Anna Lombroso per il Simplicissimus
Oggi chi mi legge è autorizzato ad accusarmi di aver scritto un post ad personam. Ma ancora per un po’ deve essere lecito e permesso a chi esprime convinzioni, persuasioni, idee e critiche, per passione e senza remunerazione, se non quella di ricercare la verità e magari ottenere qualche consenso, manifestare la sua preoccupazione per le misure di censura contenute in quelle modifiche alla legge 8 febbraio 1948 n.47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo di diffusione, che come un fiume carsico, scompaiono e ricompaiono periodicamente e che in una veste particolarmente severa per gli “altri mezzi di diffusione” approdano al Senato.
Qualcuno che avremmo preferito occupasse la poltrona del Colle, in modo che restasse tale e non diventasse un trono regale sottratto a obiezioni e dissenso, le ha definite una vendetta dei notabili, una volontà di risarcimento e non solo morale del mondo politico contro i giornalisti e i blogger, rei – e i primi, quelli della carta stampata, sono pochi, già ampiamente ricattati da varie forme “assistenziali” di finanziamento o semplicemente da una pratica di fidelizzazione opaca– di pronunciare e scrivere verità e fatti poco noti, spesso soggetti già al peggiore dei bavagli, l’autocensura.
Si prende dunque a pretesto un reato, peraltro sempre più difficile da accertare e dimostrare, la diffamazione, per imporre regole ferree e arbitrarie forme di controllo soprattutto ad un contesto mobile, aereo, quel cyberspazio, “nuova dimora della mente”, nella quale, secondo la Dichiarazione di John Perry Barlow, i governi, gli “stanchi giganti di carne e d’acciaio” non devono avere sovranità. I delitti e le pene previste rivelano le intenzioni punitive del legislatore che ha a suo tempo addomesticato le norme con una perdonanza ad personam confezionata su misura per Sallusti, cancellando il carcere, ma lasciando forme di intimidazione e deterrenti micidiali, imperniate su rettifiche cappio ad horas, su sanzioni per migliaia di euro (fino a 50mila per un falso cosciente), sull’interdizione per sei mesi, sulla responsabilità dei direttori per qualsiasi notizia diffamatoria anonima, insomma su .un sistema di minacce e soperchierie che colpiranno soprattutto le testate online. E infatti particolarmente penalizzante è la procedura di rettifica: “il direttore è tenuto a pubblicare gratuitamente e senza commento, senza risposta e senza titolo, con la seguente indicazione “rettifica dell’articolo (titolo) del (data) a firma (l’autore)” nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa, o nella testata giornalistica online le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Per le testate online va effettuata “non oltre due giorni”, “con la stessa metodologia, visibilità e rilevanza”. Se non si rettifica entra in scena il giudice che “irroga la sanzione amministrativa”, avverte il prefetto e pure l’ordine professionale. Il quale sospende fino a sei mesi. Ma non basta, oltre alla rettifica e alla richiesta di aggiornare le informazioni, l’interessato “può chiedere l’eliminazione, dai siti internet e dai motori di ricerca, dei contenuti diffamatori o dei dati personali” e presentare istanza al giudice perché ordini la rimozione delle immagini e dei dati ovvero di inibirne l’ulteriore diffusione”, e “In caso di morte dell’interessato le facoltà e i diritti possono essere esercitati dagli eredi o dal convivente”.
È perfino banale sottolineare che si tratta, come al solito, di un esercizio di disuguaglianza che marca la differenza di trattamento all’origine, tra chi parte avvantaggiato da uffici legali, principi del foro, impegnati con contratti milionari, a difendere onorabilità ma soprattutto interessi economici di grandi testate e dei loro autorevoli giornalisti, e volonterosi “informatori” e commentatori, dissuasi ed dire la loro grazie a un impianto intimidatorio che non può non condizionare la libertà di espressione, grazie al palese rischio di rappresaglie.
Mentre, a parte la repressione di aspetti inaccettabile, pedofilia o altre forme esplicitamente criminali, la circolazione di pensieri, pareri, critiche, dati in rete dovrebbe essere libera, anche a prescindere il più possibile dalla tutela della privacy, terreno scivoloso soprattutto per quanto riguarda la riservatezza, la nostra, di normali cittadini, continuamente compromessa tramite provider telefonici, istituti di credito, sondaggisti, difesa invece fino al sopruso, alla rimozione e all’inganno quella dei potenti. E altrettanto vale per i diritti di proprietà, sui quali vigono norme arcaiche e poteri inamovibili, a salvaguardia di prodotti, merci culturali e di eredità immeritate e delle rendite di posizione e finanziarie che ne derivano.
