogno di molti auguri per il prossimo anno e per gli altri a venire.
@ Angelo Kinder (31 dicembre 2014 at 13:01) e Voltaire1964 (31 dicembre 2014 at 19:33)
Grazie, troppo gentili. Ricambio gli auguri molto volentieri. Incluso l’ottimo simplicissimus, ovviamente.
Anch’io plaudo a kthrcds, a Simplicissimus e a tutti coloro che, ciascuno a suo modo, tengono accessa la fiammella della ragione. Buon Anno.
http://www.yourdailyshakespeare.com
P.S. Condivido in toto l’opinione di kthrcds, h 12:27. Buon Anno anche a lei.
Io ricordo che Deng Xiao-Ping, verso la fine dei ’70 e l’inizio degli ’80, aveva paventato il sorpasso della mitika Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó (Rep. Popolare) sugli yankees prima del 2020. Sono in linea con il programma. Quando l’Europa capirà che il Secolo Amerikano tende a declinare, e il futuro, o meglio il presente, è tra Shanghai e Pechino, sarà meglio per tutto il resto del mondo.
Xin nian yu kuai anche per te, caro Simplicissimus, e per tutti gli apoti che non credono alle panzane della Repubblica della Stampa della Sera, ed alle frottole del TG1-2-3-4-5-Studio Aperto-La7-Sky et similia.
-Angelo Kinder-
Una tra le molte cose che in America non capiscono è che la storia del mondo non è iniziata con lo sbarco dei pellegrini del Mayflower. Da ciò nasce tutta una serie di fraintendimenti, a partire dalla inammissibile tendenza a considerarsi superiori agli altri paesi: “Credo nell’eccezionalità dell’America con ogni fibra del mio corpo – ciò che ci rende eccezionali è la nostra volontà di imporre la regola della legge attraverso le nostre azioni” (Obama, discorso a West Point, maggio 2014), fino all’incapacità odierna di rassegnarsi ad accettare che questo non sarà il “secolo americano”, come auspicavano invece gli amici di George Bush, i cosiddetti “neo-con”, meglio noti a Washington come i “falchi dalle ali di pollo”, e che insistere a voler piegare il mondo ai propri voleri non potrà che avere conseguenze nefaste che poi difficilmente saremo in grado di tenere sotto controllo.
Quindi continueranno sulla stessa strada sin qui intrapresa fino allo schianto, nella ferma, ma erronea convinzione che le conseguenze le pagheranno solo gli altri.
Nel frattempo c’è solo da sperare che a quella parte del mondo che non si riconosce nell’occidente non venga in mente domani di usare i nostri stessi metodi per garantirsi l’accesso alle risorse energetiche del pianeta, perché in quel caso non c’è portaerei americana che tenga a preservarci da un futuro tormentoso e degradante.