orsoLa straordinaria  noncuranza dei nostri molti governi per i temi ambientali è proverbiale, la riluttanza del sistema produttivo ad investire per ridurre inquinamento ed emissioni è ormai mitica, l’analfabetismo ecologico della classe dirigente è una piaga da decubito dentro il letto delle banalità. Così tra la profezia millenaristica dell’armageddon cui si contrappone la forza del profitto e la minimizzazione assoluta, si finiscono per trascurare le conseguenze accessorie del riscaldamento globale.

I ghiacci dell’artico si sciolgono e non è solo un problema per gli orsi polari o per le foche , ma proprio per questa disgraziata penisola che non è riuscita a divenire quel ponte tra oriente ed occidente che fece la sua fortuna 8 secoli fa e che oggi è divenuta un’ennesima occasione persa. Se non altro lo sviluppo industriale in Asia avrebbe potuto riproporci come terminale delle merci per il mediterraneo e l’Europa, ma i nostri sistemi arretrati, confusi, lottizzati, la mancanza di visione lo ha impedito. Ora pare che sia troppo tardi: la Cina è infatti è entrata nel consiglio dell’Artico e si appresta a creare una nuova rotta a Nord ovest verso l’Europa, resa possibile proprio dal ritirarsi dei ghiacci. Anzi il “Dragone di neve” una nave apposita è già in fase di  esplorazione e analisi. Inutile dire, per chi abbia presente la geometria della sfera, che una rotta artica è di gran lunga più corta che quella attraverso Suez: i porti del nord Europa finiranno così per accogliere il traffico che proviene da tutta l’Asia orientale. Vale ovviamente anche il contrario, ma sempre passando per il Nord del nostro continente, mentre noi pensiamo alla ridicola Tav Torino – Lione.

E’ poco importante a questo punto che anche l’Italia sia osservatrice dentro il consiglio dell’artico, sia pure nell’ambito di una presenza destinata a fare ammuina con gli Usa. Siamo comunque fuori rotta. La poltroncina potrà forse servire per partecipare alla distruzione definitiva della regione dove si trovano grandi riserve di gas da bruciare in maniera da riscaldare ancora di più il pianeta per i prossimi secoli, ma insomma sempre dentro una posizione ormai defilata e marginale. Ecco il risultato di anni, se non di decenni di discorsi da bar, superficialità, di mancanza di strategia, di vita alla giornata che non solo abbiamo riempito di parole e di furbate, ma ci hanno impedito di vedere le conseguenze meno ovvie di quel riscaldamento globale che ad ogni nevicata viene burbanzosamente negato dalle fini intelligenze del ciarpame berlusconiano. E ignorato dagli altri.