Che se poi dovesse essere punita la diffamazione come lesiva della verità e della realtà, altro che galere, altro che multe. Altro che bavaglio ai tweet del premier, “commessi” contro i cittadini “indolenti”, i lavoratori parassiti, i pensionati privilegiati. Altro che censura sulla propaganda Usa in favore di formazioni neonaziste foraggiate generosamente, di sanzioni rovinose, colpevole di quella che si può definire l’eutanasia del reale attraverso immagini e slogan di regime. Ma è proprio per questo che c’è ancora tanta paura di Wikileaks: fughe di notizie, rivelazione di segreti ci sono sempre state, ma è la dimensione globale e inafferrabile che hanno assunto che spaventa quelli che il premier ha indicato come “poteri forti” e il loro pensiero debole.
Dobbiamo e in tanti, difenderci, difendere il diritto inalienabile di cercare, ricevere e diffondere informazione. E critica. Nell’unico mondo rimasto senza confini.
a proposito di giornalismo e bavagli … LEGGETE (!!!) :
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14033
Socialismo per i ricchi, capitalismo per i poveri. Segretezza per i ricchi, diffamazione per i poveri… etc. Il tutto facilitato dalla “mal creata plebe” che “mei sarebbero pecore o zebe” (Inf XXXII, v.13 – zebe = capre). Dove alla ‘plebe’ appartengo, apparteniamo e appartengono anche tutti coloro che si accorgono di cosa sta succedendo, ma non riescono a persuadere i milioni di indifferenti. Indifferenza dovuta un po’ a ignoranza, ma anche – opino – a un dubbio irrisolto. Chissà quanti, anche se tecnicamente ‘poveri’, non sperano di diventare ‘ricchi’, assuefacendosi o praticando le regole del sistema.
E per spargere ancora un po’ di sale sulla piaga, non mi risulta che le testate italiane abbiano informato i lettori che Obama, nel clima del dopo-Snowden, ha instaurato il programma “Inside Tracker” – locuzione orwelliana per indicare e incitare le spie che spiano sugli americani, a spiare su se stesse per prevenire fughe di informazioni. Con compensi indiretti (e probabilmente anche diretti) a chi fa segno. Mi sa che l’ombra di Stalin si sta scompisciando dalle risa. Del resto l’amministrazione gia’ fuma dalla rabbia per la presenza in rete di RT.com, l’unico (!) programma che presenti due punti di vista sui vari argomenti del momento. La sede di RT.com è a Mosca. Del resto l’Iran aveva lanciato un simile programma, pressTV.com. Ma avendo meno remore con Teheran che con Mosca, ne hanno (per ora) eliminato solo l’audio.
http://www.yourdailyshakespeare.com
leggete:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14031
Ci tengo a precisare che ho solamente la seconda Elementare
e poca dimestichezza con le parole
scrivo quello che penso senza pretese
cerco di raccontare le esperienze fatte nell’arco della mia vita
giuste o sbagliate che siano ripudiando ogni forma di violenza
in quanto alla Storia io lo appresa dal libro della vita
Cerco di descriverla con le parole di un ignorante
verità semplici no le verità taroccate dei Politologi
che scrivono falsità per nascondere i fatti realmente accaduti creando ignoranza.
Come possono raccontare realtà che non anno vissuto col sentito dire ?
come avveniva nei racconti degli Eroi della Mitologia
man mano che venivano raccontati si amplificavano da sembrare novelle
più che Storia da tramandare ai posteri.
Per quanto riguarda la Storia del 20 secolo potreste chiedere ai sopravissuti al ( ventennio fascista e della seconda Guerra Mondiale )
Confrontando lo scritto col raccontato conoscereste la vera Storia vissuta dal Popolo
un consiglio ricercatela nel basso ceto sarà la più vicina alla realtà .
Altrimenti dalle Falsità verrà scritta una nuova ODISSEA
per questo io bandisco la falsità crea solo ignoranza,, l’ignoranza crea violenza,, e danni al Popolo.
PS come mai in tempo di guerra con la fame e la sporcizia che imperava
Non scoppiavano epidemie? La prima epidemia del dopo guerra ?
è stata la famosa asiatica Il tutto al nascere del boom economico
Dà allora la piaga si è aggravata questi parassiti avranno pensato le stagioni sono 4
Creiamo un’epidemia per ogni stagione In più oltre ai microbi dei ceppi influenzali creati
Nei laboratori in questi ultimi 55 anni già che ci siamo quando li spandiamo nel l’aria buttiamo anche i pidocchi
Siccome l’appetito vien mangiando scarichiamo tutto ciò che può incrementare l’entrate
Delle multinazionali . Alla faccia del Popolo ignorante. VITTORIO.A