Dopo la disfatta delle amministrative e in vista delle elezioni europee si poteva pensare che Hollande affidasse al nuovo primo ministro Manuel Valls, una specie di Renzi transalpino che almeno non fa mistero della sua appartenenza massonica e che spesso viene indicato come ammiratore di Sarkozy, il compito di placare disagi, malumori e contestazioni alle politiche di austerità. Invece, al contrario di quando avviene in Italia, con la distribuzione di perline e frammenti di specchietti per le allodole, il nuovo premier ha appena annunciato un piano di tagli da 50 miliardi in tre anni, guarda caso proprio una cifra molto vicina a quella che ci si attenderebbe da una osservanza del fiscal compact per la Francia.
Blocco delle pensioni e dei salari, riduzione di servizi e di sussidi, licenziamenti come se piovesse nella pubblica amministrazione. Insomma 18 miliardi di minori spese per lo stato, 11 per gli enti locali e 21 per il welfare per rientrare nel parametro del 3% di deficit. Certo è singolare che si possano dare cifre precise per la Francia, mentre in Italia si è ancora dentro un incerto calderone da imbroglio, almeno fino al giorno del voto, ma non è questo ciò che stupisce quanto il fatto che tutto questo venga annunciato prima delle elezioni europee, concedendo un altro vantaggio alla signora Le Pen.
E qui non ci sono che due ipotesi. La prima è che Hollande, dopo aver constatato il disastro che tuttavia non ha favorito la sinistra radicale (purtroppo sempre su posizioni di europeismo di maniera) ha pensato che far fuori la gauche socialista e spostarsi decisamente a destra, allineandosi ai conservatori, possa favorire un’alleanza repubblicana per fare fronte contro i cosiddetti populisti, una sorta di versione transalpina delle larghe intese attuata grazie a un personaggio di straordinaria ambiguità come Valls. La seconda, certamente più intrigante, è che abbia dato via libera all’annuncio di un nuovo massacro, proprio per favorire l’ascesa della Le Pen, in modo da poter avviare una iniziale contestazione dei parametri europei, senza tuttavia prendersene la responsabilità e attribuendo il tutto alla necessità di contenere i malumori popolari e il pericolo della destra.
Una sorta di via d’uscita di sicurezza in entrambi i casi. Ma in entrambi i casi anche una resa e una dichiarazione di morte presunta della socialdemocrazia coniugata all’auto marginalizzazione di una sinistra radicale sempre più avulsa dalla realtà e incapace di riconoscere le forme, i mezzi, i travestimenti, l’appropriazione dei sogni adottati dal capitalismo finanziario. Ed è davvero questo l’unico fenomeno genuinamente europeo in corso.
Bel post, mi piace molto! 🙂
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La diagnosi di Roberto Casiraghi e’ precisa. Il 99% del popolo – anche quelli (pochi) che seguono gli avvenimenti con senso critico – non sanno del minuzioso lavoro di analisi, persuasione e coercizione, che le ambasciate americane in tutto il mondo, esercitano sui governi locali.
Ritengo che uno dei motivi per cui l’odiato Assange e’ da due anni prigioniero in Inghilterra nell’ambasciata ecuadoriana, sia attribuibile proprio a questo. Le corrispondenze tra le ambasciate e Washington rivelano il controllo molecolare sui differenti paesi e sulla scelta dei candidati politici a cui dare appoggio, promesse, premi e vantaggi. Ukrania docet.
Non ce ne accorgiamo nella vita di tutti i giorni, ma assistiamo, inerti ed inermi, a un autentico progetto ideologico, a un’effettiva soluzione finale. L’obiettivo, neanche troppo malcelato, e’ di ricreare un medioevo sociologico. Allora era l’aristocrazia, il clero e i servi. Oggi sono la plutocrazia, i media di regime e i nuovi equivalenti servi. Chi vi si oppone (Saddam, Ghadafi, Milosevic, etc.) viene eliminato. Negli Stati Uniti, il minimo tentativo di opposizione è fatto abortire con ogni tecnica, inclusa la brutalità poliziesca. Lo scorso Febbraio una monaca 84enne e’ stata condannata a 3 anni di reclusione per essere entrata non-autorizzata in una fabbrica di armi nucleari portando cartelli con scritte bibliche e imbrattando qualche muro con del materiale che rappresentava sangue. E i tre anni vanno in aggiunta ai 10 mesi gia’ passati in prigione per lo stesso “crimine”.
