Non c’è alcun dubbio che Micromega sia tra le più prolifiche “fabbriche di manifesti e petizioni con relativa raccolta di firme. E’ un metodo che spesso mi lascia perplesso perché difficilmente un sistema politico che butta nel cestino della carta straccia milioni di voti, darà attenzione alle migliaia o anche alle decine di migliaia di firme, specie se la petizione non è accompagnata da altre forme di pressione e diventa solo un beau geste. Tuttavia – come si dice – quando ce vo’ ce vo’ perché, soprattutto in riferimento a fatti ed eventi specifici, rendere palese e tangibile l’espressione di una contrarietà diffusa, che suscita persino la protesta di categorie come quella dei vigili del fuoco, mette il sistema politico e i partiti di fronte alla solitudine in cui operano, toglie loro ogni alibi in cui si possano specchiare.
Per queste ragioni sono meravigliato del fatto che Micromega, pur facendo sentire la sua posizione critica, non abbia ancora pensato di aprire alcuna raccolta di firme contro l’acquisto degli F 35, un assurdo che sintetizza il peggio del Paese: la sua sudditanza, il pazzesco e ignobile spreco di denaro in un momento in cui si arrivano a tagliare persino i farmaci anticancro, la cialtroneria con cui ci si incaponisce ad acquisire un’arma risultata mediocre ad ogni analisi e sui cui molti altri Paesi stanno facendo marcia indietro, un’opacità di fondo dell’operazione suggerita proprio da una determinazione così grottesca da indurre il Quirinale a prodursi in un ennesimo golpettino contro il Parlamento e dunque contro i cittadini. Il tutto poi condito da dichiarazioni ambigue e talvolta ridicole dei vertici militari sulla necessità degli F 35, da silenzi dei partiti e da aperte menzogne sulle ricadute industriali che saranno eventualmente solo una modestissima frazione di quelle ventilate come cavallo di Troia per far passare una spesa insensata.
Insomma il quadro complessivo è tale da poter essere adottato come un autorevole libro di testo sulla seconda repubblica, il berlusconismo, il declino del Paese. E una raccolta di firme raccoglierebbe un consenso trasversale, coagulando, almeno su questo problema, opinioni e sensibilità di solito condannate alla separazione e alla dispersione. Trasformerebbe l’ipocrita e furbetta pausa di riflessione che la maggioranza si è data per evitare spaccature o problemi di consenso (chi può dire che non si arrivi anche ad elezioni impreviste) in uno spazio di manovra per far fallire l’assurdo spreco di 15 miliardi e segnare un punto contro il tragicomico stato della politica. E credo che sia inutile invocare l’ineleggibilità di Berlusconi per ritrovarsi poi sul groppone i frutti amari della “sua” stagione divenuti ormai patrimonio comune di una politica tralignata.
Andreottianamente mi chiedo se l’affare degli F35 non sia così pervasivo, così tetragono nella sua miseria sociale e morale, da indurre al silenzio anche i soggetti politici o editoriali che hanno voglia e ragione di gridare. E che certo non si troverebbero a farlo nel deserto, anzi desertificherebbero i terreni rigogliosi e opachi dell’oligarchia di fatto. Vabbè, moriremo democristiani e berlusconiani, ma almeno andreottiani, cerchiamo di risparmiarcelo.
L’affare degli F35 non è l’affare degli F35 ma dell’impossibilità di dire di no agli Stati Uniti. Che senso ha criticare le conseguenze della nostra soggezione agli Stati Uniti ma non la soggezione agli Stati Uniti? Se non siamo un paese libero, è fin troppo ovvio che dovremo acquistare gli F35, mantenere le basi americane sul nostro territorio, impedire all’aereo di Morales di sorvolare il nostro territorio, estradare perseguitati politici per riconsegnarli ai loro carnefici, far finta di non sapere chi ha buttato le bombe stragiste e chi ha fatto precipitare il jet a Ustica. Non dico che dal punto di vista americano la cosa non si giustifichi ma dovremmo evitare di dare la colpa agli altri. La scelta di obbedire gli americani è di tutto il popolo italiano che vuole vivere tranquillo. Per vivere tranquilli, si continui pure a comprare gli F35, li compreremmo anche se fossero, a quel prezzo, dei modellini di carta. Non è difficile capire infatti che mentre per gli americani gli F35 sono un modo di finanziare la loro industria militare per noi sono solo il “premio”, in senso assicurativo, che dobbiamo pagare agli USA perché ci protegga dalle sue stesse minacce.
In altre parole, sarebbe quasi meglio eliminare ogni intermediazione e pagare quelle stesse somme direttamente alle aziende militari USA in cambio di niente. Risparmieremmo almeno sui costi di manutenzione.
Negli ultimi anni abbiamo visto che il mondo è pieno di stronzi. Per esempio, i serbi verso la fine degli anni 90 volevano usare i Kosovari come concime per migliorare la loro agricoltura. Purtroppo per loro, sono stati riempiti di bombe finché non hanno smesso (come si dice, quando ce vò ce vò). Anche allora c’erano i pacifisti che non volevano che si usassero aerei e bombe (erano,secondo loro, “pervasivi e tetragoni nella loro miseria sociale e morale”). Per qualche motivo, i pacifisti stanno sempre dalla parte degli stronzi.