Cari amici piddini (democratici sarebbe un eccesso di cattivo gusto, ne converrete) non avete voluto Rodotà? Non avete voluto Prodi? Avete appassionatamente scelto la mummificazione di Napolitano garante degli inciuci e della casta? Bene, sono scelte vostre, ma adesso per favore risparmiateci la commedia, non fate i ritrosi di fronte al premier Amato. E’ solo la ciliegina sulla torta che avete preparato con tanta passione. Certo Amato è il più odiato della vecchia nomenclatura, è quello della rapina in banca nottetempo (e forse si prepara a ripetere il numero), era la mano destra di Craxi che poi tradì clamorosamente, è una sorta di macchina del tempo che porta sempre ai tempi peggiori.
Non fatevi problemi di immagine, tanto la faccia l’avete già persa e , come dire, a la guerre comme a la guerre: Amato è l’altra faccia di Napolitano,con il quale ha avuto lunghi commerci, tanto vale rendere la cosa più chiara possibile. Come diceva Bersani? Il cambiamento, mai più con Berlusconi, insomma quest’acquaquà proprio come quel benzinaio della tangenziale ovest di Milano che mi voleva cambiare le spazzole dell’auto appena uscita dal concessionario perché erano troppo consumate. Del resto non correte questi con rischi con il dottor sottile che tra parentesi nel 2008 aveva annunciato il suo definitivo abbandono della politica. Consunto lo è di certo dopo aver fatto parte dei governi di Bettino e di De Mita, dopo essere stato sette anni fa il candidato ufficiale del Pdl al Quirinale, dopo essersi regalato una pensione di diamante attraverso quelle riforme dell’Inps che hanno invece sforbiciato senza pietà le pensioni più povere. Ed è anche quello che ha causato la sconfitta del 2001.
Insomma è difficile trovare qualcuno che rappresenti meglio la situazione che avete creato. Invece di avere sciocchi dubbi, amate Amato che saprà portare a compimento il disastro del Paese: la sua piccola mole, l’opportunismo e il cinismo rendono le cose facili per i burattinai che tirano i fili. E quanto al resto ha seppellito la prima Repubblica, ha seppellito l’ulivo, ha seppellito persino i 150 anni dell’Unità d’Italia. Se non si riesce a vivere politicamente, che c’è di meglio di un necroforo esperto? Poi sull’epitaffio del partito il latinista Amato potrà esercitarsi: Populus me sibilat; at mihi plaudo ipse domi, simul ac nummos contemplor in arca. Il popolo mi fischia, ma in casa mi applaudo mentre contemplo i miei denari.
Ottimo commento e splendida intuizione politica. Napolitano ha fatto il diavolo a quattro pur di non darle ragione, affidando l’incarico a Letta. P.S.: una sezione di previsioni del lotto, non le vedrei male….. Adios, Nostradamus
Non so bene perché, ma la caustica tragicità alla quale sono ispirati i Suoi articoli, mi richiamano insistentemente nell’animo le drammatiche figurazioni di Ensor.
Il classico esempio di italiota a cui mi riferivo è perfettamente rappresentato dal buon “Janos Boka”.
Tipicamente italiota la sua presunzione: lui sa che sono comunista e per di più sa anche che ho un panfilo (chissà perché non due, o tre?).
Tipicamente italiota il suo anonimato.
Tipicamente italiota parlare di argomenti che non si conoscono.
Sono proprio i “Janos Boka” che hanno portato lustro al Bel Paese.
Un paese che, guidato da innumerevoli “Janos Boka”, non ha mai finito una guerra dalla stessa parte dove l’ha iniziata.
Un paese caratterizzato dai tanti “Janos Boka” omertosi che hanno permesso la proliferazione della mafia e della corruzione.
Un paese affollato di personaggi diversamente intelligenti, stile “Janos Boka” che parlano di politica come i tifosi parlano di calcio.
Non si preoccupino i tanti “Janos Boka”, il mio panfilo (si tratta di un cutter, in realtà) è già vifovnito di chamagne e pvonto a salpave.
Le coovdinate le decido io, essendo l’avmatove, oltve che lo skippev (non ho alcun bisogno dell’approvazione dei “Janos Boka”).
Lacio volentievi, ai geni della politica e fulgidi esempi di democvazia, come “Janos Boka”, il piaceve di affondave assieme al lovo Bel Pese.
D’altrone, un paese fondato sulle corna (e quindi sui figli di padre ignoto), non può che andare a puttane…
Toh! Un altro comunista proprietario di panfilo. E si fa pure chiamare Adalbevto.
Guavda, Ado, ti do le coovdinate da metteve sul GPS del panfilo: 23° 08′ 55″ N 82° 21′ 27″ W. Il viaggio è lungo quindi non dimenticave un’ adeguata scovta di Champagne. A destinazione pave che scavseggi.
Chi meglio di Giuliano Amato può rappresentare la casta politica?
Anzi, oserei dire che nessuno più di lui può rappresentare il popolo italiano.
Un “soggetto” (definirlo “uomo” sarebbe esagerato) senza alcuna dignità, la cui parola non ha nessun valore come, per l’appunto, la promessa fatta davanti al Parlamento in occasione del suo discorso da Presidente del Consiglio defenestrato: “… prometto che domani stesso mi ritirerò definitivamente dalla vita politica…”.
In quell’occasione, però, una cosa giusta l’aveva detta, il dottor Sottile.
Nel suo discorso aveva anche dichiarato che: “… dal fascismo ad oggi non è cambiato nulla, ci sono solo più partiti…”, ricordate?.
Su questo ero d’accordo con lui, allora, e oggi lo sono più che mai.
La sovranità popolare, sancita dalla Costituzione, è morta da anni assieme alla democrazia.
Gaber docet: “… quella cosa sporca che ci ostinamo a chiamare “democrazia”…”.
Mi riesce difficile immaginare cosa possa accadere di così grave, per squotere gli italiani, più di quello che è successo fino ad ora.
Altro che bruciare le tessere di partito…
Per questo motivo credo che Giuliano Amato possa rappresentare perfettamente il popolo italiano.
Un popolo senza più dignità, senza più onore e per questo senza più speranza.
La “specie umana” dei Gaetano Bresci, disgraziatamente, si è estinta molto tempo fa.
Il sacrificio di milioni di Uomini e Donne, che hanno sognato e creduto in un modello sociale ed economico più equo e illuminato, non è servito a nulla.
Ma non disperiamo.
Ogni tragedia, per fortuna, ha i suoi lati positivi.
Dall’estinzione del popolo italiota, l’umanità avrà solo da guadagnarci.
Perché la sparizione di un popolo idiota, ignorante e corrotto, come quello italiano, sarà sicuramente una buona cosa.
Forse Ermanno Olmi aveva ragione.
L’Apocalisse, dopotutto, potrebbe essere un lieto fine.