I media e le università non sono che i portavoce della trasformazione ideologica – sempre mascherata come “libertà”.
Chi non se ne accorge, è vittima lui stesso dell’ideologia che lo sta trasformando.
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mah, a me pare, molto semplicemente, che questi politicanti pensano che gli elettori siano cretini e invece i veri cretini sono loro
La spiegazione non c’è a meno di non ricorrere al mio tipo di spiegazioni “paradossali” ma non troppo. Non solo nel caso della Francia abbiamo notato partiti che, con le loro decisioni innaturali, fanno un incredibile harakiri politico e favoriscono l’opposizione. Lo abbiamo potuto riscontrare in Grecia dove il Pasok, da partito maggioritario, si è ridotto al lumicino (meno del 5%) a vantaggio prima di Nuova Democrazia e ora di Syriza. Oppure in Spagna dove il Partito Popolare ha condotto politiche dissennate contro i propri elettori che si aspettavano meno tasse e una lotta senza quartiere all’ETA con un risultato di disaffezione enorme che sconteranno alle prossime consultazioni.
Quando i comportamenti sono illogici, irrazionali, inspiegabili le spiegazioni vanno cercate all’esterno. E, all’esterno, sappiamo già che c’è un unico “operatore” attivo: gli Stati Uniti. Dunque, non ci meraviglieremo se, almeno teoricamente, si può ipotizzare che Papandreu, Rajoy ma anche Hollande prendano ordini da Obama. Obama, a sua volta, non è autonomo ma ha il compito di implementare le strategie di lunga durata che il suo staff di politologi gli consegna su un piatto d’argento. Strategie che non conosciamo ma che, cercando di desumerle da quanto sta accadendo, si propongono probabilmente di ricreare in Europa una situazione simile a quella che precedette lo scoppio della seconda guerra mondiale con le destre al potere in molti paesi. D’altronde, il pattern di consentire alle destre di trionfare dappertutto in Europa è visibile già da diversi anni e, dopo lo scoppio della crisi, di un’evidenza tale da sembrare incredibile che così pochi lo notino.
Gli americani sono Giano bifronte. In una prima fase di penetrazione hanno bisogno di far vedere il loro volto buono, democratico, progressista, di “sinistra”. Ci “educano” alla democrazia, ci danno i loro film che insegnano come ribellarsi all’establishment o la loro musica che parla di libertà e di trasgressione. L’hanno fatto con noi nel periodo del ’68 e lo stanno facendo in questi stessi mesi in India dove l’introduzione di questi valori democratici e libertari serve a disgregare i valori tradizionali delle società locali spianando il terreno all’arrivo del mercantilismo neoliberista che costituisce, assieme al piazzamento di uomini fedeli a Washington negli organigrammi di tutti i principali partiti, il fine prioritario dello sforzo americano di penetrazione. Ma una volta esaurite le potenzialità del mercato e createsi le bolle irresolvibili, o magari scoperti nuovi e più promettenti mercati, la faccia americana si gira e dall’altro lato non c’è più nulla di democratico o di progressista. Ora che non hanno più bisogno di noi, utilizzeranno cinicamente gli strumenti che più servono al raggiungimento dei loro scopi. E se hanno bisogno dei neonazisti per attuare un colpo di stato in Ucraina lo faranno, e se avranno bisogno delle destre per destabilizzare Francia, Spagna, Grecia o Italia lo faranno. I loro uomini sono già in pole position pronti a ricevere gli ordini.